IL RACCONTO DI CARLA PRIMAVERA 🙏.
Il cielo è minaccioso. Promette pioggia sicura. Con la consueta calma cerchiarese, ci dirigiamo, appena il gruppo alle 8.30 del mattino si è congiunto, verso il bar per coccolarci con un caffè che ci servirà per affrontare la giornata "in" , ossia " dentro" gli strati della Terra più profondi. L' Antro degli Elfi ci attende e già al suo ingresso, profondo e nascosto, ci fa intendere che non sarà proprio una passeggiata. Antonio e Giovanni "armano" il primo tiro di corda che ci permetterà il nostro primo "tuffo" nel ventre di Madre Terra. Arrivano le prime gocce di pioggia prima che gli ultimi due riusciremo a calarci dentro. Non ci preoccupa. Tra un po' saremo al sicuro e all'asciutto. Prima saltino verticale, poi uno obliquo, sempre con i piedi piantati sulla roccia che ci guida, ci permette l'ingresso. Si arriva poi ad un ulteriore discesa, abbastanza verticale e scivolosa. L'attenzione è alta. Chi è sceso prima di me mi dà indicazioni. Meglio a sinistra. Si. Va bene da lì... Le varie concrezioni a forma di coralli, ma col cuore di pietra, stalattiti e stalagmiti si alternano in questo scenario subliminale. Piccoli insetti, ragni, vermi e un pipistrello ci fanno compagnia. Il mio pensiero va alla loro mente...che penseranno mai di noi? Scivoliamo ancora più giù. Le nostre luci frontali ci ricordano che noi abbiamo bisogno della luce. Loro no. Siamo rapiti dalla bellezza. I millenni che hanno generato, con l'acqua e i movimenti naturali tettonici, questi anfratti, cunicoli e sculture dalle forme più bizzarre. E noi lì, piccoli esseri incapaci di creare tanta bellezza, ma fortunati dal poterne godere. Comincia la risalita. Più faticosa, si. L'attrezzatura ti permette di riemergere con movimenti lenti e costanti. A volte ci si ferma anche a riposare. Le cose belle si conquistano a fatica, così recita un vecchio proverbio. A noi questa non ci ha spaventato. Anzi, ci ha permesso l'ingresso in un piccolo paradiso n