09/04/2016
L’attesa è finita: sarà Matera la città italiana designata a ricoprire l’ambito ruolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019. Volti tesi e fiato sospeso fino all’annuncio, comunicato dal ministro Dario Franceschini al Collegio Romano subito dopo la votazione dei 13 membri della giuria, presieduta da Steve Green. L’esito è stato chiaro: 7 preferenze su 13 per il capoluogo lucano.
«È stata un’esperienza formidabile non solo per le città candidate, ma per tutto il Paese», ha dichiarato il ministro nell’affollatissimo Salone del Consiglio Nazionale del Mibact, aggiungendo che «questa è la strada virtuosa da percorrere, con progetti finalmente pensati a lungo termine». Proprio in un’ottica di favorire non solo la cultura ma anche la consapevolezza nei cittadini europei di far parte di un unico, grande patrimonio culturale, anche il presidente Green ha tenuto a sottolineare il buon esito di tutta l’operazione Europa 2019: «Le sei città hanno instaurato ottimi rapporti tra di loro e anche con le candidate della Bulgaria, in un modo eccellente, come non si era mai verificato prima». «È importante che le città non nominate non si scoraggino, ma continuino a lavorare», ha concluso.
Una buona governance, la partecipazione attiva dei cittadini, una spiccata creatività delle iniziative in programma, la dimensione europea e duratura del progetto, la valorizzazione della diversità culturale dei Paesi membri ma anche l’esaltazione degli aspetti comuni: questi sono i criteri che Matera è riuscita a soddisfare incarnando pienamente il senso di questa nomina. Una nomina che la renderà baluardo in Europa, oltre che in Italia, della cultura del XXI secolo.
Prima il silenzio, per non avere dubbi sulla notizia, ha scandito gli attimi che hanno preceduto la designazione. Poi il caos della festa per i lucani, tra telefoni e iPad in piena attività , telecamere e flash dei fotografi. Nella delusione cocente dei sostenitori delle città perdenti (e anche qualche lacrima che è spuntata nei volti dei più giovani), è esploso l’entusiasmo incontenibile della delegazione lucana che ha gridato a gran voce e tra gli applausi il nome di Matera. Visibilmente emozionato anche il sindaco della città , Salvatore Adduce, che ha messo in risalto quanto questo risultato, definito «non scontato», sia un «segno di civiltà e di riscatto, che da Matera e dal Sud arriva all’Europa». «Non siamo qui a pietire, ma a dare il nostro contributo per dimostrare che la cultura può cambiare un territorio», ha dichiarato ringraziando tutti coloro che hanno lavorato al progetto.
E mentre Matera festeggia, nulla di fatto invece per le rivali, Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Siena e Ravenna, che restano però solo apparentemente a bocca asciutta. Tutto l’impegno profuso fino a questo momento nella preparazione dei progetti in vista del 2019 non andrà disperso: già prima della proclamazione della vincitrice, infatti, il ministro e i sindaci delle diverse candidate hanno concordato che le cinque città perdenti diventeranno capitali italiane della cultura nel 2015 e nel 2016. Un’ipotesi questa che, una volta confermata dal Consiglio dei Ministri, contribuirà a valorizzare il lavoro svolto e che avrà importanti ricadute sul territorio.