One Step Beyond

One Step Beyond Escursioni guidate a piedi, con le ciaspole e in bicicletta principalmente nel territorio delle prov

Escursioni a piedi e in bicicletta
nel territorio unico delle provincie di Arezzo, Siena e Grosseto attraverso l’incredibile varietà di paesaggi di questa parte di Toscana che più è rimasta a misura d’uomo
La scopriremo attraverso l’avventura in natura, la magia della storia, la bellezza dell’arte e la bontà dei prodotti tipici e la cucina tradizionale, con serenità, benessere e divertimento
Inol

tre CIASPOLATE per immergersi nel silenzio di foreste e crinali immacolati…
…e TREKKING URBANO alla scoperta di scorci particolari su percorsi meno conosciuti dal turismo di massa, per visitare le nostre splendide città d’arte

Sono disponibili escursioni personalizzate per tutti I tipi di gruppi dai bambini agli anziani, dalle famiglie ai singles e anche per persone diversamente abili. Per vedere il programma dettagliato vai su : www.unpassoltre.it contattami cell. 340693515, [email protected]

22/04/2025

L’aratro più antico conosciuto al mondo – l’aratro di Lavagnone – proviene da un insediamento palafitticolo dell’Età del Bronzo Antico, situato su quella che un tempo era una parte del Lago di Garda (oggi trasformata in una torbiera prosciugata all’estremità meridionale del lago).

Risalente a circa 2200–1600 a.C., è l’aratro più antico del mondo finora scoperto.

Lo strumento è realizzato in quercia, con un giogo in faggio.
Questo semplice e leggero aratro, di tipo a vomere diritto (sole-ard), produce un solco superficiale (o scanalatura), invece di un solco profondo con inversione del terreno.

Era adatto a terreni già disboscati, e i solchi poco profondi erano ideali per seminare cereali.

Attualmente è conservato presso il Museo Civico Archeologico "Giovanni Rambotti" in Italia.

22/04/2025

Ansedonia 🔹 Vecchi immagine della Tagliata, un affascinante intreccio tra l'ingegneria idraulica etrusca, la strategica importanza del porto di Cosa in epoca antica e le trasformazioni del paesaggio costiero nel corso dei secoli, culminando con la costruzione della torre difensiva...

21/04/2025

L'intero impero romano è stato misurato con il passo di un soldato. Non è una metafora, ma la pura verità storica.
I romani, maestri dell'ingegneria pratica, decisero che l'unità di misura perfetta per calcolare grandi distanze fosse il "passus": il doppio passo di un legionario, equivalente a circa 1,48 metri.
Pensateci un attimo: mentre i nostri moderni sistemi metrici derivano da calcoli scientifici, i romani si affidavano a qualcosa di profondamente umano e immediato. Il semplice movimento di un soldato in marcia.
Mille di questi passi formavano un "milia passuum" (miglio romano), da cui derivano le famose pietre miliari che segnavano le distanze lungo le strade dell'impero. Quelle stesse pietre che, in alcuni luoghi, potete ancora vedere oggi.
Questo sistema così pratico permise ai romani di progettare e costruire oltre 80.000 km di strade pavimentate, collegando territori vastissimi con precisione sorprendente. Senza GPS, senza satelliti, solo con il ritmo regolare dei passi di un legionario.
La prossima volta che camminate su un'antica strada romana, provate a misurare il vostro passo. State camminando sulla storia.

18/04/2025
01/04/2025

Che c'entrano i pascoli della Maremma con il Monte dei Paschi di Siena? Ecco l’origine del nome della banca nata come Monte di Pietà nel 1472.

01/04/2025

Cause della deriva est del Blocco Sardo-Corso

Nell’Epoca del Pleistocene il Blocco comprendente le isole di Sardegna e Corsica si è staccato dalla costa della Provenza, Placca Europea, con una rotazione verso EST, quindi in senso antiorario, con punto di rotazione nel centro del Golfo di Genova. Intanto le Isole Baleari, che facevano parte di quello stacco si sono adagiate a metà del Mediterraneo tra la costa sp****la e il Magreb.

In seguito alla collisione tra Africa ed Europa, nell’area mediterranea sono mutati gli equilibri del sistema litosfera-astenosfera e si sono innescati nuovi processi che portarono l’area italiana all’attuale assetto. Nel settore geologico algero-provenzale, un processo di rotazione di blocchi litosferici (sfenocasma ligure) ha portato alla formazione di nuova crosta oceanica e alla rotazione di ca. 35º in senso antiorario del blocco sardo-corso che è così passato da una posizione di continuità con l’area europeo-provenzale all’attuale posizione d’isolamento all’interno dell’area mediterranea.

Tale posizione fu raggiunta nel Miocene inferiore (20 milioni di anni fa circa) e da allora risulta stazionaria. Contemporaneamente all’azione dello sfenocasma ligure venne attivato, in fase post-collisionale, un nuovo processo di subduzione a est del blocco sardo-corso, con l’associata formazione di un arco vulcanico (vulcanismo calcalcalino sardo).

Circa 100 milioni d’anni fa, l’apertura dell’Oceano Atlantico settentrionale, poneva fine all’espansione della Tetide, innescando la compressione del continente africano verso quello euroasiatico e determinando così la subduzione della crosta oceanica interposta.
La subduzione, durata fino all’Eocene superiore (35-30 Ma), ha portato alla formazione di un arco magmatico tra l’Oligocene ed il Miocene i cui prodotti affiorano oggi in Provenza, in Corsica ed in Sardegna, unite in quel periodo all’attuale territorio francese.

Con l’Oligocene in Appennino settentrionale inizia la formazione della catena, preceduta dall’identificazione dell’avanfossa. La storia sedimentaria é da questo momento legata ad una lunga fase deformativa che interessa tutto l’appennino ed è correlata in ampia misura con la rotazione del blocco sardo-corso prima, e della sola pen*sola, poi.

Contemporaneamente, in questa lunga fase deformativa, veniva prodotta la massima spinta per il sollevamento della catena alpina, con la messa in posto dei corpi plutonici principali. Il procedere della subduzione del Bacino Ligure Piemontese ha portato, a partire dall’Oligocene inferiore (30 Ma), all’apertura del Bacino delle Baleari, interpretabile come un back-arc basin, ubicato alle spalle dell’arco magmatico impostato nel sistema sardo corso provenzale.

L’apertura di tale bacino ha segnato l’inizio dello “sfenocasma sardo-corso“, che con rotazione antioraria incentrata nel golfo di Genova, ha portato la microplacca nell’attuale posizione in un intervallo di circa 10-12 Ma.

Il resto è storia geologicamente “recente”: circa 30 Ma una nuova risalita di calore dal mantello terrestre, forse prodotta dall’attrito della crosta oceanica della Tetide che s’immerge sotto quella continentale o innescata dalle fratture formatesi nella zona compressa tra Africa e Europa, provoca l’inarcamento e la rottura della crosta.

Questo fenomeno stacca dal continente occidentale il blocco sardo-corso e inizia a spostarlo in rotazione sud-est verso la posizione attuale, formando alle sue spalle il bacino balearico.

Lo spostamento del blocco sardo-corso termina in corrispondenza dell’irregolare bordo occidentale della zolla africana dove il movimento di compressione ha cominciato a formare gli Appennini.
Intorno ad 8 milioni di anni fa cominciò ad aprirsi il bacino tirrenico alle spalle dell’Appennino e dell’Arco Calabro che nel corso della loro formazione avanzarono progressivamente verso l’attuale Valpadana e verso gli attuali mari Adriatico e Ionio.

Questa rotazione ha portato alla compressione e sollevamento delle Alpi Apuane circa 18 Ma (Carmignani et al., 1978). Le unità Liguridi affioranti nei flysh della catena appenninica toscana altro non sono altro se non lembi del fondale della vecchia placca adriatica, impilati dalla tettonica compressiva in quel settore.

La convergenza tra la zolla africana e quella europea non è esaurita. Attualmente la velocità del movimento è misurata in circa 3 cm per anno e tende a chiudere il bacino del Mediterraneo. Gli enormi sforzi che si accumulano nelle zone di contatto tra le due zolle si scaricano periodicamente in violenti terremoti.

Nelle future epoche geologiche i due blocchi continentali appariranno nuovamente fusi in uno solo con isolati laghi salati, residuo del Mare delle Baleari, del Tirreno e dell’Egeo.
Fonte: Vialattea.net

FANUCCI F., MORELLI D. – Caratteri e cronologia della deriva del blocco sardo-corso.

FINETTI I, DEL BEN A, DIVIACCO P. & PIPAN M. – Il CROP dal Mare Balearico all’Arcipelago Toscano attravero il Blocco Sardo-Corso.

Indirizzo

Arezzo
52100

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