31/03/2021
GEOLOGIA 🏔⚒
Oggi non vi raccontiamo di rocce e minerali, ma di ghiacciai.
Fino a qualche secolo fa i ghiacciai costituivano luoghi misteriosi ed estremamente pericolosi, sia come territori da attraversare, sia come fattore di rischio per le aree immediatamente a valle. Solo a partire da metà '700 i naturalisti che ebbero occasione di viaggiare per l'Europa e attraverso le Alpi, iniziarono ad interrogarsi su cosa fosse un ghiacciaio, quali fossero le sue dinamiche e quali informazioni scientifiche potesse fornire. Nacquero così diatribe e discussioni, si organizzarono campagne di osservazione sia lungo le valli alpine sia sui ghiacciai stessi: in brevissimo tempo si raccolsero notevoli quantità di dati: inizialmente osservazioni qualitative poi sempre più tecniche e scientifiche.
Nel giro di pochi decenni da quando erano nati i primi interessi per questi luoghi ostili e difficili, si arrivò a formulare le teorie che costituirono poi le basi della moderna climatologia e glaciologia.
Divenne opinione comune della comunità scientifica che i ghiacciai costituissero un archivio di informazioni relative alle epoche precedenti, racchiudendo al loro interno bolle d'aria, polveri, pollini e rocce e, letteralmente, congelando la situazione climatica dei secoli e dei millenni passati.
Oggi i ghiacciai rivestono un ruolo fondamentale per integrare i dati climatologici diretti con quelli indiretti, e le moderne tecnologie e gli sviluppi sempre maggiori nel campo scientifico hanno permesso di scoprire informazioni eccezionali e formulare possibili teorie sugli sviluppi climatici futuri, sebbene i fattori in gioco siano moltissimi, con quasi infinite combinazioni di interazione tra di loro.
(nell'immagine, la prima pubblicazione "moderna" a carattere scientifico relativa ai ghiacciai delle valli Sesia, Strona e Ossola e ai segni lasciati dalle glaciazioni passate)