25/08/2023
Il prossimo autunno dall’11 ottobre fino all’11 febbraio 2024 Palazzo Reale di Milano dedicherà una retrospettiva con oltre 40 opere alla figura di EL GRECO (Creta, 1541 – Toledo, 1614), al secolo Doménikos Theotokòpoulos, pittore cretese – che mai smise di sentirsi tale, nonostante il percorso di ricerca artistica che lo porterà prima in Italia, a Venezia e Roma, poi in Spagna, a Toledo, per 37 lunghi anni – per indagarne il fare pittorico, l’evoluzione artistica, tematica e tecnica maturata nel suo viaggio attraverso le città del Mediterraneo.
Vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo, emigrato dalla Creta di influenza bizantina per accendersi a confronto con il colore e l’eloquenza della pittura veneziana, poi scontratosi con i dettami della religione controriformata e diventato a Toledo uno dei pittori più richiesti sul mercato dell’arte sacra (irrisolto resterà il desiderio di diventare pittore di corte, sotto la protezione di un mecenate), dopo la sua scomparsa sarà dimenticato per oltre due secoli.
Riscoperto prima dal Romanticismo francese – che in lui vide un modello di genio mosso dall’istinto – e ampiamente a partire dall’inizio del Novecento, è considerato uno dei grandi maestri della storia dell’arte sp****la.
La sua pittura fuori dal tempo – “El Greco ha vissuto come se il tempo non gli fosse addosso, da questo deriva la sua contemporaneità”, per usare le parole di Vittorio Sgarbi, presente alla conferenza di presentazione – ha però a lungo reso complicato relazionarsi con le sue opere, giustificando il ricorso a strampalate congetture, sovrapposizioni tra la biografia e la carriera dell’artista, spiegazioni folcloristiche che hanno offuscato la riflessione storico-critica. (da Art Tribune)