Salaria in località Centrale e proseguendo verso Agore, ci troviamo in pochi minuti in un ambiente favoloso: le pareti di arenaria, ricoperte da mu**hi, vigilano sul nostro incedere mentre la f***a vegetazione boschiva, tipica di questi luoghi, ci viene incontro chiudendosi a volta sopra di noi. Osservando le rocce, in alcuni punti notiamo tracce di calcare, talvolta vere e proprie stalattiti di f
orma lamellare scolpite dallo scorrere del tempo. Continuando per la salita, lambendo la cima della nostra ascesa, ci ritroviamo, quasi sospesi nel vuoto, come dei funamboli, a percorrere una striscia di terra delimitata nei suoi due lati da impervi costoni rocciosi. Il panorama toglie il fiato:
ad oriente l’azzurro del mare Adriatico, poi le creste dell’Ascensione e le vette imponenti della Montagna dei fiori e della Montagna di Campli. Infine, volgendo lo sguardo a Sud, le cime spesso imbiancate del Gran Sasso e dei Monti Sibillini. Spesso, il nostro udito sarà solleticato dal fiabesco cinguettio di uno dei tanti uccelli che popolano la zona, o la nostra vista affascinata dal maestoso planare di un rapace, che elegantemente volteggia tra le rupi incontaminate… Incantevole. L’antico centro rurale di Rocchetta, totalmente abbandonato dagli anni Settanta, si compone di varie costruzioni dalle caratteristiche architettoniche uniche. Il Borgo si sviluppa in altezza, appoggiando le fondamenta sulle molteplici terrazze naturali di arenaria, pietra tipica di quei luoghi. Le strutture sono perfettamente integrate con il territorio perché costruite sfruttando il naturale andamento delle pareti rocciose presenti che, spesso, fungono da muro di perimetrazione creando dei suggestivi esempi di case-caverna. In questo modo, i fabbricati, un tempo dimore, botteghe artigiane o stalle, si sposano armoniosamente con la natura circostante, tanto da disegnare un unico ambiente dove il confine tra la zona di verde incontaminato e quella “urbanizzata” sembra quasi non esistere. Al centro del borgo si posizionano i ruderi di una piccola chiesa cinquecentesca, la chiesa di “San Silvestro”. Tutto intorno, un paesaggio che si colora delle tonalità calde dei boschi interrotte dal bianco delle rocce. Inoltre, Rocchetta colpisce per le testimonianze di cultura contadina e montana che offre:
un gioiello che merita di essere rivalorizzato e reso di nuovo fruibile.