20/04/2023
Secondo fonti ONU ci sono più persone a questo mondo con accesso a tecnologie telefoniche che con accesso a fonti idriche e sanitarie. Già nel 2012 vari studi e testate giornalistiche avevano portato alla luce il problema, dipingendo uno scenario disastroso dove particolare attenzione veniva posta sul continente africano. E nel 2016 CNN ha pubblicato un articolo su uno studio di Afrobarometer, un network di ricerca indipendente Africano, che mostrava che solo il 63% del continente aveva accesso ad acqua convogliata, mentre il 93% aveva accesso a un cellulare.
Ad oggi il problema persiste. Infatti un report elaborato da Cisco nel 2017 prevedeva che entro il 2021 circa in 5.5 miliardi di persone avrebbero avuto accesso a telefoni smartphones, mentre solo in 5.3 miliardi avrebbero avuto accesso ad acqua corrente. È stato infatti stimato che il traffico di dati globale avrebbe raggiunto oltre i 49 exabyte al mese e 587 exabytes all’anno, dove un exabyte continente oltre un miliardo di gigabytes.
Se in alcune zone del mondo intere comunità non hanno accesso diretto a fonti idriche, altre più ricche hanno una disponibilità che supera eccessivamente i bisogni individuali. Tuttavia, anche per quegli europei che bevono acqua dal rubinetto gratuitamente tutti i giorni, il tipo di accesso a tale prodotto sta cambiando. Inoltre, la tendenza alla privatizzazione ed all’oggettificazione dell’acqua esaspera sempre di più le disuguaglianza nell’accesso a questa materia di vitale importanza.
E’ infatti tendenza di una società completamente economicizzata il fatto che l’accesso ad un bene comune e naturale come l’acqua possa essere comparato a quello degli smartphones. I dati sopracitati possono essere interpretati in vari modi, ma è ovvio che l’analisi non può essere limitata ad un confronto tra due prodotti la cui scarsità o abbondanza è riducibile ad una scelta di consumo. L’acqua è un bene comune e tale deve rimanere, ed è pertanto fondamentale opporsi ad una retorica che dipinge alcune aree del mondo in maniera distorta mascherando con il diffuso accesso ad internet la crescente scarsità di risorse idriche pubbliche e sicure nel mondo.
Il nostro ragionamento deve spingerci oltre, ad una visione di sistema. Perché l’industria dell’elettronica digitale, spinta dal mero profitto, riesce a distribuire capillarmente il suo prodotto ormai necessario ma le istituzioni globali non riescono a strutturare una lotta globale al problema idrico?
Grazie a Ottavia Mossetto per l’illustrazione 🌹