11/12/2024
GLI ETRUSCHI COME CHIAMAVANO GLI ETRUSCHI?
Nella nebbia del tempo, un popolo orgoglioso e misterioso si ergeva tra i colli e le valli dell’Italia antica. Essi chiamavano se stessi Rasenna, o Rasna, un nome inciso nelle pietre e tramandato nei canti, il cui significato riecheggia ancora nella storia.
La loro lingua ci dona un frammento di quel mondo antico, scolpito anche nelle iscrizioni etrusche: 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓 e 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓. Per i Greci, erano i Rasennas e per Dionigi di Alicarnasso, il loro nome celava l’essenza stessa di un eponimo leggendario.
Eppure, come ipotizzò Massimo Pallottino negli anni ’70 del Novecento, quella parola evocava qualcosa di più profondo. Non solo un’identità, ma un’idea: il populus latino, l’insieme del popolo, non solo nella sua forza guerriera, ma anche nella sua natura politica e sociale.
Helmut Rix, in armonia con Pallottino, ampliò questa visione, rivelando come il termine Rasna racchiudesse le sfaccettature di una comunità complessa e strutturata, un esercito e un popolo uniti.
Ma per il mondo esterno, i Rasenna avevano altri nomi. Per i Greci (oltre a Rasennas) potevano essere chiamati anche Tirreni, i Tyrsenoi o Türsenòi, mentre i Latini li chiamavano Tusci o Etrusci, nomi che avrebbero dato vita a “Etruschi” ed “Etruria”. Questi appellativi riecheggiano nel mito e nella memoria, legati ai mari e alle terre che circondavano le loro città-stato fiorenti.
La più antica eco del nome di questo popolo giunge a noi attraverso la voce immortale del poeta Esiodo. Nella sua opera Teogonia, al verso 1016, egli menzionava «tutti i popoli illustri della Tirrenia», un’espressione al plurale che includeva le genti non greche d’Italia, tra cui i Rasenna. Era la fine dell’VIII secolo a.C., un’epoca di profondi cambiamenti e scambi culturali nel Mediterraneo.
Proprio allora, verso il 700 a.C., i Rasenna tracciarono le loro prime parole nelle pietre, usando un alfabeto appreso dai Greci attraverso i contatti con i mercanti dell’emporio di Cuma, nel Sud Italia.
Era un’epoca di scambi febbrili, di culture che si mescolavano, di lingue che si influenzavano a vicenda. Almeno settant’anni prima, i Rasenna avevano già assorbito quei caratteri euboici, adattandoli alle loro esigenze per dar vita alle iscrizioni che oggi ci parlano attraverso il tempo.
Così, tra le parole di Esiodo e le pietre incise dagli Etruschi, si delinea il profilo di un popolo antico, i cui segreti continuano a nutrire l’immaginazione e lo studio dei posteri.