22/07/2014
Albanella: un po' di storia.
Dalla distruzione di Pesto (Paestum) ne sorse la terra di Albanella, un piccolo paese chiamato anticamente “l'alba greca”. Ciò narra la storia, in parte incisa su un masso all'entrata del Paese. Numerosi sono i racconti che ricostruiscono il passato di questa terra raccolta su una piccola collina. Una leggenda secolare, che sa un po' troppo di fiaba, racconta che il nome Albanella deriva da quello di due sorelle gemelle, Alba e Nella, che, sposatesi con due giovani del luogo, diedero il nome all'abitato. Tesi più avvalorate fanno risalire l'etimologia del nome "Albanella” da Alba (bianco oppure alto) ed Ellas (Grecia), per ricordare la terra natìa dei profughi paestani, fondatori della città.
I profughi di Paestum, a seguito delle incursioni saracene e della diffusione della malaria, cercarono insediamenti più sicuri e più salubri in queste terre. Il ritrovamento di tombe, databili intorno alla fine del V secolo a.C., attesta però che in quel luogo erano presenti insediamenti umani di Greci o Lucani della vicina Paestum. Più isolata rispetto al centro abitato, sorge la Chiesa di S.Sofia, costruita nel 1500. Nel cuore del piccolo centro storico si erge un altro luogo sacro dal fascino particolare e mistico: la Chiesa di San Matteo, databile agli inizi del XV secolo, con due navate ed un campanile in stile romanico, e la Ca****la della Congrega del SS. Rosario (XIX sec.) sulla cui facciata esterna è posto il bellissimo pannello maiolicato di fattura vietrese, raffigurante la Madonna del Rosario tra San Domenico Da Guzman e Santa Caterina da Siena. In zona S. Cesario, vi è la Chiesa S. Giuseppe Lavoratore di recente costruzione. Infine, a Matinella, c'è la Chiesa di S.Gennaro, meglio conosciuta come Chiesa di S.Anna perché intorno agli anni '60 vi portarono la statua della Santa a cui gli abitanti di Albanella sono particolarmente devoti. Percorrendo le vie del centro storico, si possono ammirare numerosi palazzi gentilizi dai bellissimi portali, databili dal XIV al XVII secolo.
Cultura e vita locale:
Il 7 agosto 1977 fu inaugurata la mostra etnografica della Civiltà contadina e fu ubicata presso la casa del dott. Prisco Anzisi, sita nel centro storico in via Codone. Lo scopo della mostra è quello di recuperare la cultura degli antenati attraverso attrezzi e suppellettili che hanno caratterizzato il mondo agricolo. Un'iniziativa nata del desiderio di far conoscere alle nuove generazioni una realtà storica ricca di tanto fascino.
L'economia del paese si è fondata per secoli sulla pastorizia e sull'agricoltura. Una fonte, quest'ultima, ancora oggi fondamentale per il sistema produttivo di Albanella. Nelle zone caratterizzate da una maggiore altitudine si coltivano la vite e l'ulivo, mentre in pianura prevalgono l'allevamento di bovini e bufali, e la coltivazione di pomodori, carciofi, frutta e fichi. Diversi gli eventi. Fra quelli religiosi: la Festa patronale di S. Sofia, quella di S. Giuseppe Lavoratore e la festa di S. Anna a Matinella, la frazione di Albanella che si è sviluppata maggiormente grazie all' agricoltura e al commercio. Nel corso dell'anno, ad Albanella, vengono organizzate anche numerose manifestazioni culturali e di carattere gastronomico: l'Albanella Teatro Festival, i Sette Venerdì Letterari, il Festival canoro GAR e AM, la festa Bontà di Bufala e la giornata dell'olio d'oliva. I Patroni del paese sono S. Matteo e Santa Sofia.
Paesaggio e natura:
La terra di Albanella è adagiata, al contempo, su morbide colline di uliveti e su terreni sassosi e argillosi. Non lontana dal mare e protetta, a distanza, dai monti Alburni, essa gode di un clima mite e temperato. Custodisce vecchie storie che risalgono agli anni del brigantaggio, quando alcuni banditi vi si rifugiarono, nascondendovi tesori che, a leggenda, la gente di Albanella cerca ancora. Dalla collina di S. Chirico è possibile ammirare lo splendido paesaggio della natura. Questa altura che un tempo era sede di un antico abitato, oggi raduna le mastodontiche pale alimentate solo dai venti, visibili sin dalla costiera amalfitana.
Nell'Oasi Bosco Camerine compaiono numerosi torrenti, rigagnoli e pozze; tra questi la Pozza del Tritone e il Vallone del Bagno. Le essenze vegetali che qui crescono sono predominate dal cerro e dalle querce. Abbondano soprattutto specie appartenenti alla Macchia Mediterranea: lecci, in via di nuova diffusione, frammisti a roverelle e cerri, a cui si aggiungono specie rampicanti che riescono a raggiungere posizioni migliori abbarbicandosi agli alberi. Il Leccio si presenta accompagnato immancabilmente dal Ciclamino e da poche altre specie del sottobosco; quest'ultimo è generalmente non rigoglioso, a causa della fittissima ombra. Nel bosco si intanano la volpe, il tasso, la donnola e la faina. Nei cieli che sovrastano la terra di Albanella, vola libera la poiana. A fine agosto e inizio settembre si compie l'evento dell'Oasi: l'azzurro del cielo si tinge di giallo, verde, blu e castano: sono i colori del piumaggio dei gruccioni. Dopo aver nidificato ed essersi riprodotti sulle sponde del fiume Calore e del suo affluente Malnome, si radunano nell'Oasi, dove, sazi dell'abbondante cibo che offre questa terra, si ritemprano e si preparano, adulti e piccoli, a migrare per l'Africa.
