23/05/2024
IL PRINCIPE DEI COMO' DEL '700
In Italia nel XVIII secolo, a differenza dei grandi stati europei quali la Francia, la Spagna e la Gran Bretagna, ci furono un gran numero di potentati e di staterelli che da una parte diedero la possibilità ai nemici d’oltralpe di sfruttare questa divisione tra gli italiani invadendoci a loro piacimento, d’altra parte però si svilupparono nelle regioni stili diversi nella moda e nell’ebanisteria molto interessanti che contribuirono a contraddistinguere ed alle volte enfatizzare la capacità e la bravura di artisti, scultori ed ebanisti; ad esempio in Liguria ed a Genova in particolare, prese campo uno stile particolarissimo il cosiddetto “barocchetto genovese ” che ispirandosi al Luigi XV francese, creò mobili tanto particolari da essere apprezzati ed amati in tutta Europa. I nostri ” bancalari “, così venivano chiamati i costruttori di mobili a Genova , dalla metà del 1700 e sino al 1770 circa realizzarono mobili stupendi mantenendo sempre la stessa impostazione contraddistinta da un’eleganza morbida, sinuosa ed estremamente raffinata tra i quali il cassettone o comò che dir si voglia, che é forse il mobile più caratteristico perché da questo derivarono i comodini, gli angolari, le ribalte ed i trumeaux.
Il comò genovese di questo periodo è caratterizzato da sostegni slanciati e calzati in eleganti zoccoli in bronzo cesellato e dorato che si raccordano con un unico movimento al centro del mobile detto “pancetta “, le catene non sono mai a vista, i montanti sono mossi e formano un movimento unico ed omogeneo rispetto a quello delle gambe formando inoltre la classica aletta elegante e sinuosa che forma un tutt’uno con il fronte del mobile mosso ad arco di cupido, anche i fianchi sono mossi così come il piano del mobile che seguendo sempre l’andamento del fronte del cassettone può essere di legno o di marmo ed in quel caso avrà uno spessore di circa 2,7 cm., una curiosità da evidenziare: alle volte il costo del piano in marmo, se pregiato come quello mostrato nella fotografia che é un broccatello di Spagna, superava quasi il costo del mobile, il fronte era a due cassetti, dei quali quello verso il basso aveva incorporato il grembiule, più uno o due tiretti sotto il piano. Le ferramenta erano in bronzo cesellato e dorato al mercurio, processo che consisteva nel bagnare uniformemente l’oggetto da dorare con acido nitrico, poi veniva preparato un composto oro/ mercurio con cui spruzzare l’oggetto ( rigorosamente solo nelle parti visibili ) ed infine l’oggetto veniva posto in una fornace, ad alta temperatura il mercurio evaporava e l’oro restava applicato indelebilmente alla superficie, era un processo pericoloso perché liberava sostanze altamente tossiche, corrosive ed inquinanti, deleterio per chi nel ‘700 lo faceva, considerando anche le scarse protezioni che venivano usate in quell’epoca.
Concludendo il comò aveva una struttura in legno povero lastronata in legni esotici quali il palissandro e il prezioso bois de rose con cui venivano realizzate le filettature ed i tipici cuori che solitamente creavano un motivo a quadrifoglio.
Un ringraziamento al mio amico Alberto Capozzi per avermi consentito di fotografare il comò mostrato nel mio articolo.