Biosfera Itinerari

Biosfera Itinerari Biosfera organizza viaggi naturalistici dedicati all'osservazione della Fauna e degli ambienti nelle

Biosfera Itinerari organizza viaggi naturalistici dedicati all’osservazione della Fauna e degli ambienti nelle più importanti destinazioni al mondo per Biodiversità e Storia Naturale. Gli itinerari, costruiti per piccoli gruppi e definiti nei dettagli insieme ai partecipanti al fine di assecondare eventuali interessi particolari, sono guidati da professionisti della conservazione (Biologi e Natura

listi) dedicati allo studio ed alla divulgazione del mondo vivente. PERCHE' BIOSFERA
Organizzare un viaggio nelle regioni più “selvagge” della Terra può essere straordinariamente complicato, e presenta numerosi elementi imprevedibili. L’esperienza quasi ventennale di viaggi in ambiente tropicale è la migliore garanzia, pur con le variabili insite in itinerari spesso fuori dai percorsi battuti, per il successo dei vari passaggi del programma. L’accompagnamento guidato da parte di un BIOLOGO o NATURALISTA permette un livello di approfondimento inedito in proposte di questo genere, consentendo al Viaggiatore di comprendere appieno gli aspetti della biologia, dell’etologia e le problematiche sul piano della conservazione relative alle diverse specie osservate. Anche l’architettura degli itinerari riflette la profonda comprensione degli aspetti legati alla Storia Naturale dei paesi visitati, allontanandosi nella scelta dei tempi e dei luoghi dalle logiche del turismo convenzionale. La provenienza dal mondo della conservazione è sinonimo di attenzione e rispetto della natura, delle genti e degli equilibri socioeconomici ed ecologici delle regioni visitate. Nella costruzione del viaggio evitiamo scelte impattanti dal punto di vista ambientale o offensive ed inopportune nei confronti delle culture locali. Per quanto essenzialmente si tratti di esperienze legate all'osservazione della Natura, dedichiamo grande attenzione agli aspetti etnografici e alla conoscenza delle persone, ben consci che dall'equilibrio tra le esigenze delle popolazioni e le necessità di salvaguardare l’ambiente naturale deriva la Conservazione a medio-lungo termine di habitat e specie.

Sveglia a un' ora insensata, fatica e sonno ma direi che come inizio non c'è male...
28/12/2024

Sveglia a un' ora insensata, fatica e sonno ma direi che come inizio non c'è male...

QUADRUPLA PARTENZA NATALIZIA!India!Tanzania!Spagna!Norvegia!Buone feste selvatiche a tutti!
25/12/2024

QUADRUPLA PARTENZA NATALIZIA!

India!
Tanzania!
Spagna!
Norvegia!

Buone feste selvatiche a tutti!

TANTI AUGURI DI BUONE FESTEE DI UNO SPLENDIDO 2025, RICCO DI ESPERIENZE DA VIVERE NELLA NATURA DI QUESTO PIANETA MERAVIG...
23/12/2024

TANTI AUGURI DI BUONE FESTE
E DI UNO SPLENDIDO 2025, RICCO DI ESPERIENZE DA VIVERE NELLA NATURA DI QUESTO PIANETA MERAVIGLIOSO.

LUPI IN INVERNODa una parte c'è l'Abruzzo, la terra dove i monti diventano un arcipelago in un mare di foreste, i passi ...
21/12/2024

LUPI IN INVERNO

Da una parte c'è l'Abruzzo, la terra dove i monti diventano un arcipelago in un mare di foreste, i passi sono "forche", il cielo è conteso tra aquile e rocche battute dal vento, le foreste sembrano immobili ma lampeggiano ancora di orsi e lupi, divinità pagane ed eremi.

Dall'altro lato c'è l'inverno. Il momento del bianco e del silenzio, il momento del presente che non viene spostato e distribuito nel tempo, ma si critallizza nel ghiaccio delle rocce e nella neve delle cortecce. La stagione di reclusione dal frastuono del mondo, e dove tutto può accadere.

A unire tutto c'è il lupo.
Il signore dell' Abruzzo e il sovrano dell'inverno, il fantasma evanescente dallo sguardo eterno e che sembra galleggiare tra i vapori dei prati all'alba, che si muove leggero come se la sua traccia si chiudesse dietro il suo passaggio. Dicono il suo sguardo sia un sortilegio, i suoi occhi abbiano pupille dilatate e immote capaci di scrutare lo spazio e il tempo, gli abissi del passato e quelli del futuro.

Questo inverno vi invitiamo a entrare in punta di piedi in questa fiaba.
In Abruzzo, nell'inverno del lupo.

ISCRIZIONI APERTE!

https://wwftravel.it/categorie-speciali/wildlife/trekking-parco-nazionale-abruzzo-inverno-lupo/

[email protected] 347 304 2700
[email protected]

L' UC***LO CHE MANGIA I LEONIIn ogni ecosistema,i predatori apicali sono quelli che occupano la nicchia trofica più alta...
20/12/2024

L' UC***LO CHE MANGIA I LEONI

In ogni ecosistema,i predatori apicali sono quelli che occupano la nicchia trofica più alta.
In parole povere, difficilmente vengono predati, da adulti. Eppure, gli scontri tra predatori apicali di diverse generi, famiglie o addirittura classi, esistono eccome, soprattutto per specie con una sovrapposizione nella nicchia trofica.

Queste interazioni letali possono essere simmetriche (quando predatori diversi si possono uccidere tra loro in egual misura) o asimmetriche (quando un predatore di solito ne uccide un altro ma non viceversa), e possono rientrare genericamente in due categorie: "interspecific killing", dove predatori potenzialmente competitori vengono uccisi senza alcun guadagno energetico, cioè nessuno viene mangiato, e "intraguild predation", dove invece dopo lo scontro occasionale il predatore ucciso viene mangiato.

Sappiamo di uccelli che possono predare mammiferi predatori: è il caso di aquile reali su piccoli di lupi, orsi bruni e orsi neri, o gufi di Verreaux su piccoli di leoni..
Ed ecco che in questo palcoscenico fa il suo ingresso la gigantesca Aquila marziale.
Un' "aquila" enorme che spadroneggia in Africa, che può predare di tutto: rettili, uccelli, mammiferi...

Sappiamo che, se gli uccelli vengono predati sempre dall'Aquila marziale, in Africa australe i rettili sono molto rappresentati tra le prede, mentre in Africa Orientale lo sono i mammiferi. Studi effettuati al Maasai Mara hanno evidenziato fino a 26 specie di prede, tra cui due lagomorfi, l'impala e la faraona tra le prede predominanti.

Da fototrappole piazzate sul nido di aquile marziali nel Kruger National Park, sappiamo che i pulli possono ricevere dai genitori fino a 44 specie diverse di animali. Non solo: c'è anche una differenza nelle prede portate ai pulli a seconda del sesso del genitore. Nell'Aquila marziale, il maschio ha principalmente la responsabilità di nutrire il pullo durante le sue prime fasi di sviluppo, mentre nelle fasi successive dello sviluppo la responsabilità dell'alimentazione passa alla femmina, dato che il pullo è più grande e può essere lasciato incustodito per lunghi periodi di tempo.
I maschi dell'Aquila marziale, più piccoli delle femmine, nutrono i pulli principalmente di uccelli, e in particolare di faraone, le femmine principalmente di varani, pesanti il doppio delle faraone. Questo si riflette nei maschi dell'Aquila marziale che sono più piccoli delle femmine, un caso di RSD (Reversed sexual dimorphism) comune negli uccelli da preda e attribuibile in parte alla taglia diverse delle prede catturate.
(ps: dalle stesse fototrappole sono state testimoniati anche leopardi e tassi del miele dentro il nido a predare i pulli dell'Aquila marziale!)

E poi sappiamo di prede impensabili.
Ci sono casi isolati di piccoli di leopardo, ghepardo e licaone predati dall'Aquila marziale, oltre che piccoli e adulti di serval.
E poi piccoli di leone. Fino a 9 eventi di predazione documentati in cui il predatore era l'Aquila marziale e la preda un piccolo di leone. Questi suggeriscono che non si tratti nè di "interspecific killing" nè di "intraguild predation", ma di altro: l'Aquila marziale in questi eventi ha operato una classica predazione, ha ucciso i piccoli leoni opportunisticamente, semplicemente per mangiarseli.

IL VIAGGIO PIU' INCREDIBILE - viaggiamo da decenni alla ricerca di animali selvatici negli ambienti megadiversi di ogni ...
10/12/2024

IL VIAGGIO PIU' INCREDIBILE - viaggiamo da decenni alla ricerca di animali selvatici negli ambienti megadiversi di ogni continente, portando a casa emozioni sempre nuove. Dopo tanto tempo si potrebbe pensare che i maggiori hotspot e le aree piu' "remunerative" dal punto di vista faunistico ci avessero gia' rivelato i loro segreti e che, a livello personale, non ci fossero piu' destinazioni in grado di stupirci in modo clamoroso.

Dovevamo ancora spendere due settimane in SICHUAN E ALTOPIANO TIBETANO, tra giugno e luglio del 2024

Sulla carta la checklist era impressionante; una pletora di ungulati, primati, carnivori di diverse famiglie etc., ma cio' che non potevamo immaginare e' quello che avremmo effettivamente visto sul campo.

Orsi, lupi, linci, leopardi delle nevi, gatto di Pallas, volpi tibetane, Yak selvatici, kiang, antilopi tibetane, panda rossi... e via cosi' fino a 39 specie di macro-mammiferi. Numeri che eguagliano e superano persino viaggi nelle prime destinations dell'Africa tropicale.
Lista completa dei mammiferi osservati nel primo commento, le foto sono state tutte scattate nel viaggio effettuato la scorsa estate.

Ripeteremo questa incredibile esperienza nel 2025, PARTENZA IL 21 GIUGNO

Il PROGRAMMA e' qui https://www.biosferaitinerari.it/tetto-del-mondo/

Viaggio naturalistico guidato da un biologo nella Cina Tibetana del Qinghai e nelle foreste del Sichuan, tra gli ambienti più ricchi e affascinanti di tutta l’Asia centrale.

L’altopiano Tibetano del Qinghai– l’incredibile tetto del mondo
Sichuan – le foreste e praterie alpine, regno di cervidi e bovidi
Escursioni notturne – in spotlighting e termocamera
Il Parco Nazionale dei Tre Fiumi Paralleli – una delle regioni temperate più biodiverse al mondo
Gli erbivori di alta quota – Argali, antilope tibetana, lo Yak, il Kiang, l’endemica Gazzella di Przewalskii, il Bharal, la Gazzella tibetana
I predatori leggendari – il Leopardo delle nevi e il Gatto di Pallas, la Lince e l’Orso bruno, il Lupo e la Volpe tibetana
L’avifauna del Tibet –gli estremisti di alta quota
Il Rinopiteco dorato – il primate più appariscente sul pianeta

Per informazioni dettagliate potete contattarmi al 347 304 2700

Ancora qualche disponibilita' per una delle avventure naturalistiche piu' ricche e appaganti del pianeta.
10/12/2024

Ancora qualche disponibilita' per una delle avventure naturalistiche piu' ricche e appaganti del pianeta.

GALAPAGOSNel 1835 Charles Darwin sbarcava nell’arcipelago delle Galápagos dove fece osservazioni che avrebbero cambiato ...
10/12/2024

GALAPAGOS

Nel 1835 Charles Darwin sbarcava nell’arcipelago delle Galápagos dove fece osservazioni che avrebbero cambiato il corso della storia e della scienza. La nostra crociera alle Galápagos, guidata da un biologo, vi svelerà l’essenza di un ecosistema caratterizzato da una fortissima diversità specifica.

La grande distanza dal continente sudamericano, di cui non hanno mai fatto parte, ha infatti determinato la presenza di una fauna e flora particolari, che hanno avuto un’evoluzione caratterizzata da un estremo isolamento.

Le Galápagos sono considerate un “laboratorio vivente”, una vetrina dell’evoluzione, dove si possono studiare e approfondire i diversi meccanismi utilizzati dalla natura per dare origine a nuove specie e dunque per l’evoluzione delle specie.

Programma qui https://www.biosferaitinerari.it/tracce-di-darwin-galapagos/

Per info dettagliate 347 304 2700

Queste isole costruiscono l’arcipelago più complesso e diversificato del mondo, dove l’ambiente è rimasto relativamente intatto grazie alla loro enorme distanza dal continente.

UNA CROCIERA ALLE ISOLE GALAPAGOS, tra snorkeling ed esplorazioni alla scoperta della fauna e degli ambienti incontaminati dell’arcipelago.

- Le biodiversità delle isole Galápagos: Iguane marine e terrestri, tartarughe giganti diverse in ogni isola, pinguini all’equatore, uccelli nuotatori dalla bizzarra storia evolutiva
- L’avifauna delle Galápagos – sule, albatros, fregate e pinguini
- La lezione di Darwin – gli adattamenti dei suoi celebri fringuelli
- La fauna marina dell’arcipelago – leoni marini e balene
- Una crociera nell’arcipelago ecologicamente più complesso del pianeta
- Snorkeling tra antichi vulcani sommersi, leoni marini e tartarughe

DI STARNUTI, DEMOCRAZIA E FAKE NEWSMolte specie di animali vivono in gruppo.Gli animali che trascorrono il tempo in grup...
09/12/2024

DI STARNUTI, DEMOCRAZIA E FAKE NEWS

Molte specie di animali vivono in gruppo.

Gli animali che trascorrono il tempo in gruppo devono allineare le decisioni individuali e collettive su dove foraggiare, quando viaggiare e come sfuggire ai predatori.Quando occorre prendere decisioni che riguardano l'intero gruppo di conspecifici, ci può essere una sorta di dittatura, o democrazia.
Quando le decisioni non sono condivise, può esserci un unico leader o pochi leader, nel primo caso ad esempio nelle matriarche delle orche residenti del Pacifico quando il cibo scarseggia, nel secondo caso invece durante il reclutamento delle formiche Tetramorium caespitum. Nel babbuino nero, ogni mattina le partenze dai luoghi di riposo ai luoghi di foraggiamento vengono decise solo dai leader.

Ma può esserci anche un processo più democratico nel prendere le decisioni, che si sviluppa nell'ottenimento di un "quorum", una maggioranza.

Ad esempio i suricata "votano" per decidere quando tornare nelle loro tane, le api reclutano tante altre api quanto la loro "danza" per indicare una ricompensa fiorale è convincente, fino a che tutto lo sciame viene convinto, i licaoni, quando devono decidere quando muoversi per andare a caccia ad esempio, fanno quello che viene detto un "pre-hunt rally", una sorta di eccitazione collettiva ad alta intensità che investe pian piano tutto il pack, fino a quando non si sono arruolati abbastanza individui da partire. Non solo, i licaoni fanno anche qualcosa di straordinario: poco prima della caccia, fanno una "votazione" finale per decidere se iniziarla o meno, e la votazione avviene tramite starnuti, con ogni starnuto che rappresenta un "ok, andiamo!". Il processo non sembra in effetti essere del tutto democratico, dato che quando i membri di rango superiore del pack iniziano il rally bastano solo 3 starnuti per confermare la caccia, mentre se lo stimolo dell'inizio della caccia parte dai membri del pack di rango inferiore, occorrono anche 10 starnuti per la luce verde.

Ogni tanto il consenso non viene trovato, portando alla paralisi o addirittura lo scioglimento del gruppo. Gli animali che hanno società basate sulla dinamica "fission-fusion" possono in questo modo evitare i conflitti, come suggerito per il Bisonte americano i cui individui possono lasciare il gruppo quando non sono d'accordo con le decisioni prese dagli altri.

Stare in gruppo può essere un mezzo efficace per prevenire eventuali attacchi di predatori: più occhi significa una vigilanza più attiva. Una cosa che finora abbiamo sempre saputo è che gli individui di uno stormo di uccelli, o un banco di pesci, prendono decisioni sulla base della risposta media dei loro vicini ad una minaccia. Il pesce vicino a me sembra spaventato? Anche quell'altro vicino? Allora è meglio seguirli, ci deve essere un pericolo.
Ma cosa succede quando l'allarme è falso?
Perchè ogni volta che succede, c'è un costo energetico da pagare, che può essere importante se si viene allontanati senza ragione da un luogo in cui ci si stava alimentando.

Studi effettuati su alcuni pesci di barriera hanno mostrato come non tutti i segnali di pericolo vengono seguiti. I singoli pesci sembrano infatti essere selettivi riguardo ai segnali di pericolo da ascoltare: in alcuni casi, i segnali anti-predatore come i movimenti bruschi in acqua scatenano una risposta collettiva, mentre in altri casi il segnale di pericolo viene ignorato. Come se i pesci fossero in grado di riconoscere i falsi allarmi.

Come è possibile?

La risposta è che il singolo pesce solo in parte esternalizza il processo decisionale al banco, variando in alto o in basso la propria sensibilità agli stimoli che riceve.
Sembra come se ogni pesce capisca che una maggiore quantità di informazioni non è necessariamente migliore, e che ci sia una sorta di "memoria" nel circuito che agisce come un timer, che consente al pesce di aspettare prima di agire per vedere se l'allarme dato dal vicino scompare o effettivamente si propaga nel banco di pesci. In pratica è come se il singolo pesce, quando viene bombardato da informazioni, non ascoltasse i suoi vicini, abbassando la sensibilità ai loro falsi allarmi.

Molto attuale, anche nella società umana.

Foto di Guglielmo Daddi, in Botswana con noi.

E noi ci andremo presto..
04/12/2024

E noi ci andremo presto..

ANTARTIDE REPORT VIAGGIOL’Antartide rivendica in continuazione la supremazia di un altro mondo: freddo, separato, silenz...
03/12/2024

ANTARTIDE REPORT VIAGGIO

L’Antartide rivendica in continuazione la supremazia di un altro mondo: freddo, separato, silenzioso.

Quaggiù, vivono ancora creature insonni o letargiche, che solcano cieli acciaio, camminano si stagliano su superfici ghiacciate smaltate di luce, emergono da abissi insondabili liquidi e solidi.

Per raggiungere questo mondo di ghiaccio occorre superare il temuto Passaggio di Drake. Ci ha graziati questa volta, almeno in parte. La collera delle sue acque ci ha seguiti da lontano, quella collera che sappiamo bene può trasformarsi da un momento all’altro in muri urlanti d’acqua negazione della ragione, come se antiche divinità si divertissero a squilibrare l’asse terrestre e a giocare con l’obliquità dell’ellittica.
Magari abbiamo avuto fortuna, magari la nostra nave non ha solo seguito i satelliti, ma anche gli albatros i e petrelli che ci hanno accompagnato per tutto il Passaggio di Drake.
Una volta arrivati dentro il regno degli icebergs, la nostra nave che timida si incunea tra le nevi delle Shetland meridionali, sappiamo che il peggio è alle nostre spalle. Finalmente siamo in Antartide.

E’ un mondo a parte, l’Antartide.

Abbiamo visto ghiaccio come mai nella nostra vita. Aggrappato alle montagne, a strapiombo sul mare, in isole galleggianti grandi come palazzi, in lastre lisce indecise se essere acqua o terra.

Ci siamo immersi nell’incessante e chiassosa moltitudine dei pinguini papua e dei pigoscelidi antartici, così tanti che il singolo pinguino si dà sempre disperso in una folla, al centro di una muta in continuo inarrestabile movimento.
Al contrario, i pinguini di Adelia sono sempre apparsi in piccoli gruppi, come naufraghi sugli iceberg, e una mattina, a Whilelmina Bay è accaduto l’impossibile: un singolo pinguino imperatore sul pack, superbamente isolato nella sua solitudine, come a voler ribadire la sua atopia, la colonia più vicina oltre i denti frastagliati dei monti della Pen*sola antartica.

Sono apparse megattere e foche di Weddell, balenottere minori e i misteriosi iperodonti australi. Una foca leopardo, su un iceberg, ci ha mostrato la terribile bellezza del suo enorme corpo ai limiti dello sgomento.
Abbiamo visto skua rubare le uova dei pinguini, sterne antartiche volare come farfalle, cormorani antartici nidificare su scogliere impossibili, petrelli nivei come angeli…

Una mattina presto, nell’entrare con la nave a Paradise Bay, in un mare che mescola gli stati della materia a piacimento, abbiamo capito perchè per spingersi fin quaggiù occorrono due giorni di volo, due giorni a navigare il Passaggio di Drake, e tanta voglia dell’ignoto: ogni paradiso, per rimanere tale, fa di tutto per rimanere nascosto agli occhi delle masse.

LA GRANDE MIGRAZIONE: NUOVE SCOPERTE!Ecosistema del Grande Serengeti, tra Tanzania e Kenya. E' qui che ogni anno avviene...
02/12/2024

LA GRANDE MIGRAZIONE: NUOVE SCOPERTE!

Ecosistema del Grande Serengeti, tra Tanzania e Kenya. E' qui che ogni anno avviene la Grande Migrazione.

Il più incredibile spettacolo naturale la mondo, la più grande migrazione terrestre rimasta al mondo.
Un viaggio vagamente circolare di oltre 1500 km nell'ecosistema del Grande Serengeti che coinvolge ogni anno principalmente oltre 1.2 milioni di gnu e centinaia di migliaia di zebre, un consumo di 4500 tonnellate di erba al giorno, una fornace naturale che forgia interi ecosistemi, sposta risorse e nutrienti dalla terra all'acqua, altera il ciclo dei nutrienti e praticamente ogni interazione ecologica.

Vita e morte che si mescolano senza sosta in un grande affresco naturale: 12.000 vitelli di gnu che nascono ogni giorno in circa tre settimane, centinaia gli annegamenti di gnu nel fiume Mara, pari alla biomassa di dieci balenottere azzurre.

Nel 1971, il ricercatore Richard Bell descrisse la Grande Migrazione come una "successione di ungulati" dipendente dalla taglia dell'erbivoro: prima arrivano le grandi zebre, poi dopo circa 8 settimane gli gnu di media taglia, poi dopo altre 8 settimane le piccole gazzelle di Thomson. Sembrava facile da spiegare: le zebre che si nutrono delle erbe più alte e bassa qualità facilitano la ricrescita delle stesse ed espongono le erbe più basse e nutritive, brucate a loro volta dagli ungulati più piccoli, più selettivi e più bisognosi di proteine per unità di peso. Come se una specie favorisse quella immediatamente più piccola.

Poi però le cose si sono complicate. E se invece la successione degli ungulati fosse di natura competitiva? Potrebbe essere una competizione indiretta, dove specie diverse utilizzano le stesse risorse. In questo caso le diverse specie di ungulati dovrebbero arrivare separate di qualche settimana per permettere la ricrescita dell'erba, e il ritardo dovrebbe essere tanto più grande quanto più grande è stata la permanenza di quelle arrivate prima, che magari hanno già mangiato tutto.
Potrebbe essere una competizione diretta invece, dove specie di ungulati diverse si mescolano tra loro, con quelle piccole che forzano quelle più grandi verso erbe più alte. Nella Grande Migrazione, l'enorme numero di gnu coinvolti assume il carattere di una vera e propria "invasione", e può in questa ottica forzare le zebre a precederli dove l'erba è ancora alta.

Se poi si aggiunge la variabile "predatori" le cose si complicano. Nutrirsi in movimento può essere pericoloso per un ungulato, e l'associarsi con altre specie può diminuire questo rischio, attraverso ad esempio un effetto saturazione delle morti da parte dei predatori o un incremento di vigilanza contro gli stessi.

Poi, molto più recentemente, è arrivata la tecnologia.
E' grazie a questa - e in particolare alle decine di camera traps disseminate nel Serengeti del progetto di citizen science Snapshots-Serengeti, ai dati GPS presi da zebre e gnu collarati, al DNA prelevato dalle loro feci, ai satelliti NASA in grado di mappare incendi e ricrescita vegetale in maniera accurata - che stiamo incominciando a scoprire cose sorprendenti.

Ad esempio che la successione di zebre, gnu e antilopi non è così rigida come si sapeva: zebre e gnu migrano insieme più spesso di quanto ipotizzato, mentre le gazzelle di Thomson sembrano confermare il loro ritardo, anche se di solo 3 settimane.
Sembra inoltre che la successione degli ungulati che co-migrano sia poco correlata con la mitigazione del rischio di predazione, mentre sembra che invece ci sia una dinamica "push and pull", che mescola contemporaneamente meccanismi di competizione e facilitazione: gli innumerevoli gnu riducono la biomassa di erba disponibile spingendo letteralmente davanti a loro le zebre e allo stesso tempo attraggono le gazzelle di Thomson dietro di loro, che hanno accesso a erbe basse di alta qualità. In pratica la selezione dell'habitat degli gnu sembra che sia governata dalla disponibilità delle risorse indipendentemente dalla presenza delle zebre, mentre queste ultime risultano soggette alla competizione con i tantissimi gnu. Le gazzelle di Thomson, invece, consumano soprattutto piante in fiore che diventano accessibili solo dopo che gli erbivori più grandi le hanno rese disponibili.

Non solo: sembra che le precipitazioni, stimolando la produttività vegetale, rafforzino l'associazione tra ungulati diversi (tra gnu e gazzelle di Thomson), creando una maggiore dipendenza delle specie più piccole dall'azione meccanica di quelle più grandi. Gli incendi, al contrario, indeboliscono questa associazione, dato che non è più necessaria l'azione meccanica degli ungulati più grandi per accedere alle erbe più basse e nutritive.

Tutto questo è la Grande Migrazione.
Tra poche settimane, saremo ancora una volta nel suo cuore.

Lo spettacolo del mare artico d'inverno. La danza delle orche e delle megattere nella luce surreale dei fiordi norvegesi...
28/11/2024

Lo spettacolo del mare artico d'inverno. La danza delle orche e delle megattere nella luce surreale dei fiordi norvegesi.
Dal nostro gruppo, lassù, ora.

UNA SCAMPAGNATA IN AUSTRALIA4 biologi di Biosfera Itinerari1 fotografo naturalista4 pazzi che hanno avuto la brillante i...
25/11/2024

UNA SCAMPAGNATA IN AUSTRALIA

4 biologi di Biosfera Itinerari
1 fotografo naturalista
4 pazzi che hanno avuto la brillante idea di accompagnarci.
2 fuoristrada, cinque tende.
Binocoli, camera traps, termocamere, taccuini dove annotare tutto.

Questo è il team che tra due mesi metterà piede per la prima volta in Queensland, Australia. Lo scopo di questa (spartana) ricognizione naturalistica è semplice: costruire il migliore itinerario naturalistico possibile, da proporre nel 2026.

Canguri, wallaby, casuari, dingo e chissà cos'altro...
In mezzo ci sarà tutto il resto: polvere, serpenti, l'oceano, foreste.

Tutti i mammiferi odierni hanno un antenato comune di 165 milioni di anni fa.
Poi, circa 160 milioni di anni fa, la linea dei marsupiali si separò da quella dei placentati. I monotremi (gli echidna e l'ornitorinco) continuarono a essere ovipari e produrre uova,i marsupiali presero il sentiero evolutivo che li portò ad avere dei piccoli altamente atriciali, poco sviluppati, che necessariamente devono completare il loro sviluppo con una complessa fase di lattazione piuttosto che attraverso la classica gestazione dei placentati.

Ma attenzione: dei marsupiali stiamo incominciando a capire cose sorprendenti.

Occorre ad esempio sfatare un pregiudizio.
Molti pregiudizi di lunga data considerano lo stato di estremo sottosviluppo dei piccoli dei marsupiali come lo stato ancestrale dei mammiferi Teri (clade che comprende sia i marsupiali sia i placentati, anche se entrambi hanno la placenta), mentre i piccoli ben sviluppati dei placentati sono spesso considerati una modalità di sviluppo derivata.
Ma la sviluppo morfologico del cranio di 22 specie di mammiferi odierni durante varie fasi embrionali, ci racconta tutt'altra storia.

Lo sviluppo cranico dei mammiferi placentati sembra riflettere infatti più da vicino quello del mammifero comune teriano ancestrale, mentre lo sviluppo cranico dei marsupiali sembra sia una modalità di sviluppo dei mammiferi più derivata.

In pratica, l'antenato di entrambi i palcentati e i marsupiali era più simile ai primi che ai secondi.

Questo vuol dire che i Marsupiali, appurata la condizione dei Monotremi come basale a tutti i mammiferi- non rappresentano un "passaggio evolutivo intermedio" tra i monotremi che fanno le uova e i placentati, ma anzi, hanno modificato il loro metodo di riproduzione più dei placentati. Sono i mammiferi che in qualche modo si sono evoluti di più dall'originale piano comune con i placentati.

Del perchè i marsupiali abbiano evoluto questa innovativa strategia riproduttiva si sa poco. Un placentato produce un piccolo con tutti e quattro gli arti ben formati, in un tempo di gestazione che può arrivare fino a 22 mesi nell'elefante africano di savana. Un canguro rosso, al contrario, dopo solo un mese produce un piccolo grande appena come una caramella.
Potrebbe essere dovuto all'evoluzione di una strategia a basso rischio in caso di instabili condizioni ambientali in cui i marsupiali si sono evoluti: se le cose vanno male e le risorse scarseggiano, la madre può sbarazzarsi del piccolo appena abbozzato, e magari salvarsi.
Se fosse un placentato, madre e piccolo al suo interno morirebbero entrambi.

Una volta in Australia, proveremo a fare un diario di bordo real time.
Stay tuned!

UGANDA, LE MONTAGNE DEI GORILLA PARTENZA 22 FEBBRAIOUn'Africa che non ti aspetti, di laghi e montagne, verdissima e vibr...
25/11/2024

UGANDA, LE MONTAGNE DEI GORILLA PARTENZA 22 FEBBRAIO
Un'Africa che non ti aspetti, di laghi e montagne, verdissima e vibrante di vita.
In Uganda si concentra una varieta' di viventi che non ha pari nel Vecchio Mondo; la checklist degli uccelli raggiunge il numero assurdo di 1100 specie (per capirsi, l'11% delle specie del pianeta), e quanto ai mammiferi qui si incontra una rassegna piu' che completa della megafauna africana, dagli elefanti ai grandi carnivori.
Ma sono i primati l'elemento distintivo di un viaggio in Uganda. 20 specie spettacolari (13 diurne e 7 notturne) ma soprattutto 2 ominidi, Scimpanze' orientale e Gorilla di Montagna. L'incontro con i nostri "cugini" nel loro ambiente e' stato definito da biologi e viaggiatori con innumerevoli sfumature, ma sicuramente si tratta di una delle emozioni naturalistiche piu' incredibili che si possano annoverare tra le esperienze di una vita.
Partenza 22 FEBBRAIO, viaggio guidato da un biologo dall'Italia.
Programma qui https://www.biosferaitinerari.it/le-montagne-dei-gorilla/
Itinerario "lungo" inclusi Murchison Falls e Ziwa per il rinoceronte bianco (programma identico alla versione estiva).
Per informazioni dettagliate potete contattarci al 347 304 2700 o scrivere direttamente a [email protected]

ROTOLANDO VERSO SUD!!Doppia partenza domani: un gruppo in Patagonia, tra il Cile e l'Argentina, e un altro gruppo in Ant...
08/11/2024

ROTOLANDO VERSO SUD!!

Doppia partenza domani: un gruppo in Patagonia, tra il Cile e l'Argentina, e un altro gruppo in Antartide!

NUOVO ITINERARIO: CONGO!!Questo giugno preparatevi.Viaggio naturalistico guidato da un nostro biologo, in uno dei luoghi...
08/11/2024

NUOVO ITINERARIO: CONGO!!

Questo giugno preparatevi.

Viaggio naturalistico guidato da un nostro biologo, in uno dei luoghi più selvaggi rimasti sulla Terra, nel cuore delle foreste pluviali dell’Africa centrale, tra gorilla di pianura, elefanti di foresta, bonghi e bufali rossi.

Odzala-Kokoua è l’ultima foresta primaria semi-inesplorata al mondo, un abisso verde punteggiato dai celebri “bai”, delle radure naturali che si aprono nel mezzo della foresta, in cui si concentrano i grandi mammiferi.

Ozala-Kokoua è il regno dei Gorilla di pianura occidentale, molto meno studiati dei più famosi gorilla di montagna, che vivono in complesse strutture sociali, come la nostra società e i cui individui maschi presentano una territorialità soft.
Qui, l’avvistamento di questo incredibile animale è naturale, senza alcun processo di abituazione.

I celebri “bai” rappresentano l’occasione unica per ammirare, oltre che il Gorilla di pianura occidentale, gli altri 4 dei “Big 5” delle foreste del Bacino del Congo: gli elefanti di foresta , i bonghi, i bufali rossi e gli ilocheri.

La biodiversità qui è quasi inspiegabile, tanto è dirompente. Si stimano più di 4500 specie di piante, 100 specie di mammiferi, 440 specie di uccelli. Coccodrilli nani, scoiattoli volanti, antilopi di foresta, anfibi e insetti, una diversità di primati da fare girare la testa: Ozala-Kokoua è un’immersione naturalistica nell’Africa più sconvolgente.

Oltre alla straordinaria megafauna, la magia di Odzala-Kokoua risiede nel suo essere un luogo remoto e inesplorato. Non è raro che un turista sia il solo a esplorare oltre un milione di ettari di habitat incontaminato dell’Africa centrale.

Sarà una spedizione naturalistica ai confini dell'incredibile.
Gruppo piccolo (max 6-8 persone), per muoversi agilmente in foresta. Sarete come sempre accompagnati da un nostro biologo dall'Italia.

ISCRIZIONI APERTE!
Qui il programma, con date e costi: https://www.biosferaitinerari.it/congo-le-foreste-dei-gorilla/

INFO E ISCRIZIONI: [email protected] (347 304 2700)

Foto degli animali dell'incredibile Ruggero Menzolini, scattate con noi nell'ecosistema delle foreste del Bacino del Congo

BRASILE 2024: REPORT DI VIAGGIOIl Pantanal non ci appartiene, ci attraversa.Già lungo la Transpanteira, la leggendaria s...
08/11/2024

BRASILE 2024: REPORT DI VIAGGIO

Il Pantanal non ci appartiene, ci attraversa.

Già lungo la Transpanteira, la leggendaria strada sterrata che trafigge il Pantanal come un dardo rosso, si viene attraversati da un luogo che ha lo sguardo incessante di un panorama senza confini: dove siamo? quanto può durare questo orizzonte?

Si percepisce già che tutto quello che vedremo sarà un sogno che porteremo a tracolla finchè saremo vivi. Il primo giaguaro appare di notte, come nelle migliori fiabe. Su un albero, come a voler nascondere il suo incredibile mantello dipinto. I suoi occhi ci attraversano come braci ardenti. Il secondo appare al tramonto, sulla riva di un piccolo specchio d’acqua, lontano dal frastuono del mondo intero. Si aggira tra le mucche al pascolo, gioca con un Coati toccandogli il corpo con una zampa, ci osserva di tanto in tanto. Entrambe sono femmine. Impareremo presto che il Pantanal è un immenso utero femminile che trabocca acqua, tramonti e prodigi di bestie incredibili.

In questa parte del Pantanal, avvistare animali ha la vita del vento sul fuoco, che può aizzare o spegnere in un solo alito. Capitano ore solo in compagnia di uccelli meravigliosi e volpi dei granchi, e poi come per magia appaiono formichieri giganti e tapiri, ara giacinto e tamandua.

Arriviamo a Porto Jofre, dove la Transpantaneira muore contro il labirinto liquido del Pantanal allagato. Da qui in poi, la nostra casa sarà una houseboat che ci porterà nella sua lenta navigazione dove in pochi si spingono, nel cuore del Pantanal, le lance a motore le nostre navicelle veloci per inoltrarci in questo dedalo d’acqua.
Come in un gioco di specchi, le apparizioni di giaguari si moltiplicano senza sosta: a caccia, a nuoto, in bella vista sulla spiaggia o nascosti tra le erbe. Saranno 14 quelli visti in totale a fine navigazione. Incredibilmente, quasi tutte femmine.
Appaiono anche gli altri protagonisti di questo incredibile bestiario: lontre giganti, anaconde gialle, tapiri, crotali, iguane verdi, cicogne jabirù, capibara, caimani jacarè… La navigazione ci porta dal “Meeting of the Waters State Park” al “National Park of Pantanal Matogrossense”, le Amolar Hills, la Riserva di Taiamà, l’area di Descalvados e Barranco Vermelho, zone molto remote, siamo gli unici turisti e l’unica barca. Quando costeggiamo le Amolar Hills intravediamo anche la scimmia T**i pallido, un fantasma tra i rami. Come in cerca di calore umano in questa sterminata palude, ci fermiamo in una comunità locale di pescatori lungo il fiume Paraguay.
Poi il viaggio, e l’incanto, termina. Ma il ritorno nella città caotica di Cuiabà non rappresenta la fine. Domani, si va in savana.

Emas National Park. Siamo qui, in questo incredibile pezzo di savana brasiliana tutelato dall’UNESCO, principalmente per lui: il crisocione.
Il canide più grande del Sudamerica, un unicum evoluzionistico, una specie di volpe sui trampoli.
Bisogna sudare le famigerate sette camicie per avvistarlo: più di 10 ore al giorno di safari in fuoristrada, da prima dell’alba alla notte, sotto il sole o la pioggia. Alla fine il “cerrado” è generoso con noi: saranno 4 gli avvistamenti del bellissimo “lupo dalla criniera”.
Ci sarà anche spazio per tanto altro: jaguapitango, tapiri, cervi delle pampas, moffette, crotali, tarantole, pipistrelli, una moltitudine di uccelli…Persino un puma, nell’occhio infallibile della termocamera.
Oltre che temporali che scuotono il cielo e l’animo, e termitai che di notte si illuminano della bioluminescenza di migliaia di coleotteri.
Dopo tre giorni occorre lasciare questo paradiso. Siamo stati soli per tutto il tempo, nessun altro turista. Lasciamo il cuore qui.

Check-list mammiferi

Ordine Cingulata
Armadillo giallo (Euphractus sexcinctus) ROADKILL

Ordine Pilosa
Formichiere gigante (Myrmecophaga tridactyla)
Tamandua meridionale (Tamandua tetradactyla)

Ordine Primates
Uistitì (Callitrice) coda nera (Mico melanurus)
Cebo dal cappuccio (Sapajus cay)
T**i pallido (Plecturocebus pallescens)
Scimmia urlatrice nera (Alouatta caraya)

Ordine Lagomorpha
Tapeti comune (Sylvilagus brasiliensis)

Ordine Rodentia
Cavia brasiliana (Cavia aperea)
Capibara maggiore (Hydrochoerus hydrochaeris)
Aguti di Azara (Dasyprocta azarae)

Ordine Chiroptera
Falso vampiro lanoso (Chrotopterus auritus) SOLO EMAS
Vampiro vero di Azara (Desmodus rotundus) SOLO EMAS
Saccopteryx bilineata
Centronycteris centralis CON BAT DETECTOR
Diclidurus albus CON BAT DETECTOR
Eptesicus fuscus CON BAT DETECTOR
Lasiurus cinereus CON BAT DETECTOR
Molossus molossus CON BAT DETECTOR
Molossus rufus CON BAT DETECTOR
Molossops temminckii CON BAT DETECTOR
Myotis nigricans CON BAT DETECTOR
Myotis riparius CON BAT DETECTOR
Nyctinomops laticaudatus CON BAT DETECTOR
Nyctinomops macrotis CON BAT DETECTOR
Peropteryx kappleri CON BAT DETECTOR
Promops centralis CON BAT DETECTOR
Pteronotus parnellii CON BAT DETECTOR
Pteronotus personatus CON BAT DETECTOR
Saccopteryx leptura CON BAT DETECTOR
Eumops perotis CON BAT DETECTOR
Lasiurus ega CON BAT DETECTOR
Lasiurus frantzii CON BAT DETECTOR
Noctilio leporinus CON BAT DETECTOR
Peropteryx macrotis CON BAT DETECTOR
Eptesicus brasiliensis CON BAT DETECTOR

Ordine Cetartiodactyla
Cervo delle pampas (Ozotoceros bezoarticus) SOLO EMAS
Cervo di palude (Blastocerus dichotomus)
Mazama grigio (Mazama gouazoubira)
Mazama rosso (Mazama americana)
Pecari dal collare (Pecari tajacu)
Pecari labiato (Tayassu pecari)

Ordine Perissodactyla
Tapiro sudamericano (Tapirus terrestris)

Ordine Carnivora
Giaguaro (Panthera onca)
Ocelot (Leopardus pardalis)
Puma (Puma concolor) DA TERMOCAMERA
Crisocione (Chrysocyon brachyurus) SOLO A EMAS
Volpe dei granchi (Cerdocyon thous)
Jaguapitango (Lycalopex vetulus) SOLO A EMAS
Skunk delle Amazzoni (Conepatus semistriatus) SOLO A EMAS
Lontra gigante (Pteronura brasiliensis)
Lontra neotropicale (Lontra longicaudis)
Coati rosso (Nasua nasua)
Procione cancrivoro (Procyon cancrivorus)

Check-list rettili

Anaconda gialla (Eunectes notaeus)
Cascavel (Crotalus durissus)
Serpente indaco (Drymarchon corais)
Iguana verde (Iguana iguana)
Tegu argentino (Tupinambis merianae)
Ameiva gigante (Ameiva ameiva)
Caimano jacarè (Caiman yacare)
Tartaruga dalle zampe rosse (Chelonoidis carbonarius)

Oltre a circa 170 specie di uccelli.

Foto del bravissimo Paolo Crovetti

Indirizzo

Loc. Pian Di Favale, 88
Bologna
40046

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