16/07/2023
Anno 1903 Quando si commerciava la neve dell’Etna.
MESTIERI DI SICILIA SCOMPARSI: Il mestiere del Nevaiolo.
Il Mestiere del nevaiolo, cioè il raccoglitore di neve sull’Etna, che provvedeva ai bisogni della città vicine, vendendo neve e ghiaccio nei periodi estivi.
Il resoconto del famoso antropologo delle tradizioni siciliane Giuseppe Pitrè, pubblicato nel 1989 sul quotidiano “La Sicilia”. Cosi lo descrive:
La neve si accumula da sé in grandi insenature, che vengono dette “tacche”, da cui si toglie con una serie di operazioni. La prima di queste si effettua a ottobre e consiste nel far ripulire le tacche, togliendone le pietre che vi fossero cadute dentro o le sudicerie rimaste dopo l’estrazione di neve dell’anno precedente. Dopo che, nel mese di febbraio, la neve s’è accumulata nelle infossature del suolo. una squadra di 50 o 60 operai si reca, in marzo, sulla montagna e con lunghe aste di ferro graduate rileva la profondità dello stato nevoso. Lo scavo si limita ai punti dove lo spessore della neve raggiunge i tre metri; e di queste zone utilizzabili sono indicati i limiti per mezzo di mucchi di cenere eruttata dal vulcano.
Il vero lavoro di preparazione dello scavo si compie di notte soltanto, perché di giorno esso sarebbe troppo faticoso a causa del calore solare che fa fondere la superficie nevosa. Al lume della luna e delle torce, gli operai ricoprono la superficie utilizzabile con uno strato di cenere alto 30 centimetri, avente agli orli uno spessore doppio: lo scopo do siffatta copertura è di difendere la neve dall’azione dei caldi raggi solari. In tal modo, si preparano quattro o cinque tacche, a seconda dell’abbondanza della neve, che vengono aggiudicate ad un imprenditore, il quale è passibile di una fortissima multa nel caso che lasciasse Catania priva di neve. Giunta l’estate, per raccogliere la neve si sbarazza quest’ultima del suo mantello di cenere e poi se ne divide la superficie in una rete di tanti rettangoli per mezzo di strumenti di ferro, che vanno fino a metri 1,50 di profondità. Lungo il giorno un po’ di neve è fusa al sole e l’acqua che penetra nei solchi scavati nella massa, si congela durante la notte seguente; in tal modo, la neve può essere divisa in blocchi parallelepipedi, che hanno le facce congelate. Questi blocchi vengono ricoperti con foglie di felci e di castagni, poi chiusi entro sacchi, di cui un paio per ogni animale è portato a dorso di carri. la neve è distribuita a Catania e alle altre città vicine.