27/02/2018
** L'intrattenimento del Supremo Tour Leader: in pulmann **
Qualunque Tour Leader ( o meno) sa perfettamente che il momento in cui può dare il meglio di sei durante il è –senza ombra di dubbio- quello vissuto durante gli spostamenti fatti in .
Eh si, perché mentre il nostro simpatico autista intrattiene le solite due vispe signore della prima fila a sinistra (ma come fanno i Tour Operator ad azzeccare sempre chi va messo nella prima fila?), la stragrande maggioranza dei nostri viaggiatori è rilassata e sapientemente attenta.
Alla fila 2 e alla 3 guardano fuori dal finestrino, chiedendoti distrattamente qualcosa sulla tua vita. Vedo alla fila 5 qualcuno che sonnecchia, mentre nei pressi pressi dell’uscita a metà pulmann c’è un specie di rievocazione storica del concilio di Trento con il signor Mauro a far le veci di Papa Giulio III. Nelle file in fondo qualcuno sgranocchia qualcosa commentandone il gusto. Ma noi sappiamo che appena il microfono diffonderà gracchiando la nostra melodica vocina, come per magia calerà il silenzio e i riflettori saranno, ancora una volta, puntati su di noi che siamo il .
Possiamo con voce certa e tranquilla ricapitolare le prossime tappe della giornata, ma anche raccontare di qualche opera artistica che abbiamo appena avuto la fortuna di ammirare; magari qualche dettaglio che è sfuggito a Cristina (la brava guida turistica che ci ha intrattenuto) oppure, se siamo sfegatati appassionati di uno dei numerosi format televisivi dedicati alla cucina, possiamo parlare del ristorante che ci ha appena rifocillati in soli 75 minuti (devo annotarmelo nella mia agenda: bravi).
Ma potremmo anche parlare di musica; alla radio in sottofondo c’è “Innuendo” dei Queen (ma ve lo ricordate, il 1991?) e si da il caso che il sia un anche un grande appassionato della storia dei Queen. Almeno dall’ultimo tour, nel quale il signore Claudio mi ha intrattenuto per un ora raccontandomi dei suoi studi su Freddie.
Ma un Tour Leader che veramente si possa definire può fare di più: si può cimentare nella descrizione del (cos'è poi il paesaggio se non una parte del territorio percepito tramite la sensorialità dalle popolazioni?). Ne descrive quindi la storia, le modifiche apportate dall’ uomo, dai pascoli e dall’inclemente meteo in età storiche diverse; fa notare quei vigneti coltivati ad alberello sul crinale della collina (e qua, ragazzi, c’è da sbizzarrirsi), indica quella vecchia masseria sulla quale si era informato nell’ultimo viaggio fatto da queste parti: parla delle vie di comunicazione (la strada che percorriamo sfrutta l’ingegno di gente antica, non lo sapevate?). Il Supremo parla anche dei prodotti DOP del territorio, delle genti, delle sventure e anche di quella celebrità che è nata in quel paesino che abbiamo appena scorto sulla destra. E, ogni tanto, il Supremo fa pure qualche battuta. Le barzellete ancora no, il Supremo deve ancora tastare il nuovo gruppo e poi si sa che il pomeriggio non tutti recepiscono.
La del e la conoscenza dell’ è tutto: google maps, cartine geografiche, guide turistiche e stradali (specie quelle vecchie, magari degli anni ’50, ce ne sono alcune fa-vo-lo-se e si trovano a pochi euro), libri, manuali di cucina e di agricoltura, brouchure (si scrive così?) rubate all’infopoint durante l’ultima pausa-caffè, ma anche qualche vecchia dispensa universitaria sul concetto di paesaggio. Tutto torna utile, per il lavoro del .
E voi, durante gli spostamenti, di cosa parlate?