17/02/2025
Un uomo
In un ristorante di lusso a Hollywood, John Wayne era seduto tranquillamente al suo tavolo, gustando il pasto, quando notò un trambusto a pochi metri di distanza. Un cliente facoltoso, vestito con un elegante completo, stava aggredendo verbalmente un giovane cameriere. Il ragazzo aveva commesso un piccolo errore, ma la reazione dell’uomo era stata spropositata, la sua voce rimbombava nel locale. Gli altri clienti lanciavano sguardi imbarazzati, ma nessuno aveva il coraggio di intervenire.
Wayne, noto per la sua intolleranza verso i prepotenti, osservò la scena per qualche istante prima di alzarsi. La sua sola presenza attirò subito l’attenzione. Alto un metro e novantatré, con quella stessa postura imponente che lo aveva reso un’icona in film come Ombre Rosse e Sentieri Selvaggi, si avvicinò al tavolo dell’uomo. Posò saldamente la mano sulla sedia del cliente e si inclinò leggermente verso di lui. Con la sua voce profonda e ferma, ruppe il silenzio:
"Nei miei film, i prepotenti non durano a lungo."
Lo sguardo di Wayne era penetrante. La sicurezza ostentata del ricco avventore si dissolse all’istante. L’uomo borbottò qualcosa, abbassò lo sguardo e tornò a concentrarsi sul piatto, cercando di ritrovare la compostezza. Il giovane cameriere, visibilmente scosso, restò fermo per un attimo, poi rivolse a Wayne un cenno di gratitudine. Senza aggiungere altro, l’attore tornò al suo posto. Il messaggio era stato chiaro: il momento era chiuso.
John Wayne era spesso visto come l’incarnazione della mascolinità hollywoodiana, ma chi lo conosceva davvero sapeva che possedeva un saldo codice d’onore. Poteva essere diretto, talvolta brusco, ma detestava chi approfittava della propria posizione per umiliare i più deboli. Cresciuto in una famiglia operaia e segnato dalle difficoltà della Grande Depressione, sapeva bene quanto valesse il lavoro e il rispetto per chi fatica ogni giorno.
Quella scena al ristorante non fu un caso isolato. Sul set di La battaglia di Alamo, Wayne si assicurò personalmente che i membri della troupe ricevessero un trattamento equo, intervenendo quando sospettava che fossero sottopagati. Anche durante le riprese di Il Grinta, quando un produttore sgridò pesantemente un tecnico, Wayne si fece avanti, ricordando a tutti che ogni singola persona sul set era fondamentale per il successo del film.
La sua figura, imponente sullo schermo, si rifletteva spesso anche nella vita reale. Chi aveva lavorato con lui parlava della sua integrità e della sua ferma convinzione che la giustizia e il rispetto dovessero essere garantiti a chiunque, indipendentemente dal ruolo o dallo status.
Alla fine della serata al ristorante, mentre il giovane cameriere tornava lentamente ai suoi compiti, Wayne lasciò con discrezione una generosa mancia sul tavolo, e se ne andò senza aspettare riconoscimenti. Non aveva bisogno di applausi: per lui, i gesti contavano più delle parole.
John Wayne credeva che il rispetto non fosse un privilegio riservato ai potenti, ma un diritto di tutti.