Viaggi Culturali

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Viaggi Culturali Il nostro obiettivo e quello di dare la maggiore visibilità a tutto quello che fa cultura in Italia e nel Mondo.

E proporre servizi di qualità a tutte quelle persone che viaggiano per i suddetti motivi. Il nostro obiettivo e quello di dare la maggiore visibilità agli eventi culturali come le manifestazioni legate alla scienza e alla tecnica, nonchè alla pittura, scultura e il teatro o cinema d'autore. Fiere e mostre letterarie, olimpiadi della matematica e tutto quello che fa cultura in Italia e nel Mondo. E proporre servizi a chi viaggia per i suddetti motivi

12/05/2023

Il dell' di

L'Abbazia di Pomposa fu fondata nel VII secolo da monaci benedettini che si stabilirono su quella che era anticamente un’isola compresa tra due rami del .

Nel Medioevo Pomposa diventò una delle più prospere e potenti abbazie dell’Italia settentrionale, frequentata da nobili, pellegrini e personaggi illustri come il monaco Guido d’Arezzo, l’inventore del pentagramma musicale.

Lo splendido pavimento ad intarsi marmorei della chiesa e gli affreschi trecenteschi di ispirazione giottesca, ci lasciano sorpresi ed emozionati.

Nei mosaici pavimentali e nell’atrio di facciata: uccelli, fiere, animali selvatici, grifi alati e persino un elefante. Il bestiario nella cultura alto medievale è un’encicopedia di simboli e di significati allegorici che testimoniano della dimensione educativa e formativa della chiesa nell’XI secolo.

Nel museo archeologico di Pomposa si trovano due lastre marmoree nelle quali sono incise un grifone ad indicare la doppia natura, terrestre e divina di Gesù Cristo e due animali, mitologici, con teste di cane ed il corpo ricoperto di squame quasi fossero draghi od idre.

Nella sala del capitolo, sopra la porta d’ingresso la raffigurazione di gazze, animali di dubbia natura per il bestiario medievale.
I mosaici della pavimentazione della chiesa abbaziale, a ridosso dell’altare, dove vengono rappresentate le aquile, l’uccello che vola più alto, in grado di guardare il sole e di guardare l’uomo, il cervo che uccide il serpente e si abbevera alla fonte della sapienza.

I pavoni simbolo divino ed in mezzo alla cerchia del bestiario dei mosaici pomposiani.
La volpe rappresenta il diavolo ghermitore, divoratore di anime. Tra gli animali più simbolici del bestiario medievale che i mosaici pavimentali dell’Abbazia di Pomposa rappresentano l’elefante che combatte contro il drago marino, per salvare la propria prole, simbolo di prudenza ed osservanza.

Quasi ai piedi dell’altare il mosaico rappresentante il Nodo di Salomone, ripetuto più volte nel pavimento dell’ .

Il Nodo di Salomone rappresenta l’unione della Terra con il Cielo e la circolarità del tempo, salvezza ed unione del mondo terrestre con quello celeste.

Post by La Lucia

04/03/2023
29/01/2023
19/11/2022

L'esercito Imperiale di Terracotta al Festival dell'Oriente di Padova !!

Fiera di Padova Sabato 3 - Domenica 4 - Giovedì 8 - Sabato 10 - Domenica 11 Dicembre.

Ti aspettano Spettacoli, Attrazioni, Stand e Riproduzioni storiche della Cina antica!

Ed ancora la Gastronomia tipica con le sue molteplici offerte e corsi di cucina gratuiti per i visitatori, Cerimonie Tradizionali, Stand con prodotti artigianali, Arti marziali con il Tai Chi, il Qi Gong e il Kung Fu. Ed ancora le aree culturali dove il pubblico potrà provare l'affascinante tecnica della calligrafia, o farsi leggere l'Oroscopo cinese, giochi tradizionali e moltissime altre attività della tradizione a cui partecipare.

Scopri di più sul nostro sito: https://www.festivaldelloriente.it/padova/
Acquista online il tuo biglietto: https://www.festivaldelloriente.it/bigliettipadova
Scopri i corsi e le attività gratuite: https://www.festivaldelloriente.it/padova/corsi-e-attivita/
Scopri come arrivare/parcheggi https://www.festivaldelloriente.it/padova/come-arrivare/
orario: 10.00 – 20.30

13/11/2022

PARCO STORICO DEL NINFEO A CAROLEI

Oggi vi vogliamo mostrare questa bellissima foto scattata insieme agli amici di Mystica Calabria che immortala il “Parco Storico del Ninfeo”, situato a Vadue, frazione di Carolei.

Il Parco, particolarmente rilevante nel contesto storico-architettonico del comprensorio di Cosenza, è un complesso di edifici composto da un’antica residenza nobiliare con cortile circondato da alte mura, appartenuta alla famiglia Civitella, a cui sono annesse due cappelle, un vecchio frantoio, una piccola chiesa dedicata alla Vergine del Carmelo e un Ninfeo.

Gli attuali edifici risalgono al XVI secolo, ma subirono numerosi rimaneggiamenti, specialmente nel ‘700, e oggi sono di proprietà del Comune di Carolei.

Il piano basso della residenza rurale fortificata era riservato al frantoio, alle cantine, ai magazzini per le provviste e agli spazi adibiti ad abitazione dei coloni. Al piano superiore, detto “piano nobile”, era invece posta l’abitazione del proprietario, che ancora oggi presenta delle notevoli tracce di decorazioni, come dimostrano gli affreschi che decorano una delle grandi sale, oggi adibita a sala convegni.

In una sala semi-interrata è stato recentemente scoperto un graffito raffigurante probabilmente l’antico nucleo abitato di Vadue.

Nei pressi dell’edificio principale è posta la piccola ca****la gentilizia della Madonna del Carmine, con facciata a capanna sulla quale risalta un interessante portale in tufo locale, sormontata da un piccolo campanile a vela.

Ma ciò che rende speciale questo complesso architettonico è senza dubbio la presenza del Ninfeo che rappresenta un raro esempio del genere nell’intera regione. Di stile neoclassico, fu costruito dalla marchesa sp****la Alarçon Mendoza de la Valle, la quale lo fece realizzare di lato alla piccola chiesa, installato sulla base di una torre quadrata di epoca romana.

Il Ninfeo è composto da una sala quadrata coperta scavata in un costone roccioso, sormontata da un arco abbassato e dove sono presenti nicchie ed edicole. Sulle pareti e sulla volta a botte, suddivisa in otto grandi quadri incorniciati da festoni colorati in rosso, blu e giallo, sono presenti superfici affrescate da ghirlande e tracce di affreschi che rappresentano scene mitologiche raffiguranti ambientazioni e personaggi dal gusto classico.

Tra quelli ancora visibili si possono ammirare i miti di Dafne e Apollo, di Leda con il cigno, Europa rapita da Zeus, di Atteone ed Artemide, oltre alla sposa di Ercole, Delanira, che cavalca il centauro Nesso.

Davanti alla zona coperta è presente una vasca quadrata con al centro una piccola fontana a forma di calice e un piccolo canopo composto da due alte colonne di ordine dorico. Un’altra vasca più piccola ha invece le caratteristiche di lavatoio, segno che la struttura aveva, sì, funzione di abbellimento, ma il suo utilizzo aveva anche risvolti più pratici.

Gli interventi di recupero effettuati periodicamente non riescono a frenare il progressivo deterioramento degli affreschi che presto scompariranno completamente.

12/11/2022

IL JAPAN FESTIVAL !!

Una strepitosa novità all'interno del Festival dell'Oriente di Padova con i colori, i suoni, le tradizioni e decine di attività e riproduzioni del paese del Sol Levante che si terrà presso Fiera di Padova Sabato 3 - Domenica 4 - Giovedì 8 - Sabato 10 - Domenica 11 Dicembre.

Mostre, spettacoli, corsi e innumerevoli attività dedicate al Giappone con il folklore, la cultura, la gastronomia e la magia di un paese meraviglioso e unico al mondo.

Un evento imperdibile!!

❤️

Scopri il nutrito programma e le innumerevoli attività del Japan Festival:

La riproduzione del Villaggio Giapponese con casette arredate secondo la tradizione;

La riproduzione del laghetto delle carpe giapponese Koi;

Le riproduzioni delle botteghe artigianali;

Il Tempio Zen dove sarà possibile partecipare a sessioni di meditazione;

La mostra dei Tori

La mostra delle lapidi dei 40 guerrieri Ronin

L'area culturale con laboratori, corsi e attività per i visitatori;

I Mochi, i prelibati dolcetti giapponesi preparati dalla sapienti mani di Yoshiara Takayro, Masumi, Techeuchi Masaori e Kanzaki Jun;

La Cerimonia del tè con la Maestra cerimoniera Kaoru;

Lo Shiatsu con il Maestro Makoto;

La vestizione del Kimono a cura della Maestra Mimì Koto;

La preparazione del gustosissimo Bento, i pupazzetti fatti con il riso utilizzato per il sushi con Mimi;

Il laboratorio di pittura con alimenti a cura di Yochico;

Il laboratorio degli origami dove imparerete la tradizionale tecnica di piegamento della carta per realizzare le vostre figure preferite, a cura della Maestra Makoto;

Il laboratorio creativo delle Teru Teru Bozu le tradizionali e folkloristiche bamboline amuleto realizzate in carta o stoffa;

Il laboratorio di pittura Sumi-e, dove verranno mostrate le antiche tecniche di pittura giapponese con la possibilità di sperimentarle in prima persona;

Il labolatorio di calligrafia giapponese con la Maestra Yuka, in cui potrete scrivere il vostro nome in ideogrammi giapponesi;

Il formidabile cantante giapponese Yosuke che vi incanterà con le sue performance;

I Caramellai giapponesi Uchida Aki e Oguro Saki che vi mostreranno l'antica arte della creazione delle caramelle tradizionali giapponesi a forma di animali;

Il laboratorio per costruire il vostro Tori porta fortuna sotto la guida di Sachiko Kobayashi;

Il laboratorio di Kokedama dove potrete realizzare la vostra piantina personalizzata;

Il laboratorio di cura dell'orchidea;

La mostra dei bonsai;

Il concerto dei tamburi giapponesi Taiko con formidabili percussionisti giapponesi Munedaiko e il formidabile solista Taniguchi Takuya;

Il canto lirico giapponese con l'artista Ayumi Togo;

I magnifici spettacoli dei Giocolieri giapponesi Ojarus Mikiko Mutu, Kanzaki Takeru, Kanzaki Yazuyo;

Il mago giapponese Keichi che con i suoi spettacoli vi lascerà letetralmente a bocca aperta;

Le Arti marziali con l'aerea tatami dedicata per sperimentare e provare le antiche arti giapponesi

Gastronomia e street food di cucina giapponese, Sushi, Ramen a tantissime altre prelibatezze.

Street Food e Gastronomia non solo giapponese, ma anche Cinese, Vietnamita, Indiana, Sri Lanka, Tibetana, Coreana, Indonesiana, per un'esperienza gastronomica indimenticabile.

Scopri tutte le attività e le aree del Japan Festival all'interno del Festival dell'Oriente.

We love Japan

Scopri di più sul nostro sito: https://www.festivaldelloriente.it/padova/
Acquista online il tuo biglietto: https://www.festivaldelloriente.it/bigliettipadova
Scopri i corsi e le attività gratuite: https://www.festivaldelloriente.it/padova/corsi-e-attivita/
Scopri come arrivare/parcheggi https://www.festivaldelloriente.it/padova/come-arrivare/
orario: 10.00 – 20.30

25/09/2022

La meravigliosa Sala affrescata del Mastio con la sua scala a chiocciola, all'interno del Castello di Corigliano Calabro (CS), in Calabria!

25/09/2022

Oltre venti mostre per raccontare il mondo in cui viviamo.
Un grande affresco fotografico realizzato dai migliori fotogiornalisti ti accompagnerà per chiostri, parchi, musei e piazze.
Unisciti al Festival a Lodi dal 23 settembre al 24 ottobre 2022!

24/09/2022

PAPAGLIONTI E LA GROTTA TRISULINA
Nei pressi della città di pietra di Zungri, circondato da ulivi secolari, sorge Papaglionti Vecchia, un borgo fantasma abbandonato negli anni ‘50 del secolo scorso in seguito ad una violenta alluvione e mai più ripopolato. Le vecchie abitazioni hanno lasciato il posto, a breve distanza, ad un nuovo abitato, ma l’antico borgo conserva un particolare fascino e un’aurea di mistero che attrae di certo solo i più curiosi per perlustrazioni fuori i circuiti turistici tradizionali, in quanto è impossibile arrivarci con i mezzi pubblici. Il nome Papaglionti deriverebbe dal greco-bizantino “Paleontos”, corruzione di “Papas Leontios” (prete Leonzio), persona ecclesiastica proprietaria di un casale dal quale ebbe origine il villaggio nato nel primo medioevo. Oggi è preda di rovi ed erbacce, degradata dal tempo e dall’incuria dell’uomo: girando per il piccolo villaggio è possibile notare strutture povere, semplici ma allo stesso tempo attente all’estetica architettonica. Tra quelle che saltano all’occhio, le più importanti sono i resti della chiesa di San Pantaleone, i resti del “Castello Francese” e del Calvario. La chiesa di Papaglionti, del XVIII° secolo, all’esterno si presenta strutturata in mattoni rossi; ha due navate collegate tra di loro da due arcate e nei cespugli si nota un vuoto destinato alla sepoltura. Oggi è completamente fatiscente e pericolante ma è descritta nelle fonti del passato come ricca di quadri, croci dorate e paramenti sacri finemente lavorati. La villa-fortezza della Famiglia Di Francia è l’esempio di Casa Signorile di Papaglionti. La struttura in stile tardo barocco, in muratura di pietra granitica con saette e scaglie di laterizio, risale al 1823, ha una forma rettangolare ed è circa 13 metri in larghezza. Il pian terreno era adibito come deposito di prodotti agricoli, il primo piano invece per la residenza dei proprietari. Il Calvario di Papaglionti è situato lungo la strada che conduce al vecchio borgo e accoglie il visitatore: di forma rettangolare, in muratura di pietra granitica locale regolarizzata con scaglie di laterizio e mattoni, è stato realizzato alla fine del ‘600. Tra le poche strutture rimaste in ottime condizioni, al centro si nota una nicchia all’interno della quale era ospitato un dipinto raffigurante la crocifissione. Ma ciò che rende unico questo borgo fantasma è una cavità artificiale che si trova a poca distanza dal “centro” città: su una collina, sotto terra è nascosta la Grotta Trisulina o Tempio di Santa Rosalia. L’ipogeo è ubicato in un fondo di proprietà privata in un’area di evidente importanza archeologica. I resti sono concentrati sulla cima spianata di una collina che domina la vallata sottostante. Molte sono le teorie sulla funzione di questo luogo, ma nessuna di esse è suffragata da indagini accurate e da scavi archeologici: alcuni scrittori dei secoli passati, come Marafioti e Patari, inventarono la leggenda secondo cui l’ipogeo era parte di un tempio consacrato alla dea cartaginese Cibele fatto costruire per volere di Annibale; è stato segnalato anche come tempio di Proserpina o Pandina. Secondo un’altra leggenda riportata da Albanese e Iannelli e attribuita al Fiore, l’ipogeo fu costruito dal legislatore Caronda per custodire il tesoro della colonia magnogreca di Locri. Padre G. Musolino, studioso del monachesimo italo-greco, riferisce che nel medioevo la struttura fece parte di un cenobio di monaci eremiti ortodossi intitolato a S. Rosalia. Le prime ipotesi scientifiche, comunemente giudicate più verosimili, si devono all’archeologo francese Francois Lenormant secondo cui la struttura interrata era una cisterna annessa ad una ricca dimora di età romana imperiale, del I - II sec. d.C., una delle poche testimonianze del periodo Augusteo in Calabria. Secondo altre ipotesi, l’ipogeo era un ninfeo romano. Dai resti rinvenuti della villa del tipo “a terrazzo”, di cui oggi in superficie rimangono pochissimi segni, si deduce che dovette essere costruita con notevole lusso. L’antica strada di accesso alla villa, di cui sono presenti solo alcune tracce, aveva a lato impianti agricoli e artigianali, tra i quali una fornace. L’ingresso all’ipogeo, scavato in roccia arenaria compatta e interrato in tre lati, viene fornito da due scale laterali, la principale a due rampe e quella secondaria a una sola rampa attualmente inaccessibile. La struttura ha pianta rettangolare e il suo interno è suddiviso in due ambienti ricoperti da volte a botte tra loro comunicanti. Il primo ambiente presenta pregevoli forme architettoniche: è suddiviso in due vani da un sistema di cinque pilastri a sezione quadrata che sorreggono quattro archi a tutto sesto che compongono un cripto-portico. All’interno, si possono ammirare capitelli corinzi in marmo, capitelli a palmette e resti di colonne granitiche che testimoniano lo splendore originario della villa. L’intonaco che riveste l’interno è ben conservato e presenta delle incisioni poco profonde, lineari, abbastanza regolari, tracciate in senso orizzontale e obliquo (“a spina di pesce” o “a spiga”). Sulla parete rivolta a Ovest sono scavate alcune nicchie e un cunicolo di pochi metri di lunghezza, probabilmente tali lavori furono eseguiti in epoca recente da maldestri cercatori di tesori. Il pavimento è ingombro di terriccio ed altro materiale inerte. Al secondo ambiente si accede attraverso un varco realizzato sulla parete rivolta a Sud. Tale ambiente è di minori dimensioni rispetto al primo: l’interno è parzialmente interrato e presenta un vano a pianta semicircolare in corrispondenza del varco di accesso. La volta è rinforzata da archi realizzati in mattoni a vista. Per molti la struttura riprende l’architettura tipica della casa romana con due cortili interni ma in assenza di ricerche archeologiche appropriate questo luogo rimane un enigma. Come ci si aspetterebbe, anche intorno alla Grotta Trisulina ruotano alcune credenze popolari e leggende, come quella della “Tromba del Diavolo”. Secondo questa leggenda all’interno della Grotta Trisulina sarebbe custodito un antico tesoro mai rinvenuto, su cui grava una maledizione: per ottenerlo sarebbe stato necessario sparare tutti i colpi di una pi***la contro una figura misteriosa che apparirebbe all’interno dell’antro e che riguarderebbe proprio “Trisulina”, una donna col volto coperto da un velo nero. Alcuni riconducono il nome della leggenda al fatto che il tesoro fosse protetto dalla Tromba del Diavolo, ossia la pianta Datura metel L. proveniente d’Oriente, un vegetale realmente esistente e fortemente velenoso. Leggende a parte, le emozioni e lo stupore che regala il Comune di Zungri con l’enigmatico Insediamento Rupestre Degli Sbariati e la frazione fantasma di Papaglionti con la sua grotta magica difficilmente si possono trovare in gran parte del Sud Italia. Insieme agli amici di Mystica Calabria abbiamo visitato un angolo della nostra terra dal sapore misterioso, custode di un patrimonio di grande rilevanza storico-culturale che andrebbe rivalutato e valorizzato.

Alfonso Morelli team Mistery Hunters

Foto: Alfonso Morelli, Francesco Propato (copyright © all rights reserved)

Fonte: Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana (CNCA-SSI)

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