Esco a Fare Un Giro

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Esco a Fare Un Giro il viaggio come piacere di muoversi...
partire lasciando a casa chi siamo per farsi penetrare a pien

per chi ama viaggiare... per chi viaggia sempre con la testa e con il cuore...
per chi visita un luogo ma non lascia traccia del suo passaggio...

Impatto ambientale pari a ZERO.Poi ci sono i fenomeni dell'ecosostenibile.Non il "dove" ma il "come"....
27/11/2023

Impatto ambientale pari a ZERO.
Poi ci sono i fenomeni dell'ecosostenibile.
Non il "dove" ma il "come"....

Il percorso e la logistica.
Viaggiare in bicicletta è semplice, si caricano le borse sulla bici e si parte, ma questa volta non sarà così.
Il 18 dicembre lascerò Bologna dirigendomi verso Monaco di Baviera dove il 22 dicembre in treno raggiungerò Flensburgo ed inizierà ufficialmente il progetto.
Trasporterò gli sci sulla bicicletta e pedaleró i primi 1600 km fino ai confini con il circolo polare Artico passando da Oslo a prendere un paio di scarponi polari di seconda mano che ho fatto spedire ad un contatto di un mio amico.
Terminati i 1600 km conto di recuperare la slitta che acquisterò con una settimana di anticipo sul sito norvegese e che verrà spedita al post office del villaggio di arrivo. Affiderò poi la bici sperando di trovare qualcuno disposto a tenerla. In caso contrario la lascerò nel mezzo di quelle foreste sconfinate e salverò la posizione per riuscire a ritrovarla.
A inizio gennaio con pochissime ore di luce a disposizione, conto di iniziare a percorrere i successivi 750+ km con gli sci e la slitta dividendoli in 4 tappe, la più lunga di circa 380 km senza centri abitati, dove dovrò affidare la mia vita alle scorte di cibo che avrò nella slitta. Sarà una tratta stupenda, attraverso zone remote e selvagge. Infine al post office di Abisko in Svezia dovrei recuperare l'abbigliamento per il kayak che mi verrà spedito con qualche giorno di anticipo dall'azienda.
Una volta arrivato nel nord delle isole Lofoten inizierà la tratta in kayak di oltre 1000 km. Partirò da lì perché ci abita un signore che ha messo in vendita il suo kayak e che quando gli ho scritto mi ha promesso di tenerlo da parte per me in un capannone fino al mio arrivo.
L'ultima tratta in kayak la reputo il cuore di questo progetto e spero di aver considerato bene ogni aspetto. Negli ultimi due anni le minime di febbraio nella zona di partenza in kayak hanno toccato anche i -26/-28°C quindi non sarà facile gestire l'acqua che mi arriverà addosso a certe temperature, soprattutto le mani.
Nelle zone scoperte dai fiordi e dalle isole se le condizioni saranno proibitive avrò comunque un piano B dato che sul kayak trasporterò gli sci che mi permetteranno di uscire dall'acqua e di trainare il kayak sulla neve per raggiungere sia villaggi dove caricare le scorte di cibo sia zone dove mettermi al sicuro dall'oceano.
Ho studiato solo come realizzare il progetto e non come tornare, perché se mai dovessi arrivare a Vardø portando a termine il progetto, tornare poi a casa passando a recuperare la bici e la slitta in autostop o con mezzi vari sarà l'ultimo dei problemi.

L'ultimo degli avventurieri... Un faro per chi sogna... Un ispiratore per chi vuole un mondo migliore...Un grande... Bue...
25/11/2023

L'ultimo degli avventurieri... Un faro per chi sogna... Un ispiratore per chi vuole un mondo migliore...
Un grande... Buen camino.

🇮🇹 Questo inverno vivrò forse una delle esperienze più belle e allo stesso tempo più impegnative della mia vita.
Nell'ultimo anno ho rivalutato il mio concetto di avventura ed ho capito che non è realmente importante il "dove" ma il "come".
L'entusiasmo che percepisco vivendo determinate esperienze non deriva quasi mai da condizioni che già conosco, bensì da ciò che per me è totalmente nuovo.
Ritengo la bicicletta il mezzo più comodo e veloce per coprire lunghe distanze, per questo i primi 1.600+ km mi serviranno solo per avvicinarmi al circolo polare Artico, trasportando con me tutto il materiale necessario.
Durante la traversata di oltre 750 km con gli sci e la slitta voglio invece imparare il più possibile dal terreno e dall'ambiente circostante, testando alcuni materiali e tecniche che mi serviranno in futuro.
Infine inizierà l'avventura, quella vera, dato che uscirò totalmente dalla mia "zona di comfort". Il solo pensiero di coprire la tratta finale di oltre 1.000 km con un kayak usato che comprerò in un piccolo villaggio nel nord della Norvegia, mi attrae ed entusiasma più di qualsiasi altra cosa.
🇬🇧 This winter I will live perhaps one of the most beautiful and difficult experiences of my life.
In the last year I have reevaluated my concept of adventure and I have understood that it is not really important "where" but "how".
The enthusiasm that I felt when experiencing certain situations almost never comes from conditions that I already know, but rather from what is totally new to me.
I consider the bicycle to be the most comfortable and fastest way to cover long distances, which is why I will use it during the first 1,600+ km only to get closer to the Arctic Circle, carrying all the necessary material with me.
During the crossing of over 750 km on skis pulling a sled, I want to learn as much as possible from the terrain and the surrounding environment, testing some materials and techniques that I will need in the future.
Then finally the real adventure will begin, since I will totally leave my "comfort zone". Just the thought of covering the final stretch of over 1,000 km with a second hand kayak which I will buy in a small village in northern Norway, it attracts and excites me more than anything else.

“usciamo dalle strade sicure, andiamo oltre quello che ci rassicura, se con noi abbiamo un materassino e un sacco a pelo...
22/11/2023

“usciamo dalle strade sicure, andiamo oltre quello che ci rassicura, se con noi abbiamo un materassino e un sacco a pelo possiamo dormire anche in un garage, cerchiamo itinerari diversi, strade traverse, incontriamo gente, mangiamo nelle botteghe o nei piccoli bar di paese, ha più calore una piccola pensione isolata che un albergo abituato al flusso del turismo, non permettiamo ad altri di indicarci la via ma creiamo la nostra, prendiamo spunto ma poi modifichiamo.
Non vi è nulla di avventuroso nel fare ciò che fanno tutti, ma l’avventura può essere anche andare a trovare l’amico che vive a 100 km da noi, l’avventura deve essere nostra.
Guardiamo le cartine, disegniamo noi i sogni da percorrere con le nostre bici, non affidiamo agli algoritmi la linea da seguire, costruiamola noi.
Diffidiamo di chi vende e lasciamoci ispirare da chi regala”

Fate schifo....
09/11/2023

Fate schifo....

"Vi rompiamo le scatole, signori, perché nessuna fonte appartiene al proprietario del terreno. Magari ha il diritto di attingere l’acqua. Ma la fonte appartiene, in modi regolati dalla legge, anche a tutti quelli che vengono dopo. Altrimenti il proprietario delle fonti del Po potrebbe chiudere il rubinetto e lasciare la pianura padana all’asciutto. Vi rompiamo le scatole perché un ghiacciaio è un bene pubblico, è una falda acquifera, non lo potete usare come vi pare. È l’acqua che beviamo anche noi. Non potete accelerare il suo scioglimento triturandolo per fare una pista. Non è di Zermatt, non è di Cervinia, è di milioni di persone tra il Monte Rosa e la laguna veneta. È anche mio, che per altro sono un cittadino valdostano".

Paolo Cognetti

📖 LaRepubblica, 8 novembre 2023

UN AVVENTURA LUNGA 30 ORE.I presupposti per un bel week-end c'erano tutti.Giornata grigia, fredda e ventosa sabato, piog...
07/11/2023

UN AVVENTURA LUNGA 30 ORE.
I presupposti per un bel week-end c'erano tutti.
Giornata grigia, fredda e ventosa sabato, pioggia in serata fino a notte inoltrata e poi cielo sereno domenica.
Il piano era perfetto, partenza in tarda mattinata, una quarantina di km sabato, piazzare la tenda prima del buio, passare la notte al riparo e poi domenica fare i restanti 60 km con il bel tempo.
"Era" perfetto.
Venerdì sera carico la bici, tenda, sacco-letto, materassino, cibo e pentolame, cambi asciutti, anti-acqua, capi pesante. Via.
Sabato verso le 10:30 arrivo nei pressi dello chalet "LE MARMOTTE" sopra Limonetto, dove lascio l'auto.
Quota 1.800 m s.l.m. sul confine italo-francese proprio dove inizia lo sterrato della traversata "LIMONE-VENTIMIGLIA".
Appena apro la portiera il vento me la risbatte in faccia con forza, capisco subito come sarà la giornata.
Scendo e scarico la bici, la temperatura è sui 3 gradi sopra lo zero.
Partendo da qui si entra subito nel bello, nel magnifico, la strada militare inizia a salire, prima dolce poi più decisa fino ad arrivare al colle Campanin, (km5), appena si svolta a destra il panorama già toglie il fiato, siamo già oltre quota 2.100, sui prati sottostanti vedo già la prima neve.
La strada scende comoda e facile fino al colle della Perla, l'aria gelida mi taglia la faccia ma il panorama attenua il freddo, poco dopo giungo al colle della Boaria e ad il celebre tornante, immagine iconica della "VIA DEL SALE", da qui il paesaggio cambia, entro nel regno della pietra, oggi coperta di un sottile velo di nevischio ed a tratti di ghiaccio crostoso, atmosfere decisamente nordiche.
Mentre resto in silenzio ad ascoltare il rumore del vento tra questi luoghi rocciosi vedo all'orizzonte la perturbazione prevista in serata, anche se capisco subito che la "st***za" è in anticipo.
Malgrado questo continuo senza patemi, ad ogni curva un nuovo magnifico scorcio merita contemplazione, un sospiro, una foto.
Incontro un signore a piedi sulla sessantina con due grossi cagnoloni, ha i capelli bianchi e tante rughe sul viso, un volto che assomiglia alle rocce che lo circondano, ci facciamo un cenno di saluto proseguendo in direzioni opposte.
Poco dopo lo vedo salire su un ripido sentiero, probabilmente bivaccherà da qualche parte.
Raggiungo il colle dei "SIGNORI", nei pressi del rifugio Don Barbera, ormai chiuso.
Proseguo per il lungo diagonale che porta al passo Framargal, sotto la cima Pertegà, la vista da qui verso la vallata magnificamente spettrale è superba anche se una f***a nebbia copre le cime, il cielo e la terra hanno gli stessi colori, grigio e bianco.
Con le ruote che sempre più spesso frantumano sottili croste di ghiaccio giungo al passo.
In meno di 10 metri è come se passassi attraverso due luoghi diversi, opposti.
In poco più di un ba***re di ciglia, passo da un luogo artico, gelido e vetruleo a prati verdi scoscesi, pochi metri e la pietra cede il posto al bosco.
Inizia però a piovere ghiaccio.
Attraverso il bosco delle Navette in un intermittenza di pioggia e neve.
Giunto al casotto di legno al bivio che scende a Monesi, approfitto del riparo per mangiare qualcosa e farmi un tè caldo rigenerante.
Per un attimo considero di passare la notte qui, sarebbe un buon posto, 28 km percorsi, troppo pochi e troppo presto.
Malgrado la perturbazione prevista per le 19 sia già arrivata alle 15 decido di continuare.
Indosso giacca e pantaloni anti-pioggia e sotto un misto di acqua e ghiaccio mi rimetto in marcia.
Superato il passo della Porta giungo al bivio che sale al passo Tanarello, ora piove davvero forte, mani e piedi sono zuppi, le prime calde mentre i secondi non li sento più ormai da due ore.
La seguente discesa verso il colle dell'Ardente mi impegna non poco, tra pietre smosse taglienti e acqua che mi bagna sia da sopra che da sotto.
Appena 200 metri prima del colle trovo un bello spiazzo.
Guardo l'ora, 16:52, tra poco farà buio.
Non ci penso due volte. Pianto la tenda, cercando di essere veloce malgrado il freddo che ora che mi son fermato mi sta letteralmente irrigidendo.
Dentro la tenda, mi spoglio indossando subito abiti asciutti, pur sapendo che quelli tolti non asciugheranno mai.
E' ormai buio, quando scaldo l'acqua per un bel tè caldo, molto più gradito di quello di due ore prima.
Nel frattempo la tempesta si sfoga, vento e scrosci intermittenti di pioggia intensi andranno avanti fino alle 4 del mattino.
Malgrado sia chiaro già da un pò, apro la tenda che sono quasi le 7:30. Un cielo azzurro ed i primi raggi che colpiscono le cime sono una vera magia per i miei occhi dopo le atmosfere artiche di ieri.
Caffè e poi smonto in fretta tutto.
La tenda è fradicia, ma poco importa, stasera sarò nel mio letto.
Non sono neanche le 9 quando mi rimetto in marcia. In breve giungo al trivio, Monesi, colle della Melosa, La Brigue.
Inizio la magnifica discesa che in 16 km giunge a La Brigue perdendo oltre 1.000 m. di quota.
Risalgo su asfalto fino a Tende, mi fiondo dentro una "boulangerie" e "sperpero" ben 7 euro per un panino al pollo e uova lungo 30 cm ed una fetta di "tarte a pommes" di quasi 3 etti.
La felicità si nasconde in queste cose.
Seduto sulla panchina mi rifocillo mentre il sole mi scalda ossa e soprattutto i piedi, ormai rassegnato al fatto che resteranno bagnati fino alla macchina.
Poco dopo le 10 inizio la salita che mi dovrà portare fino ai 2.038 metri della Baisse de Peryrafique.
Una salita tanto bella quanto sfiancante, 23 km di ascesa ininterrotta, oltre 1.300 metri di dislivello, interamente dentro boschi di larici ed abeti, una strada stretta, un asfalto in pessime condizioni all'inizio per poi diventare nel tratto più impegnativo una lastricata da imprecazioni. Inoltre l'alternarsi di luce ombra crea sbalzi di temperatura di oltre 5 gradi, decido di salire leggero, manica corta e gilet anti-vento, perchè nel dubbio sempre meglio avere un pò freddo piuttosto, sudare troppo non è mai un bene in questa stagione.
La salita è veramente tosta, costringendomi spesso al piede a terra per prendere fiato.
Ma tutta la fatica è ripagata in un solo istante una volta raggiunto lo scollinamento,
Una vista impagabile sulla "val des Mervelles", un tripudio di colori autunnali, con le cime imbiancate di fresca polvere bianca.
mentre mi godo il vallone delle meraviglie faccio asciugare la tenda al sole ed al vento, mio compagno assiduo in questo stupendo giro.
Dalla Basse de Peryfique solo pochi chilometri di strada bianca mi separano dalla mia auto.
Sono decisamente cotto dal freddo e dalla salita da Tende che mi ha impegnato per oltre 4 ore.
Poco dopo arrivo all'auto.
Sono quasi le 16:30, la temperatura scende in fretta.
Mentre carico la bici in macchina, ripenso a quando soltanto ieri mi addentravo in quel paesaggio di cristallo, pedalando tra candelotti di ghiaccio e panorami invernali, alla notte nella tempesta per poi ritrovarmi con la giornata di oggi soleggiata e luminosa, con un tripudio di colori.
Sono passate solo 30 ore, eppure ho pedalato attraverso 3 stagioni, con pioggia, neve, ghiaccio, sole.
30 ore come un mese.
Un avventura dietro casa.

Qui il link con il file GPX del tracciato.

https://it.wikiloc.com/percorsi-bikepacking/via-del-sale-val-des-marvelles-152534399

Salgo nel silenzio di una montagna che si colora di inverno.Il vento gelido mi sputa in faccia gocce di ghiaccio pungent...
04/11/2023

Salgo nel silenzio di una montagna che si colora di inverno.
Il vento gelido mi sputa in faccia gocce di ghiaccio pungenti come aghi.
Nella mente ho un solo pensiero, quello di riuscire a mo***re la tenda prima che faccia buio.
Il resto è contemplazione di uno spettacolo formidabile.
Finalmente una radura.
Preparo il bivacco mentre continua a piovere ghiaccio.
Sarà una lunga notte di pioggia e vento.

USCIAMO A FARE UN GIROUn messaggio in chat, doveva essere un giro tra pochi amici.È stato un weekend fantastico, un inva...
09/10/2023

USCIAMO A FARE UN GIRO
Un messaggio in chat, doveva essere un giro tra pochi amici.
È stato un weekend fantastico, un invasione di bikepackers a spasso per il Monferrato.
40 biciclette nella polvere in un torrido fine settimana autunnale.
UNA FESTA.

USCIAMO A FARE UN GIROQuesto weekend ci sarà la festa di Esco a Fare Un Giro e W***y non può mancare....😎😎😎
06/10/2023

USCIAMO A FARE UN GIRO
Questo weekend ci sarà la festa di Esco a Fare Un Giro e W***y non può mancare....😎😎😎

Monferrato Gravel Traverse L'ingresso sul retro.La Monferrato Gravel Traverse non è un percorso cicloturistico, non è un...
11/09/2023

Monferrato Gravel Traverse

L'ingresso sul retro.

La Monferrato Gravel Traverse non è un percorso cicloturistico, non è un trail, non è una manifestazione ciclistica ne un evento sportivo.
La MGT è un invito al viaggio, alla scoperta.
Quando sabato mattina poco dopo le 7 del mattino sono partito per la ricognizione completa del tracciato avevo poco entusiasmo, i primi km li percorro spesso, le strade che escono da Valenza sono ovviamente sempre le stesse, ero in preda ad un senso di noia.
Ma è durato poco.
Man mano che il percorso si srotolava sotto le ruote della bici, un sorriso appariva spontaneo sul mio viso, km dopo km il mio umore cambiava e dopo qualche ora pur essendo dietro casa ho iniziato a sentirmi in viaggio.
Il continuo variare del paesaggio, le colline striate di filari adorni di grappoli d'uva, il silenzio, le alpi che incorniciavano l'orizzonte mi hanno fatto vedere tutto come se fosse la prima volta, facendomi stupire e meravigliare.
La MGT è un viaggio non convenzionale, una linea che unisce paesi silenti, quasi sonnacchiosi, percorrendo strade antiche senza tempo.
Se nel breve volgere di due giorni completare il tracciato è una sfida con noi stessi, avendo invece 4/5 giorni a disposizione diventa un viaggio quasi avventuroso, simile ad un lunga cavalcata medievale.
Avendo tempo entrando nei villaggi ci si può perdere tra vie e vicoli quasi deserti, ammirare chiese, cinte murarie e castelli.
Oppure godere del silenzio dei boschi, delle vallate, coricarsi sui prati guardando pezzi di cielo tra le chiome degli alberi.
In alcuni tratti della MGT il senso di isolamento è talmente forte ed inaspettato per queste zone che entrare in piccolo paese di poche anime potrà sembrarci disturbante ma al tempo stesso sarà un piacere tanto semplice quanto intenso farsi fare una panino con il salame cotto in una bottega alimentare o prendere un caffè in un piccolo bar facendo due chiacchiere con i pochi avventori dal tipico accento piemontese.
La MGT è un viaggio "diverso", una immersione totale nel Monferrato più autentico e rurale.
Un viaggio che tocca tanti piccoli comuni, alcuni noti altri, la stragrande maggioranza, sconosciuti ed in ognuno di questi non ci entrerete dalla via maestra ma sempre da una via traversa.
A volte la prima cosa che vedrete avvicinandovi ad un paese sarà il suo cimitero, altre un pollaio o un piccolo recinto con gli asinelli.
Insomma entrerete sempre dall'ingresso sul retro.

Download GPS track

https://it.wikiloc.com/percorsi-bikepacking/monferrato-gravel-traverse-by-esco-a-fare-un-giro-126851262

Aggiornamento
10/09/2023

Aggiornamento

Monferrato Gravel Traverse un viaggio vicino a casa...
09/09/2023

Monferrato Gravel Traverse un viaggio vicino a casa...

06/09/2023

Mix them up!

All together, as a mix of diversity with all their details and uniqueness.

ARKAIKA and PROMETHEUS collections.

To be seen this weekend 9 September during in Haarlem inside the beautiful location …and it ia also !

Tornare lassù oggi è stato un alternarsi di emozioni, lacrime e sorrisi, non c'era la tua bici ma c'era qualcosa di te.C...
03/09/2023

Tornare lassù oggi è stato un alternarsi di emozioni, lacrime e sorrisi, non c'era la tua bici ma c'era qualcosa di te.
Ciao Fra.... ⭕♥️

My Brother..♥️
01/09/2023

My Brother..♥️

We are all different and unique.
With our own flaws and scratches.

ARKAIKA and PROMETHEUS medium rings.
925 oxidized and textured sterling silve.

Arriviamo my friend!!♥️
01/09/2023

Arriviamo my friend!!♥️

5001 volte GRAZIE!Ognuno di voi ha messo un "👍" di sua spontanea volontà, per una foto, per un mio scritto o chissà per ...
31/08/2023

5001 volte GRAZIE!

Ognuno di voi ha messo un "👍" di sua spontanea volontà, per una foto, per un mio scritto o chissà per quale motivo.
Per quel che vale per me questa cifra tonda è una grande soddisfazione e al tempo stesso una responsabilità.
Grazie a TUTTI!!!!

"viaggiare è il piacere di muoversi"

1.000 KM DI SOLITUDINEMi è venuto in mente spesso durante il mio ultimo viaggio lungo l'Appennino il libro di Garcia Mar...
29/08/2023

1.000 KM DI SOLITUDINE

Mi è venuto in mente spesso durante il mio ultimo viaggio lungo l'Appennino il libro di Garcia Marquez "100 anni di solitudine".
Io il libro non l'ho mai letto e non so nemmeno molto sulla trama ma la potenza evocativa di quel titolo si prestava molto alle emozioni che provavo in quei giorni in bici lungo le strade deserte che da Bari mi hanno riportato a casa.
Ore di solitaria contemplazione in movimento, osservando un lontano, profondo orizzonte.
Con gli occhi seguivo i profili dei monti provando stupore per la bellezza e sgomento per la fatica che mi attendeva.
Infinite le soste, dove venivo avvolto dal silenzio, quasi sopraffatto.
Un silenzio con la voce del vento che dava mostra di sé con le nuvole che si muovevano rincorrendosi sulle creste.
Ad ogni fermata la fronte grondava sudore sui miei occhi.
Non un auto, una moto, nulla.
Così per km e km.
Prima in Puglia, poi in Basilicata, in Molise.
L'aria rovente scivolava sui campi muovendo e sdraiando l'erba.
La solitudine si interrompeva ad ogni villaggio.
Non credo non vi sia stato paese, per piccolo che fosse dove qualcuno non mi abbia chiesto da dove venissi, dove andassi.
Un pranzo fugace, un caffè poi tornavo nella mia solitudine pedalata.
Io e la bici scivolavamo nei colori dell'Appennino, inghiottiti dalle valli, dalle montagne in un cammino apparentemente senza tempo.

APPENNINO LA DIMORA DELLE ANIMEdiario di viaggioQuanti di noi conoscono davvero bene il nostro Appennino?L’Appennino è u...
27/08/2023

APPENNINO LA DIMORA DELLE ANIME

diario di viaggio

Quanti di noi conoscono davvero bene il nostro Appennino?
L’Appennino è una catena montuosa lunghissima che inizia dal colle di Cadibona in provincia di Savona e corre lungo tutta la pen*sola italiana e termina immergendosi nel mare in provincia di Reggio Calabria.
Guardando una cartina fisica dell’Italia, l’Appennino sembra davvero la spina dorsale del nostro Paese.
Nel mese di maggio, dopo aver scartato la Scozia a causa di un prezzo del volo aereo a dir poco estorsivo, ho iniziato a pensare ad una traversata appenninica.
In tanti lo hanno percorso, chi a piedi, chi a cavallo, alcuni in bici.
Esiste anche una traccia che lo percorre per intero, L’APPENNINICA, ma dopo averla visionata ho subito compreso che non mi piaceva, troppo asfalto, troppi way point scontati, poco o nulla dell’Appennino vero.
Allora durante le sere di tarda primavera ho passato ore a disegnarmi una traccia.
Sarei partito da Bari che avrei raggiunto in aereo, poi dopo un primo trasferimento Matera avrei iniziato la lunga traversata verso casa.
Ho usato due app per tracciare, Komoot e BaseCamp, usandole in maniera semplice e cioè come mappe cartacee, disegnando km dopo km la linea da seguire, il filo di Arianna che mi avrebbe riportato a casa.
Tre regole mi ero dato.
Prima regola: i comuni che avrei toccato non dovevo mai averli sentiti nominare.
Seconda regola: la parte in asfalto della traccia doveva svilupparsi su strade secondarie lontano dal traffico convenzionale.
Terza regola: un terzo del tracciato doveva essere su strade bianche o sterrate.
Ultimare la traccia mi ha impegnato per parecchie sere, una trentina di ore in totale, un lavoro ma che alla fine ha pagato.
Il 4 agosto alle 7:45 il mio volo Easy Jet decollava verso Bari mentre il 22 agosto intorno alle 17 mi appariva davanti agli occhi il cartello di Valenza, casa mia.
Diciamo subito che è stato un viaggio straordinario, una traversata solitaria attraverso un Italia di cui ignoravo l’esistenza, un viaggio tremendamente difficile per il dislivello da dover superare ma che la bellezza di ciò che incontravo ogni giorno ha in qualche modo anestetizzato il dolore e la fatica, si perché dati alla mano è stato uno dei viaggi più impegnativi che abbia mai fatto ma dei numeri parlerò più avanti.
Il mio rientro a casa è iniziato proprio dall’aeroporto Karol Wojtyla di Bari (nota a margine, con mia piacevole sorpresa una volta atterrato ho scoperto che subito fuori dall’aeroporto, appena dietro l’ingresso per la stazione dei treni vi è una postazione per le biciclette con la classica colonnina con attrezzi e p***a).
La prima tappa mi portato fino alla magnifica Matera da dove nella mia testa partiva il km 0 del mio viaggio.
Matera è stato il luogo perfetto per prepararsi mentalmente al viaggio.
Città di rara bellezza dal fascino struggente, vedere i Sassi al tramonto con le luci che lentamente si accendono tra le case è stata un’emozione forte, così come affacciarsi su uno dei tanti terrazzi che danno sulla città vecchia, un presepe millenario, commuovente.
Dal 5 di agosto ho iniziato poi la mia lenta risalita verso nord, seguendo le “mie” strade traverse.
La traccia ha toccato praticamente tutte le regioni dell’Italia peninsulare, infatti escludendo il nord-est e la Calabria ho pedalato tra Puglia, Basilicata, Molise, Campania, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia ed infine Piemonte dove sono arrivato 18 giorni dopo la mia partenza da Matera.
Ora ripensando a quei faticosi km la sensazione che provo è quella di aver viaggiato non solo in un Italia che non conoscevo ma anche in una splendida realtà totalmente diversa dalla percezione che ho sempre avuto del mio Paese.
Viviamo in un mondo bombardato di informazioni, ogni giorno siamo bersaglio di news, fatti di cronaca, spot pubblicitari, Tg.
Ogni giorno veniamo sommersi da migliaia di input che distorcono completamente la realtà in cui viviamo e ci proietta in un mondo finto, gestito.
La nostra mobilità stessa e ormai distorta ed i nostri percorsi sono tracciati dagli algoritmi di Google Maps, dalle App, o dalle tracce degli “altri”.
Nessuna App mi avrebbe mai portato a Duronia, a Chiauci o Mercatello sul Metauro.
Nessuna App mi avrebbe permesso di dormire con la tenda nei pressi di un lago per la pesca sportiva.
La scoperta e lo stupore sono stati compagni di cammino inseparabili che insieme alle meraviglie sconosciute e alla gente dei luoghi attraversati ha fatto di questo viaggio uno dei più belli che abbia mai vissuto.
E’ stato un viaggio lontano, dal traffico, dal turismo invadente e cafone che ormai come metastasi infetta tutto e tutti, lontano dai luoghi da cartolina e da influencer.
Un viaggio attraverso i dialetti e le usanze di un Paese come l’Italia che ha dentro di se una varietà infinita di accenti, sapori e profumi, costumi e tradizioni, una forma di bio-diversità che andrebbe preservata e protetta e che invece viene triturata ogni giorno da un informazione distorta e criminale, gestita da una politica infame e da una società ormai agonizzante che ci vuole tutti uguali e che rinnega il fatto che l’Italia ha la sua forza a la sua meraviglia proprio nella sua storia contadina.
Quanta gente “vera” incontrata, quanta gentilezza e ospitalità, ovunque ed ogni giorno ho ricevuto attenzioni rare, anche dagli stessi esercenti, che fosse un ristorante, un campeggio o un b&b.
Attenzioni che mai potrei ricevere in quei luoghi ormai invasi dal turismo di massa, chiassoso, arrogante che non da tregua, che non contempla ma fagocita.
Quanto ridere ho fatto quando è uscita la storia dei 2 euro per dividere il toast mentre io ero in un bar in Molise dove ho pagato 1 euro e 20 una birra in bottiglia da 33 cl.
Quanti borghi silenti ho attraversato dove è un piacere sopraffino fermarsi nel bar del centro con i pochi avventori, ascoltare le chiacchiere degli operai o le liti dei vecchietti che giocano a carte, con un dialetto diverso ad ogni tappa o come a Duronia, in Molise, quando dopo aver avuto il permesso direttamente dal vice-sindaco (che stava giocando a carte al bar) di poter piantare la tenda nel campo di calcio comunale mi son incamminato per le viuzze del paese scoprendo che quello che credevo fosse teatro in piazza era in realtà una esibizione commerciale per la vendita di materassi.
Una vera e propria commedia in piazza con battute e doppi sensi tra pubblico e venditori, i primi molisani e i secondi romani, uno spasso.
Risalendo poi verso l’Abruzzo le asperità e le difficoltà sono aumentate di pari passo con la bellezza dei paesaggi, il lago Barrea, la magnifica strada forestale sterrata tra Pescasseroli e Bisegna.
Le strade bianche dell’Umbria e delle Marche, molto più belle, selvagge ed impegnative delle più inflazionate strade bianche della Toscana, qui se non si sta attenti ci si fa male, altro che gravel su , male non solo perché alcuni tratti sono da mtb (tanti) ma anche perché si attraversano zone remote con dislivelli alpini.
Poi che dire dei boschi, delle foreste.
Nel tratto dalle Marche fino a Pontremoli, ho percorso tra asfalto e sterrato quasi 400 km completamente nei boschi, dalle selve dantesche delle foresti Casentinesi alle infinite e meravigliose pinete dell’Appennino tosco-emiliano.
Lo sterrato pur essendo solo un quarto del tracciato, tradotto in tempo pedalato diventa quasi 2/3 della percorrenza di tutto il viaggio, cosa che deve essere attentamente valutata. Lo sterrato cucina a fuoco lento.
Altro splendido passaggio è stato l’arrivo a Campo Felice, dalla galleria, salendo da Rocca di Mezzo, usciti dal tunnel ci si ritrova in un paesaggio mongolo, con prati e monti calvi tutto intorno quasi a formare un cratere.
La salita al Terminillo da Santa Ruffina, una agonia durata ore con strappi di cemento ben oltre il 20% e poi l’interminabile e veloce discesa verso Leonessa.
Le foreste dell’Abetone, salito dalla provinciale di piano degli Ontani, splendida, costante ed all’ombra.
Il passo delle Radici e poi le interminabili sterrate fino al rifugio Segheria, dove i cellulari sono inutili ed il rifugio è un vero rifugio non un hotel per viziati sedentari.
E poi ci sarebbero altre 1000 meraviglie da raccontare ma che mi riservo di fare sulla mia pagina Facebook Esco a Fare Un Giro man mano che i ricordi torneranno a galla.
Quindi se vi interessano aneddoti ed esperienza a tema sul viaggio seguite la pagina.
Siete in tanti a chiedermi le tracce.
Mi permetto di dire che a mio parere la bici più adatta per questo viaggio sia una Monster-Cross, molto più versatile di una gravel bike, le MC digeriscono praticamente tutto specie se cariche. Nel dubbio meglio una MTB adattata magari con gomme per uso misto. (io ho una LOCOMOTIVE Westlander, con doppia 36-22 11-36 e ho utilizzato gomme 700-50).
Durante tutto il viaggio tranne in un paio di occasioni ho sempre trovato acqua sul percorso, molte sono le sorgenti fresche sul tracciato, malgrado questo consiglio vivamente di avere sempre scorte sufficienti di acqua, io avevo con 3 borracce da 0.75 cl. in acciaio.
ORA UN PO DI NUMERI.
APPENNINO la dimora delle anime.
Da Bari a Valenza (AL)
Km 1843,8 dislivello positivo 42.144 m. oltre 135 ore complessive sui pedali.
LE TAPPE

(tappe)
1 Bari (aeroporto)-Matera km 81 dis. 1062 m. tempo in sella 5h 41’ media 14 km/h
2 Matera-Spinazzola km 98.7 dis. 1469 m. tempo in sella 7h 02’ media 14 km/h
3 Spinazzola-Bovino km 114 dis. 1775 m. tempo in sella 7h 24’ media 15.3 km/h
4 Bovino-Decorata km 99.3 dis. 2572 m. tempo in sella 7h 05’ media 14 km/h
5 Decorata-Duronia km 80.6 dis. 2241 m. tempo in sella 6h 07’ media 13.2 km/h
6 Duronia-Civitella Alf. Km 97.3 dis. 1866 m. tempo in sella 6h 44’ media 14.5 km/h
7 Civitella Alf.-Pescina km 70.9 dis. 1680 m. tempo in sella 6h 20’ media 11.2 km/h
8 Pescina-Fiamignano km 110 dis. 2255 m. tempo in sella 7h 49’ media 14.0 km/h
9 Fiamignano-Montefranco km 106 dis. 2358 m. tempo in sella 7h 13 ‘ media 14.7 km/h
10 Montefranco-Foligno km 79.6 dis. 2254 m. tempo in sella 6h 16 media 12.7 km/h
11 Foligno-Piccione km 81.2 dis. 2197 m. tempo in sella 6h 29’ media 12 km/h
12 Piccione-Mercatello sul M. km 104 dis. 2651 m. tempo in sella 7h 39’ media 12.6 km/h
13 Mercatelle sul M.-Badia Prataglia km 86.2 dis. 2364 m. tempo in sella 6h 04’ media 14.2 km/h
14 Badia P.-Barberino d M km 115 dis. 2141 m. tempo in sella 8h 08’ media 14.1 km/h
15 Bareberino-Cutigliano km 105 dis. 2815 m. tempo in sella 8h 35’ media 12.2 km/h
16 Cutigliano-rifugio Segheria km 55 dis. 2003 m. tempo in sella 5h 09’ media 10.7 km/h
17 rif. Segheria-Grondola km 131 dis. 3340 m. tempo in sella 9h38’ media 13.6 km/h
18 Grondola-Zerba km 115 dis. 2747 m. temo in sella 8h05’ media 14.2 km/h
19 Zerba-Valenza km 114 dis. 1328 m. tempo in sella 6h 20’ media 18 km/h
Qui di seguito il links WWikiloc per i dowloads gratuiti da PC.
https://it.wikiloc.com/percorsi-bikepacking/appennino-la-dimora-delle-anime-parte-1-145190474
https://it.wikiloc.com/percorsi-bikepacking/appennino-la-dimora-delle-anime-parte-2-145190645

Qui i links kkomoothttps://www.komoot.com/it-it/tour/1277830773
https://www.komoot.com/it-it/tour/1277834503

“usciamo dalle strade sicure, andiamo oltre quello che ci rassicura, se con noi abbiamo un materassino e un sacco a pelo possiamo dormire anche in un garage, cerchiamo itinerari diversi, strade traverse, incontriamo gente, mangiamo nelle botteghe o nei piccoli bar di paese, ha più calore una piccola pensione isolata che un albergo abituato al flusso del turismo, non permettiamo ad altri di indicarci la via ma creiamo la nostra, prendiamo spunto ma poi modifichiamo.
Non vi è nulla di avventuroso nel fare ciò che fanno tutti, ma l’avventura può essere anche andare a trovare l’amico che vive a 100 km da noi, l’avventura deve essere nostra.
Guardiamo le cartine, disegniamo noi i sogni da percorrere con le nostre bici, non affidiamo agli algoritmi la linea da seguire, costruiamola noi.
Diffidiamo di chi vende e lasciamoci ispirare da chi regala”

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