07/01/2024
«Oggi la “montagna di serie A” è quella turistica, al servizio del divertimento e del tempo libero urbano: è un’idea molto coloniale di montagna, costretta ad inseguire le mode del momento e i gusti del cittadino: deve avere neve anche quando non ce n’è, deve avere i panorami mozzafiato, il foliage con le giuste tonalità, tavole imbandite di prodotti tipici di contrabbando (quasi sempre da filiere industriali riverniciate di tradizionalità), la natura incontaminata sinonimo solo di animali selvatici (che però quando diventano troppo selvatici e quindi pericolosi vanno abbattuti). La “montagna di serie B” è la montagna senza maiuscola, quella che non aderisce agli stereotipi urbani e non è al servizio solo del turista: è una montagna declinata al plurale, perché ospita e risponde ad esigenze diverse, articolate, non è figlia del pensiero unico, ma del pensiero complesso. E ogni pensiero complesso rifugge dalle semplificazioni, allena alla diversità e alle sue sfumature, impone delle mediazioni: più che una retta (orizzontale o verticale) è una “diagonale” che attraversa la realtà con traiettorie oblique.
(...) Le montagne di serie B non devono agognare a diventare montagne di serie A rincorrendo gli attuali modelli di sviluppo turistico concentrato, standardizzato e specializzato ecologicamente insostenibili e culturalmente poveri: devono trovare la loro via, una “terza via” tra l’abbandono e lo sfruttamento».
🖋 Con l'intervista a Mauro Varotto (docente di Geografia culturale all’Università degli Studi di Padova) vi presentiamo un altro componente del comitato scientifico di L'Altra Montagna, composto da personalità legate al mondo della montagna, della ricerca scientifica, delle scienze umane, dell’impegno civile.
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