21/11/2023
La grotta Cosquer è una delle più interessanti grotte sommerse al mondo, grazie alla presenza di graffiti preistorici i più antichi dei quali risalgono a circa 27.000 anni fa. Prende il nome da Henri Cosquer, un sub francese che la scoprì nel 1991. L'ingresso è situato nel mar Mediterraneo a 37 m di profondità, pochi km ad est di Marsiglia.
A causa della sua posizione al di sotto del livello del mare, la grotta è chiusa al pubblico. L'accesso è consentito solo agli studiosi ed il tunnel sottomarino è stato ostruito con dei massi. Recentemente è stato presentato un progetto per rendere accessibile la grotta da terra con l'ausilio di un ascensore sotterraneo, ma l'ipotesi è stata scartata per le conseguenze che potrebbero derivarne a causa della pressione.
Dalla ricostruzione scientifica, s'è potuto appurare che, 27.000 anni fa, la grotta era situata ai piedi di un calanco, avanti al quale si trovava probabilmente una steppa: era il periodo dell'ultima glaciazione, dunque il clima era assai più rigido di adesso e paragonabile a quello dell'attuale Norvegia. Il mare si trovava ad 8–10 km di distanza, con l'imbocco della grotta a circa 120 m s.l.m. Gli uomini preistorici (in prevalenza, cromagnoidi) la frequentavano a scopi rituali o di caccia, ed è stato appurato che, nel periodo intercorso tra le diverse datazioni delle pitture, la cavità rimase abbandonata.
Henri Cosquer, sommozzatore professionista, scoprì casualmente la grotta nel 1985, mentre si trovava in immersione a 37 m di profondità nella baia di Triperie nei pressi di cap Morgiou, vicino alla cittadina di Cassis. Pensando di trovarsi davanti ad una grotta interessante, vi entrò, percorrendo un buio corridoio sottomarino lungo 175 m circa sfociante in una ampia sala solo parzialmente allagata, di circa 50 m di diametro e presentante numerose stalattiti. Fu solo poco tempo dopo, sviluppando le foto scattatevi, che Cosquer s'accorse dell'impronta di una mano con sole tre dita impressa su una parete.
Il sub tornò quindi nella grotta, stavolta in compagnia di alcuni amici, e la scoperta si rivelò sensazionale: più di cento figure, geometriche, di mani umane e di animali, erano dipinte sulle pareti e ricoperte da un sottile strato di calcite. Vennero contattati quindi gli esperti, e nel 1991 il paleontologo Jean Courtin visitò la grotta e studiò i dipinti, che stimò databili a non meno di 20.000 anni prima: dunque, più antichi di quelli di Lascaux, risalenti a "solo" 13.000 anni or sono. Nel 1991 la scoperta venne resa nota.