04/09/2024
E come ogni anno la storia si ripete. Il precario della scuola, che attende con trepidazione la propria assegnazione, che vive in un continuo stato d’ansia nell’attesa di vedere il proprio nome tra i vari turni di nomina, aggiornando costantemente il sito dei vari Uffici Scolastici Provinciali, e tenendo d’occhio chat di colleghi nella stessa situazione; il precario che magari ha alle spalle anni di insegnamento e formazione e non vede l’ora di conoscere le sue nuove classi, e riprendere a fare il lavoro che così tanto ama (altrimenti non resisterebbe in questo chaos estremo), in fondo questo precario può aspettare ed essere comprensivo nel caso ci fossero errori nelle assegnazioni. Non se la prenderà se il giorno successivo alla pubblicazione delle nomine e dopo aver visto il proprio nome tra i supplenti di questo nuovo anno scolastico, viene tutto ANNULLATO.. palla al centro e si ricomincia! Tutto da rifare! Non ve la prendete!
Che male c’è se qualcuno ha già preso servizio nella scuola assegnata e ora non sa cosa succederà, se ha già comprato il biglietto del treno e prenotato l’alloggio, magari a centinaia di kilometri di distanza da casa, con figli da lasciare a nonni, parenti, amici…
Ebbene sì, non è più possibile stare tranquilli e credere che una volta visto quel nome sia tutto vero! Poveri illusi.
Sono ormai due anni di fila che le nomine vengono annullate con conseguente spreco di risorse umane ed economiche (pensiamo anche alle ore di lavoro delle segreterie, già oberate e sotto organico), senza considerare il disagio che ciò implica per i docenti stessi che, in attesa di nomina da settimane, si precipitano a firmare mettendo in pausa impegni personali, familiari, entusiasti che finalmente si ricomincerà a lavorare, per poi vedere scritto, a caratteri cubitali: ANNULLAMENTO.
C’è anche chi magari oggi, 4 settembre, dopo aver firmato la presa di servizio, ha anche sospeso la Naspi (l’indennità mensile di disoccupazione).
Probabilmente questi poveri precari, presi ancora una volta in giro, senza alcuna remora, hanno già partecipato ad impegni collegiali o ai primi consigli di classe.
Ecco, tutto questo anche per ricordarvi di pensarci due volte prima di inveire contro la categoria degli insegnanti, e ritenere che siamo solo dei privilegiati.
Pensate che dietro c’è anche questo, e molto altro! È come sentirsi traportato dalla corrente, senza poter opporre resistenza, o impantanato in una palude che non ci lascia scampo, in una montagna russa di emozioni, in balìa di un sistema che ci sfrutta, ci strattona, ci fa gioire e poi piangere, che prende a schiaffi la nostra dignità! Ogni volta.
E oggi, ci risiamo, si rifà tutto da capo, e si attende, come ormai siamo bravi a fare.
E chissà per quanto ancora.