Sadali

Sadali Sadali (in sardo Sàdili) è un comune di 1.054 abitanti della provincia di Cagliari, nella regione storica della Barbagia di Seulo. al 500 a.C. S.M.
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Il comune fa parte della XIII Comunità Montana Sarcidano-Barbagia di Seulo. Sadali è uno dei 13 comuni precedentemente nella provincia di Nuoro che sono passati alla provincia di Cagliari a seguito della definitiva approvazione delle legge regionale n. 9 del 12 luglio 2001 e delle relativa revisione dei confini amministrativi. http://sadaliospita.wix.com/portaleturistico

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TERRITORIO
Il territorio di Sadali ha un'estensione di 4988 ettari, confina a nord con il comune di Seulo, a ovest con Villanovatulo, a est con Seui e sud con Esterzili e Nurri. Il nucleo centrale del territorio è costituito da un vasto altopiano dolomitico-carbonatico in cui è presente un intenso carsismo. L'altopiano ha una quota media di circa 750–800 m.s.l.m., serbatoio naturale delle falde acquifere che alimentano numerose sorgenti e le suggestive cascate del territorio. L'altopiano presenta un aspetto brullo e povero di vegetazione esclusi alcuni tratti in cui sono presenti i resti di un'antica foresta secolare che prima ricopriva l'intero “tacco” e che oggi è presente solo lungo le valli che lo contornano. Le essenze arboree che costituiscono le foreste sono principalmente lecci, sughere, roverelle e sporadici esemplari di tasso, agrifoglio e acero, mentre il sottobosco è costituito da ginepro, corbezzolo, lentisco, fillirea, erica, rosmarino, cisto che nel loro insieme costituiscono la tipica macchia mediterranea. Oltre alle numerose sorgenti e ai torrenti il territorio di Sadali è ricco di grotte che durante la primavera e l'estate sono meta di numerose comitive di turisti. Il Flumendosa costituisce uno degli aspetti salienti del paesaggio sadalese, limite di confine tra la Barbagia e il Sarcidano e fonte di ricchezza importante per la Sardegna sempre povera d'acqua e afflitta per anni dalla piaga della siccità. In oltre nel territorio sono presenti numerose testimonianze archeologiche della cultura del neolitico superiore della civiltà nuragica fino alle testimonianze della civiltà punica e romana. STORIA

Il territorio comunale di Sadali fu interessato, per quanto oggi si conosce, anche da presenze storiche ricollegabili al periodo prenuragico, a quello nuragico ed a quello corrispondente alla penetrazione romana iniziata tra il III e il II sec. a.C. , forse costituendone le ultime terre conquistate ai margini della impenetrabile Barbagia. Non si hanno notizie riferite ai periodi delle varie invasioni che hanno interessato la Sardegna dai primi Neolitici(6000-3000 a.C. ) ai protosardi o prenuragici (2350-1600 a.C.). Sicuramente come testimoniato dalle vecchie costruzioni megalitiche, vi fu vita nel periodo apogeíco del Nuragico che va dal 800 a.C. immediatamente successivo allo sbarco dei Fenici. Della presenza di questi ultimi non esistono testimonianze nel territorio di Sadali come non ne esistono del periodo che va dall'invasione dei Vandali (455 d.C.) a quello dei Bizantini, Ostrogoti, Longobardi, fino alle scorrerie ed all'occupazione Saracena del 711 d.C. Intorno al Mille Sadali venne incluso nella Curatoria della Barbagia di Seulo ed assegnato al Giudicato di Cagliari. Il vecchio centro abitato di Sadali è pertanto di epoca antecedente al 1335, anno in cui di esso si trovano cenni nell'Archivio della Corona di Aragona. Un documento che parla di "Sadeli" è il "ripartimiento de Cerdena" o "Compartimento de Sardenya" del 1358, che lo ascrive ai villaggi infeudati a "En Johan Carroz" della curatorìa di "Siulo" (l'attuale vicino e confinante Seulo). Si può verosimilmente supporre che il vecchio centro sia sorto come naturale evoluzione dalla antica vita nuragica al medioevo. Sicuramente, nel periodo della Sardegna Giudicale appartenne al Giudicato di Cagliari fino al 1258, anno in cui la Capitale S.Igia venne distrutta da una coalizione Sardo-Pisana. Resta il dubbio a quale giudicato sia appartenuto dopo la spartizione di quello di Cagliari tra il Giudice di Arborea, quello di Gallura e i conti Donoratico di Pisa. Gli storici, comunque lo assegnano al Giudice di Arborea. Agli inizi del secolo XIV passò sotto il dominio di Pisa, nel 1326 in quello degli Aragonesi; nel 1479 venne incluso nel dominio Iberico, che durò 400 anni con una breve parentesi (1708-1717) di dominazione austriaca. Nel 1604 fu Incorporato nel Ducato di Mandas, feudo dei "Mazza" e da questi passò ai "Tellez Giron" ai quali fu riscattato nel 1839. Fino agli inizi del VIII secolo i collegamenti della Barbagia di Seulo con il Campidano e con l'Ogliastra erano costituiti da mulattiere e l'isolamento diventava totale quando le piene del "Dosa (Flumendosa)" rendevano impraticabile il guado. Con la cessione del Regno di Sardegna ai duchi di Savoia nel 1720 ebbe fine questo isolamento con la realizzazione del ponte sul Flumendosa o, secondo alcuni storici, della ricostruzione del vecchio ponte Romano. In questo periodo Sadali venne assegnato alla provincia di Isili istituita, insieme ad altre 15 provincie, a seguito del Reggio Editto di. del 04-05 1807. Nel 1850, dopo la fusione del Regno di Sardegna col Piemonte, avvenuta nel 1847, 13 anni prima della appartenenza definitiva al Regno d'Italia, furono ultimati i tratti Monastir-Mandas e Serri-Lanusei appaltati quest'ultimo, dall'Ufficio dell'Intendenza Generale del Regno di Sardegna, il giorno 11 Agosto 1832. Durante la sua costruzione venne abbandonato il vecchio ponte sul Dosa, già inagibile per il crollo di due arcate nella piena del 1846, e venne costruito un nuovo ponte in agro di Villanovatulo che rimase in uso sulla S.S. 129 fino alla sua sostituzione, negli anni 50, con l'attuale struttura conseguente alla realizzazione dell'invaso del Flumendosa. Nel 1961 nacque un nuovo paese, l'atto di nascita è redatto dall'Amministrazione con il nome di programma di fabbricazione. Lo spostamento causò lo spopolamento di Sadali vecchio permettendo in tal modo di mantenere integre e immutate le sue caratteristiche. Il centro storico è suddiviso in "ixinausu" (unità di vicinato). I vicinati hanno diverse densità di aggregazione che la connotano e si distinguono in base al periodo nel quale sono stati edificati. Nella parte più antica, sono disposti su un livello in nuclei sufficientemente distanziati tra loro ed interconnessi da un filtro verde di campagna e di giardini privati, mentre le case isolate sono abbastanza rare. Nella parte più antica si ritrovano i tratti elementari della tipica "domu" sarda non contaminata da alcuna modifica: costituita da un'unica stanza di focolare è destinata ad accogliere l'intera famiglia. Tutti i modelli più complessi derivano da successive aggiunte. I due ambienti dai i quali era costituita l'abitazione erano coperti generalmente da una sola falda che permetteva la costruzione di un soppalco, utilizzato come dispensa, alla quale si accedeva posteriormente. Nei vicinati che si addossano a via Roma, si trovano le costruzioni più recenti, risalenti al secolo scorso. Le abitazioni si sviluppano in altezza per due o tre piani, disposte a schiera costituiscono dei blocchi unici delimitati dalla strada. In queste tipologie più tarde le aperture sono più ampie, sono presenti balconi con ringhiere in ferro battuto e le caratteristiche porte con sopraquadro in ferro. L'accesso a i piani superiori è garantito interiormente da la scale in legno. I particolari architettonici della casa sadalese sono elementi di scarso valore architettonico, ma hanno un buon valore storico, sia per l'utilizzo e la durata dei materiali usati, sia per la scelta e nella disposizione dei luoghi di edificazione. Le murature vengono realizzate in pietra ottenuta dallo scavo delle case. Nei secoli scorsi le murature erano legate con terra grassa. Nei piani inferiori si utilizzava la pietra calcarea raccolta nelle cave del tacco e trasportata con i carri per completare la muratura, in prossimità delle chiusure orizzontali veniva utilizzato anche lo schisto. L'intonaco è realizzato con diverse composizioni, per l'interno e per l'esterno. La composizione dell'intonaco esterno era realizzata amalgamando fango e argilla reperiti in cave locali. Nelle case più povere veniva realizzato con un sottile strato di argilla "s'imburdugu". L'intonaco per l'interno era realizzato in fango e calce, messa in opera mediante dei drappi di tessuto grezzo. S'ixinau era costituito da tipiche abitazioni risalenti all'inizio del secolo realizzate in pietre, legno e fango, la loro caratteristica principale è appunto la loro estrema semplicità. Questa tipologia si adatta ad un utilizzo turistico, naturalmente sono necessarie delle modifiche nella parte interna. Come obbiettivo principale ci si pone il recupero del centro storico destinando le unità immobiliari da riqualificare a residenze turistiche a utilizzando tutto il centro storico, come struttura ricettiva per il turismo creando le opere essenziali e adeguate in modo da non stravolgere il valore storico culturale. Il recupero deve comprendere l'intero territorio integrando ogni tipo di intervento. In poche parole il recupero del centro storico non deve essere fine a se stesso ma implica lo sviluppo di iniziative collegate tra loro e finalizzate al perseguimento dello sviluppo economico. Le case dovranno essere recuperate nel rispetto fedele dei contenuti storici delle tipologie edilizie, e dei materiali utilizzati per la costruzione, eccezione fatta per quanto riguarda modifiche di strutture igienico- sanitarie.

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