23/02/2016
CHAY PIENGHE’?
«Chay pienghé?» ossia “Prendi un tè?” In India i venditori di chay sono a ogni angolo di strada, a tutte le stazioni di autobus, treni e risciò. Alcuni, i più fortunati, hanno un vero e proprio negozietto in muratura o una piccola capanna in legno che li protegge dal maltempo, dove oltre al tè espongono un vasto assortimento di biscotti e snack salati. Poi ci sono i chayvallah ambulanti, i venditori di tè itineranti, che con un carretto di legno trainato a mano, si spostano per il villaggio, vendendo il loro chay. Dal chayvallah, il profumo di tè e spezie si mescola all'odore del cherosene che alimenta la fiamma del fornello, sempre accesa da mattina a sera. Due pentole in alluminio incrostate di foglie di tè e di latte si alternano sulla fiamma, mentre il venditore riempie i bicchierini allineati di fronte a lui, versando abilmente il chay da una certa distanza per raffreddarlo. I clienti rimangono pazientemente in attesa chiacchierando tra loro. Poi, finito di bere, lasciano cadere le poche monete sul bancone. Il prezzo varia dalle dieci rupie nelle costose metropoli, alle due, tre rupie delle cittadine di periferia.
Come il prezzo, anche la ricetta può cambiare, mentre si percorre il paese da nord a sud. In generale il chay si prepara facendo bollire una miscela di latte, acqua e abbondante zucchero, cui si aggiunge una qualità economica e abbastanza forte di tè in polvere. A questa ricetta a volte vengono aggiunte alcune spezie come la radice di zenzero fresco ed i semi di cardamomo. La bevanda più conosciuta è il masala chay arricchito da una miscela, un masala appunto, di varie spezie come la cannella, i chiodi di garofano, il pepe nero, l'anice stellato e poi gli immancabili cardamomo e zenzero. Esistono poi regioni in cui la preparazione del chay è totalmente diversa, un esempio è il noonchay, il tè del Kashmir che ha la peculiarità di non essere zuccherato bensì salato.
Nonostante la sua enorme diffusione, non si hanno notizie certe riguardo l'origine del tè. Alcuni sostengono che il tè venisse già utilizzato come bevanda nell'antichità da alcune popolazioni tribali, mentre è sicuro che fosse conosciuto nella medicina ayurvedica per le sue proprietà curative. Eppure è difficile ricostruire la storia del chay nel periodo che precede la formazione della Compagnia delle Indie quando, sotto l'impulso degli inglesi, si cominciò a coltivare la pianta del tè, prima per l'esportazione in occidente e poi anche per il mercato locale. C'è chi sostiene che furono proprio gli inglesi a introdurre l’abitudine della pausa tè in tutta l'India per ragioni di mercato. È innegabile tuttavia che gli indiani abbiano saputo dar vita a una tradizione e a un modo del tutto particolare di bere il tè, che da semplice gesto quotidiano è diventato un importante momento di aggregazione sociale.
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