Inside Chianti

  • Home
  • Inside Chianti

Inside Chianti Visite guidate, percorsi di trekking e passeggiate tra arte, natura, storia, buon cibo e buon vino. Venite a conoscerci!

Siamo un gruppo di persone che vivono e lavorano nel Chianti e vogliamo condividere la bellezza e la ricchezza del nostro territorio con voi! Tra di noi puoi trovare guide turistiche e ambientali, chef, make-up artist, musicisti, artisti, fotografi, storici dell'arte, artigiani, agricoltori. Vogliamo raccontarvi e farvi vivere un Chianti più vero e autentico, le sue storie e le sue mille facce. Pr

oporremo passeggiate, concerti, performance, visite a pievi e castelli, incontri con artigiani, lezioni di storia dell'arte, workshop artistici e corsi di cucina e di autotrucco. Vi racconteremo curiosità, storie e tradizioni, vi parleremo di noi e di quello che facciamo.

11/08/2024
MERCATALE, che personaggi!GIULIANO DAMI, favorito, aiutante da camera, organizzatore di festini al palazzo del Granduca ...
13/12/2023

MERCATALE, che personaggi!

GIULIANO DAMI, favorito, aiutante da camera, organizzatore di festini al palazzo del Granduca Gian Gastone

(Mercatale in Val di Pesa, 14 settembre 1683 - Firenze, 5 aprile 1750)
fu maggiordomo di camera e "favorito" del Granduca di Toscana Gian Gastone de' Medici.
Figlio di Vincenzo Dami e Catarina di Cristofano Ambrogi, di origini modeste, possedeva una bellezza fisica eccezionale. Inizialmente al servizio del marchese Ferdinando Capponi come cameriere., fu notato dal giovane principe Gian Gastone Dami cominciò così la sua carriera di favorito e compagno, seguendolo anche dopo il matrimonio con la principessa tedesca Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg (1697), primaa Reichstadt, un piccolo villaggio della Boemia, poi a Praga.
Nel 1708 Gian Gastone lasciò per sempre la moglie, che si rifiutava di seguirlo in Toscana, e tornò a Firenze, sempre accompagnato da Giuliano.
Nel 1723 succedette, come ultimo discendente della stirpe medicea, al trono Granducale, e si rivelò capace di decisioni politiche sagge e all'avanguardia per il suo tempo.
Trascorreva comunque quasi tutto il suo tempo chiuso nelle sue stanze di Palazzo Pitti, a letto e partecipando a festini lussuriosi. "Regista" di queste orge era proprio il fidatissimo Giuliano, che si incaricava personalmente di organizzare bagordi reclutando decine di ragazzini di entrambi i sessi e, generalmente, di modestissima condizione sociale.
Questi ultimi, posti al servizio del Granduca, furono chiamati "ruspanti" perché pagati con le monete dette "ruspi". Si calcola che nel 1731 fossero circa 370 e costituissero anche un pericolo per l'ordine pubblico, perché il loro comportamento era condizionato dalla sicurezza di incolumità che gli derivava dalla protezione del sovrano e del suo favorito.

Mentre organizzava i festini, Giuliano Dami trovava il tempo di dedicarsi anche al proprio arricchimento personale, chiedendo "tangenti" in cambio di raccomandazioni al Granduca o per l'ammissione alle orge di corte; era anche solito accordarsi con mercanti e rigattieri, ai quali vendeva oggetti di valore di Palazzo Pitti, che, a loro volta, li rivendevano al Granduca.

Il potere di Giuliano Dami iniziò a scemare quando le condizioni di salute di Gian Gastone peggiorarono ed il Granduca decise di prepararsi da buon cristiano alla morte, riavvicinandosi alla sorella Anna Maria Luisa, implacabile nemica del maggiordomo tuttofare.

Bisogna ammettere che le vicende legate al Dami ed allo stesso Gian Gastone nella fase crepuscolare del regno hanno connotazioni esageratamente fantasiose, siamo ancora in epoca di monarchie assolute, ove le stravaganze dei sovrani non erano certo esclusiva fiorentina, ma l'esasperazione delle descrizioni riguardanti la vita privata del settimo granduca, manovrato dal suo 'favorito', tradiscono una componente 'romanzesca', quasi si volesse divertire il lettore, dovuta sicuramente all'antipatia suscitata dal Dami e forse per necessità dei nuovi Granduchi stranieri di ricordare l'ultimo de' Medici come un degenerato, per ammorbidire il loro arrivo in Toscana, deciso a tavolino da un algido imperatore a chilometri di distanza.

Nonostante le origini semplici bisogna tuttavia riconoscere al Dami, in conclusione, che seppe sviluppare una propria inclinazione al bello: alla sua committenza si devono opere di grande valore artistico ancora oggi conservate, quali la splendida Galleria del palazzo di città e della Villa di Broncigliano a Scandicci, affrescate dal pennello di Niccolò Pintucci con il quale strinse una sincera amicizia. Bisognerebbe rivalutare almeno in parte la figura di questo dimenticato personaggio, attraverso la lettura delle opere d'arte e d'architettura da lui volute che ci sono pervenute dopo quasi tre secoli di oblio.

Ricondurre allo stesso, parte delle responsabilità del declino della sovranità medicea su Firenze, fu probabilmente anche il risultato della propaganda straniera che s'affrettava ad assumere d il governo del granducato.

Lo stesso o stesso Alberto Bruschi, al quale si riconosce di avere tracciato la più esauriente biografia di Giuliano Dami, ha scritto che in fondo il 'Favorito' dette a Gian Gastone quello che Gian Gastone gli chiese, nel bene e nel male.

da Wikipedia

Udite! Udite!📣📣📣 A ottobre torna Messer Milione! Di ritorno dall'India e dal Tibet con delle sorprese!🎁🎁🎁🎁🎁🎁🎁Tingeremo c...
10/10/2023

Udite! Udite!📣📣📣 A ottobre torna Messer Milione! Di ritorno dall'India e dal Tibet con delle sorprese!🎁🎁🎁🎁🎁🎁🎁
Tingeremo con le spezie e conosceremo la fiaba dei “quattro amici” per poi realizzare una piccola bandiera della fortuna. I laboratori saranno il 14 e il 28 ottobre dalle 10 alle 12 dai 6 anni in su. Prenotate alla biblioteca comunale di San casciano Val di Pesa al 055 8256380

LUNGO LA FRANCIGENACosa mangiavano i pellegrini e i viaggiatori medievali della via Francigena?Proviamo a capire di più ...
25/02/2023

LUNGO LA FRANCIGENA
Cosa mangiavano i pellegrini e i viaggiatori medievali della via Francigena?
Proviamo a capire di più di quel mondo antico e affascinante

Lunedi 27 febbraio ore 16,30 , biblioteca comunale di San Casciano
Conferenza del Prof. Fabrizio Trallori

Ingresso libero

Beethoven e la forma sonata. L'eterno conflitto delle passioni.Lezione molto interessante su un genio assoluto.
27/10/2022

Beethoven e la forma sonata. L'eterno conflitto delle passioni.
Lezione molto interessante su un genio assoluto.

Appuntamenti fantastici per i nostri bambini!
25/10/2022

Appuntamenti fantastici per i nostri bambini!

Vi aspettiamo!Giovedì 27 ottobre ore 21, biblioteca di San Casciano. Ingresso Libero
24/10/2022

Vi aspettiamo!
Giovedì 27 ottobre ore 21, biblioteca di San Casciano. Ingresso Libero

22 ottobreStorie del ChiantiSant'Angelo vicolabate
23/10/2022

22 ottobre
Storie del Chianti
Sant'Angelo vicolabate

Alla biblioteca di San Casciano con la nostra bravissima Mesi Bartoli, dal 5 al 26 novembre alle ore 17
02/11/2021

Alla biblioteca di San Casciano con la nostra bravissima Mesi Bartoli, dal 5 al 26 novembre alle ore 17

STORIE DEL CHIANTIMacina di San Cresci, MontefioralleE' stata proprio una bella idea, quella di Duccio Trassinelli e Dem...
06/08/2021

STORIE DEL CHIANTI

Macina di San Cresci, Montefioralle

E' stata proprio una bella idea, quella di Duccio Trassinelli e Demetra Verducci, quando nel 2001 hanno restituito nuova vita a una antica pieve, bellissima e dimenticata, e ai locali circostanti, trasformandoli in una residenza per artisti.
Pittori, scultori, videomaker, scrittori da tutto il mondo qui si incontrano e portano avanti i loro progetti personali, si confrontano, vivono e respirano la nostra terra.

E sempre da una loro idea, è nato un percorso Slow Road di 8 km da percorrere senza fretta attraversando il nostro territorio, tra vecchi casolari, olivete, installazioni di arte contemporanea, luoghi di relax progettati da giovani designer e atelier di artisti.

STORIE DEL CHIANTII GHERARDINI E IL CASTELLO DISTRUTTOFeudatari nel Chianti e nella Valdelsa inurbati anche a Firenze ne...
14/07/2021

STORIE DEL CHIANTI

I GHERARDINI E IL CASTELLO DISTRUTTO

Feudatari nel Chianti e nella Valdelsa inurbati anche a Firenze nel X secolo, i Gherardini furono una delle famiglie dell'antica aristocrazia fondatrici della Repubblica Fiorentina. Una schiatta, quella, la cui reputazione era di essere fomentatori di disordini, bellicosi e incivili. Per questo loro carattere irrequieto e ostinato al tempo degli Ordinamenti di Giustizia non vollero cambiare il proprio nome di famiglia per non essere annoverati tra i Magnati e quindi esclusi dalla cosa pubblica.
Ciò spiega anche la quantità di condanne a loro inflitte e l'accanimento con cui Firenze li combatté distruggendo, ove possibile, i loro possedimenti.
Cercarono poi di opporsi al predominio dei guelfi neri che presero il potere all'inizio del XIV secolo ritirandosi nei loro possedimenti nel contado e cercando di ti**re dalla loro parte anche i contadini.

A inizio Trecento, una grande siccità seguita da piogge torrenziali portò una terribile carestia che costrinse Firenze a importare velocemente il grano addirittura dalla Sicilia.
Una grossa partita era sbarcata a Talamone, e una carovana stava transitando dal Chianti con bestie da soma per arrivare in città.
Nel maggio 1302 i Gherardini, che avevano già assalito e saccheggiato i castelli di Lucolena e Brolio, assaltarono la carovana, ammazzarono quasi tutti i trasportatori, tagliarono gli zoccoli alle bestie, saccheggiarono tutto il grano e lo portarono nel loro castello.
Il Comune di Firenze non gradì la cosa, e appena recuperate le proprie milizie dal Mugello, mise sotto assedio il castello dei Gherardini in Val di Greve ed emanò decreti che se fossero stati veramente attuati, avrebbero decimato la famiglia.
Il Comune decise infatti che gli assalitori dovevano essere messi a morte e i loro figli mandati in esilio.
Quando infine, dopo 40 giorni di assedio, i Gherardini (che avevano tirato dalla loro parte anche molti dei loro contadini) finalmente si arresero, il castello venne raso al suolo, con il divieto assoluto di ricostruirlo.
Ancora 113 anni dopo, un documento dello statuto di Firenze minacciava che chiunque avesse costruito anche solo un muretto in quel luogo, avrebbe avuto tagliata la testa.

Gli studiosi sono divisi sul nome del castello: per la maggior parte si tratterebbe di Montagliari, per altri Montegonzi, dove nel 1956 vennero trovati vari resti di battaglia, compresi dei frammenti di spade.

Una volta arresi, i Gherardini non furono passati tutti a filo di spada, anzi si salvarono ed ebbero il permesso di costruirsi una nuova residenza sulla collina di Vignamaggio, davanti a Montagliari.

STORIE DEL CHIANTIIL CASTELLO DI POGGIO PETROIO E I MAORIIl Chianti è così. Una serie di scatole cinesi, parti alla rice...
13/07/2021

STORIE DEL CHIANTI

IL CASTELLO DI POGGIO PETROIO E I MAORI

Il Chianti è così. Una serie di scatole cinesi, parti alla ricerca di una storia, e dentro ce ne trovi un'altra, e un'altra ancora.
Qui la gente ti saluta quando passi, e ti racconta di sé.
Così capita che vado alla ricerca del castello di Poggio Petroio, apparentemente luogo natale di San Giovanni Gualberto, e mi fermo a chiedere informazioni.
Ed è allora che Alvaro e Giuseppe, classe 1930 e 1937, si presentano e mi raccontano una storia incredibile.

Seconda guerra mondiale. Dall'altro capo del mondo, il 28° battaglione Neozelandese, composto unicamente di Maori, arriva fin qua dall'angolo più lontano della terra per liberare il Chianti dall'occupazione nazifascista. Solo nella zona di Tavarnelle, ben 45 soldati Maori persero la vita in quella tragica occasione.

Alvaro mi racconta che i nazisti avevano nascosto una mitragliatrice in un pagliaio, poco lontano, e proprio questa aveva colpito a morte il Sergente Joel J. Hosking e tre soldati che stavano attraversando la strada davanti a casa sua.
Gli altri soldati Maori sopravvissuti riuscirono a colpire con una granata il pagliaio dove era nascosta la mitragliatrice, che prese fuoco e causò la morte tra le fiamme di due ragazzi, due soldati tedeschi.
Scena che Tarantino gli fa un baffo. E tutto questo accadeva sotto gli occhi terrorizzati di due bambinetti di 7 e 14 anni, che per tutta la vita non potranno più dimenticare. Alvaro mi parla con concitazione, come se avesse ancora tutto davanti agli occhi.

Passano gli anni. Molto tempo dopo, qualcuno in Nuova Zelanda trova una lettera in un vecchio baule, con la triste notizia dell'accaduto, insieme alla foto del paesino della Romita. E così un giorno si presentano a casa di Alvaro i discendenti del sergente e di altri soldati caduti. “Non si può spiegare l'emozione di vedere cinque, dieci, persone a pregare qui, davanti a casa, e poi cantare e ballare la loro danza Haka”.
Alvaro e Giuseppe hanno i lucciconi agli occhi e li fanno ve**re anche a me.
"Da allora sono venuti tante volte, quasi ogni anno, e ci scriviamo, stiamo in contatto.
La vedi quella targa sul muro? L'abbiamo fatta mettere noi, perché nessuno si dimentichi”.
Alvaro si è affaticato troppo per il racconto, e suo figlio lo accompagna a sedersi al fresco.
Mi scuso di aver disturbato, ringrazio per il prezioso racconto, e proseguo a piedi per la stradina che porta al castello di Poggio Petroio. E' proprietà privata, speriamo che nessuno mi mandi via.

STORIE DEL CHIANTI - Luca di Totto da Panzano..e che c'entro io vestita da prima comunione con il babbo la mamma la cugi...
12/07/2021

STORIE DEL CHIANTI -
Luca di Totto da Panzano
..e che c'entro io vestita da prima comunione con il babbo la mamma la cuginetta Mariapia e Giovanna, l'amica del cuore, in un post di storie del Chianti? All'epoca non sapevo, né potevo certo immaginare, che la casa dove vivevo con il grande portone, la corte interna, la torretta e le aiuole piene di giaggioli colorati fosse una casa antichissima e, sembra, appartenuta a un personaggio davvero singolare.

SI NARRA CHE....
proprio in questa casa, nella seconda metà del Trecento, visse Luca di Totto da Panzano, membro della nobile casata dei Firidolfi, signori del castello di Panzano. Luca fu 4 volte priore, una volta gonfaloniere di giustizia, svolse il ruolo di ambasciatore e fu coinvolto nel tumulto dei Ciompi. Morto nel 1383, fu sepolto in Santa Croce.
A seguito delle feroci lotte tra le varie fazioni interne a Firenze, fu condannato nel 1380 e le sue proprietà nella zona di San Niccolo' furono distrutte .
Luca lasciò un libro di ricordi, purtroppo andato perduto, di cui resta una trascrizione parziale dell'erudito Vincenzo Borghini, dove tra i vari accadimenti ci racconta che nel 1346 Carlo Gherardini aveva ucciso Antonio, suo fratello , e nonostante fosse stato condannato a morte dal tribunale, la condanna non venne mai eseguita perchè non si era riusciti a rintracciarlo.
Luca giurò di vendicarsi personalmente e, dopo vari episodi di caccia all'uomo descritti nelle sue ricordanze, nel 1350 venne a sapere che l'assassino del fratello si trovava a S. Margherita a Montici, una chiesa poco fuori Firenze di cui i Gherardini detenevano il patronato. Quindi, vi si recò in forze con tutti gli uomini della famiglia che poté raccogliere e pose letteralmente assedio alla chiesa. Il Gherardini si barricò nel campanile, cercando di difendersi con lance e pietre, finchè il campanile non venne incendiato. La battaglia durò fino al tramonto, attirando dalla città centinaia di persone incuriosite, tra cui inviati del podestà, dell'esecutore e del Bargello, che cercarono inutilmente di convincere Luca a desistere e a lasciar fare giustizia alle autorità. Niente da fare, Luca non si dette pace finchè non uccise Carlo Gherardini, che venne poi anche impiccato da morto.

Questa antica vendetta viene replicata a Panzano durante la festa della stagion bona il 25 aprile. Nella piazza del castello si tiene il processo a Carlo Gherardini, reo dell'uccisione di un membro dei Firidolfi.
Lo spettacolo si conclude con la condanna a morte del Gherardini, che a volte viene impiccato, altre decapitato,... dipende dall'annata!

02/07/2021

Concerto serale
Ingresso libero

STORIE DEL CHIANTICASTELLO DI PERGOLATO, SAN CASCIANO si narra che....nella prima metà del Seicento il castello fu l'abi...
02/07/2021

STORIE DEL CHIANTI
CASTELLO DI PERGOLATO, SAN CASCIANO
si narra che....
nella prima metà del Seicento il castello fu l'abitazione della marchesa Caterina, figlia di Curzio Picchena, importante umanista, Segretario di Stato del Granduca Cosimo II de' Medici e senatore di origine sangimignanese..Caterina pagò duramente la sua bellezza, il suo carattere ribelle e indipendente e il suo debole per l'amore.
Per questo venne punita, unica donna mai imprigionata nel maschio di Volterra, dove morì sola e abbandonata da tutti, senza mai poter riabbracciare i propri figli.
Storia di una donna prigioniera del suo tempo
La madre morente aveva raccomandato al marito la giovanissima figlia con queste parole.: “La nostra figliola, angiolo di bellezza e d’ingegno, possiede nel seno un inferno di passioni terribili: vedo in lei una smisurata sete d’amore terreno e non divino, in chiesa le piace l’organo perché le fa vibrare i nervi, spingendola alla danza; dei fiori esposti davanti ai Santi preferisce le rose, per farsene ghirlande ai suoi capelli biondi; delle reliquie vagheggia l’oro e le gemme, per ridurli in monili intorno alle sue braccia”.
Fu educata da un parroco e da un abate che ben presto approfittarono della sua straordinaria bellezza. Incinta a 15 anni e con ragionevoli dubbi sulla paternità, fu fatta sposare al Marchese Lorenzo di Altobianco Buondelmonti, signore del castello di Pergolato.
Caterina garantì un erede al Buondelmonti, a cui fu dato il nome di Mondino.
Ma la vita coniugale nel castello di Pergolato con un marito malato di tisi era estremamente noiosa e la nostra eroina si trovò ben presto un amante nel paggio del Cardinale Carlo de' Medici, fratello del Granduca, dando alla luce due anni dopo un altro maschietto , con gran gioia di marito ed amante!
L'adulterio ben amministrato durò fino a che il Buondelmonti, finito dalla tisi, non rese l'anima a Dio. Caterina avrebbe voluto sposare il suo paggio, ma non le fu consentito.
Continuò quindi la sua vita tempestosa ed ebbe molti amanti, ma fu incessantemente vittima innocente della cupidigia e della lussuria degli uominiIl cardinale Carlo de' Medici aveva già tentato di possederla tendendole un tranello: respinto, l’aveva fatta abbandonare nel bosco della villa in cui voleva darle i sacramenti, semisvestita, svenuta e quasi assiderata.
Cercò l'occasione propizia per vendicarsi dell’affronto subìto, che gli fu offerta dalle losche macchinazioni dei parenti del suo defunto marito, che volevano impadronirsi del suo patrimonio.
Caterina fu imprigionata senza processo nel 1653, per ordine del Cardinale Carlo dei Medici, accusata di libidine, evasione e relazione scandalosa.
Unica donna ad essere rinchiusa nel maschio di Volterra, vi morirà nel 1658, all’età di 50 anni, dimenticata da tutti, senza mai poter rivedere nemmeno i figli.

STORIE DEL CHIANTILA SEQUOIA DELLA SUGANELLAA fine Ottocento, uno dei Marchesi Antinori decise di piantare una sequoia v...
22/06/2021

STORIE DEL CHIANTI
LA SEQUOIA DELLA SUGANELLA

A fine Ottocento, uno dei Marchesi Antinori decise di piantare una sequoia vicino al torrente Suganella, in una piccola radura nel bosco non lontano dalla stupenda villa del Cigliano a San Casciano Val di Pesa.
Era comune all'epoca piantare piante esotiche nei propri possedimenti, parchi e giardini: era una moda vera e propria, e faceva molto chic!
L' albero, originario del Nord America, può vivere fino a duemila anni e raggiungere i 115 metri di altezza nella sua terra di origine: la nostra sequoia quindi, con i suoi 35 metri di altezza e non ancora 150 anni di età, può essere considerata una bambinetta!
Arrivare qui attraverso il sentiero nel bosco di querce, lecci e pini e trovarsi di fronte a questo maestoso albero, mette quasi soggezione.
Tanto più oggi, che qualcuno ha disposto intorno al tronco mazzolini di fiori e piante aromatiche, forse lasciati in un gentile rituale per onorare il solstizio d'estate.

18/06/2021

INGRESSO LIBERO

Per il concerto serale è consigliata la prenotazione

18/06/2021
L'abbiamo già incontrata qualche mese fa alla sequoia della Suganella, quindi, come farsela scappare..
18/06/2021

L'abbiamo già incontrata qualche mese fa alla sequoia della Suganella, quindi, come farsela scappare..

17/06/2021

Ritornano gli eventi dell'Associazione Il Magnifico con River Music: arte, musica e teatro legati da un denominatore comune, l'acqua.
Vi aspettiamo al Parco La Botte di San Casciano V. P. sabato 19 giugno!

Ingresso libero

Info e prenotazioni [email protected]
Tel 339 7724658
Tel 331 1042943

-River Art

Installazione dell'artista Lizzy Sainsbury

Una lunga striscia semitrasparente rappresenta il percorso di un fiume: il movimento dell’acqua, i riflessi, la flora e la fauna. Si muoverà leggermente nell’aria e il pubblico potrà passarci sotto, seguirne il percorso, visionarla da varie prospettive. L'opera rappresenta il fiume come grande entità vivente che ospita e permette la vita, in continua interazione con il mondo che la circonda.

-Ore 16-19,30
La Novellaia

Racconti sul fiume

Le novelle raccolte da Vittorio Imbriani ("La Novellaja Fiorentina": fiabe e novelline stenografate in Firenze dal dettato popolare, 1877) sono quelle che sentirete raccontate da Rosina e suonate da Gastone, sono le novelle della tradizione fiorentina e toscana.
L'ascolto è adatto a tutti.

Rosina (Cristina Conticelli), narrazione
Gastone (Jacopo Biliotti), chitarra

-Ore 21*
Progetto FreshWaterWatch

Presentazione e racconto del progetto globale "FreshWaterWatch" dell'università di Oxford, al quale ha partecipato anche il Comune di San Casciano V. P. tramite il monitoraggio della qualità delle acque del Fiume Pesa.

Maurizio Bacci, ingegnere ambientale

-Ore 21,30*
Water Music

"..la storia di un ruscello.. è la storia dell'infinito.."

Performance che unisce brani della letteratura pianistica ispirati al tema dell'acqua a letture dal libro "Histoire d'un ruisseau" del geografo francese Elisée Reclus.
Il percorso del ruscello diventa metafora della vita umana, in tutte le sue fasi e sfumature.

Leonardo Ruggiero, pianoforte
Andrea Costagli, letture

-Ore 22,15*
Fluidodinamica
Improvvisazione live ambient/drone con immagini.

Performance completamente improvvisata dal vivo, non ci sono né partiture né schemi preimposti da
seguire. È un continuum di tessiture e ritmi prodotto con l'utilizzo di un sintetizzatore polifonico, un pedale di riverbero e una tastiera midi. Grazie al computer, che mantiene le note premute, gli accordi si trasformano in evoluzioni sonore nel tempo. La musica verrà accompagnata dalla proiezione "L'anno della cascata", con immagini raccolte sul Fiume Pesa.

Jacopo Bacci, musica
Maurizio Bacci, fotografia

-Ore 22,45*
La Pesa al volo

Proiezione del video realizzato con un drone sul fiume Pesa a cura di Federico Bacci

*E' consigliata la prenotazione

L'evento è svolto in collaborazione col Comune di San Casciano VP e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

17/06/2021

Lizzy nei suoi boschi

Address


50026

Website

Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Inside Chianti posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

Contact The Business

Send a message to Inside Chianti:

Videos

Shortcuts

  • Address
  • Alerts
  • Contact The Business
  • Videos
  • Claim ownership or report listing
  • Want your business to be the top-listed Travel Agency?

Share