06/04/2022
Quel mare così cristallino, quelle spiagge così incontaminate, quei terreni così selvaggi li avevano visti per la prima volta, dal mare, gli italiani. Erano i primi anni Cinquanta, e alcune barche a vela d’estate si spingevano dalla Pen*sola verso la Gallura, lungo le sue coste per lunghi tratti inabitate e irraggiungibili via terra.
La “Croce del Sud” era una di queste barche. L’armatore, l’industriale milanese Kerry Mentasti, amava quel mare, quella solitudine. Si innamorò dell’isola di Mortorio e la acquistò. Lungo una delle sue tante escursioni estive scoprì, per caso, l’insenatura di Porto Cervo e ne fu rapito.
Conobbe la famiglia Orecchioni di Liscia di V***a che, da secoli, con i suo tanti rami, possedeva e dissodava le terre che si affacciano sulla costa. Mentasti e molti Orecchioni divennero amici. Gli Orecchioni chiedevano all’industriale, “perché non ti prendi un terreno e ti fai una villa?”, ma lui rispondeva che la sua villa era la “Croce del Sud”.
Mentasti era il proprietario dell’Acqua San Pellegrino e la sua visione imprenditoriale era tutta rivolta alla sua impresa: non aveva né tempo né voglia di pensare a un investimento turistico.
Tuttavia avviò con gli Orecchioni trattative per l’acquisto dei terreni sul mare. Andarono avanti per alcuni anni, senza troppa convinzione, con molte resistenze da una parte (gli Orecchioni) e molti dubbi dall’altra (Mentasti).
Nel 1959 arrivò però una svolta. Giovanni Filigheddu, democristiano e consigliere regionale di Arzachena, da tutti conosciuto semplicemente come l’Onorevole per il suo grande impegno per il territorio, riuscì a portare, in quella che sarebbe diventata la Costa Smeralda, il rappresentante in Europa della Banca Mondiale.
Inglese, nato il 6 aprile 1902, esattamente 120 anni fa, John Duncan Miller arrivò in primavera, vide i terreni di Capriccioli e decise di acquistarli. Per l’operazione di compravendita delegò il sindaco di Arzachena, Giorgino Filigheddu.
Quella scelta, chissà quanto direttamente, portò alla conclusione positiva delle trattative fra la famiglia Orecchioni e Mentasti: l’industriale comprò tutti i terreni della baia di Porto Cervo. Tra il giugno e il settembre del 1959 vennero dunque messe le basi per lo sviluppo turistico dell’area conosciuta come Monti di Mola.
Ma Miller, a differenza di Mentasti, non si limitò all’acquisto. Parlò di quello che aveva visto ai suoi amici inglesi, tutti industriali e finanzieri e tutti sempre impegnati a trovare nuove opportunità di business.
Questo cambiò radicalmente il destino. Gli inglesi misero su una cordata, vennero a vedere i terreni dal vivo, coinvolsero il Principe Karim Aga Khan. Per loro quello non era un affare immobiliare qualunque: era la chance unica di avere il mare dei Caraibi a due ore di volo da Londra.
Miller credette nelle potenzialità di qui terreni così tanto da diventare uno dei Membri Fondatori del Consorzio Costa Smeralda. Impegnò tempo e risorse per la costruzione delle infrastrutture e poi delle ville.
Lui stesso costruì, vicino alla spiaggia di Capriccioli, una villa in cui per quasi 20 anni passò l’estate. Senza il suo intuito e i suoi collegamenti la storia, forse, non sarebbe stata la stessa.
In modo indiscutibile, Miller è uno dei padri della Costa Smeralda.