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20/02/2025
LO SAPEVI CHE…
“Cu l’idea ‘on si fa Carnalàvara … (serva u porcu!)”
Il Carnevale notoriamente rappresenta un periodo di divertimento e possibilità di travestirsi in maschera, darsi ai bagordi e festeggiare in compagnia dei propri cari amici e non solo (mangiando e bevendo anche in misura straordinaria).
A livello etimologico la parola deriva dal latino “carnem-levare”, letteralmente “privarsi della carne” (proprio a indicare l'ultimo banchetto che, come voleva la tradizione, si teneva il giorno prima del Mercoledì delle Ceneri, ossia il Martedì Grasso).
Il riferimento alla carne è infatti significativo, poiché il Carnevale precede il periodo di Quaresima, cristianamente un tempo correlato al digiuno e rinuncia alla carne. Questa tradizione popolare quindi si intreccia con le pratiche religiose locali e le usanze legate al ciclo dell'anno: praticamente si fa la festa prima dell'inizio di un importante periodo di restrizioni.
In passato, il Carnevale popolare badolatese iniziava il Giovedì Grasso e si protraeva sino alla prima Domenica di Quaresima con il famoso “Carnalavarettu”, passando dall’importante “Mart'arzàta” del Martedì Grasso. Tra le varie tradizioni, ancora diffusa in tante famiglie locali e del Sud Italia, c’era l’uccisione del maiale.
Questa pratica segnava simbolicamente la fine dell'inverno, dunque il passaggio alla stagione primaverile. Possedere un maiale, dal quale ottenere del cibo per un’intera famiglia, era una vera ricchezza e la sua uccisione era considerato un momento di abbondanza e di festa.
Durante il periodo che anticipa il Carnevale, molte famiglie si riuniscono e organizzano la macellazione del maiale, un evento accompagnato da rituali, canti e banchetti a base di frittole e prelibatezze culinarie varie. L’animale viene ucciso dalla mano più esperta e della carne ottenuta dalla macellazione non si butta via niente. Questa viene utilizzata per preparare piatti e prodotti tipici – provviste alimentari per tutto l’anno - quali salsicce, soppressate, carne salata, pancetta, capocollo, “zingulerhi” (cicoli) e sanguinaccio ecc.
L'uccisione del maiale in concomitanza con il Carnevale è dunque una tradizione ricca di significato, che celebra la vita, la famiglia e il passaggio delle stagioni, mantenendo vive le radici culturali di molti territori. In altre parole, questa pratica non è altro che un momento di convivialità famigliare, aggregazione sociale e celebrazione della cultura popolare locale.
La famiglia e i cari che si raccoglievano a “lavorare” la carne, o semplicemente a mangiarla, contribuivano a creare un'atmosfera di convivialità e condivisione nonostante l’impegno e lo sforzo necessario richiesto. In sintesi, con il “porco” si può festeggiare al meglio il Carnevale ma non basta solo l’idea, serve di sicuro il duro lavoro!
>> Post/ricerca (dietro consultazione anche di alcuni libri editi dall'Ass.ne Culturale "La Radice") a cura dei volontari SCU dell’Unpli Calabria/Pro Loco Badolato APS: Andreacchio Valentina, Carnuccio Alessia, Piroso Giuseppe, Vetrano Samantha.
(Foto: B@dolato, BSW, D.Trapasso)