29/03/2024
175 anni fa, in questi giorni, a Brescia era in corso la rivolta delle Dieci Giornate, una rivolta di popolo, coraggiosa e tragica. Tra coloro che la storia eleverà a simbolo di tutti gli eroismi:
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- Don Pietro Boifava, il “curato guerrigliero” di Serle. Così lo descrive il medico chirurgo Bortolo Gualla che lo conosceva bene: “È rozzo nel parlare, piuttosto sporco nel vestito, che non ha più il carattere sacerdotale; ma cammina tre giorni senza mangiare e bere, ma invoca lo Spirito Santo prima di far scoccare lo stuzzen (carabina austriaca), […] non vuol nulla, non ha ambizione, non ha incensatori letterarii né dispensatori di fama, ma a una sua voce 300 lo seguiranno e lui li ha scelti a modo suo”
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- Tito Speri, giovanissimo (23 anni) genio strategico-militare e per questo posto a capo della banda cittadina a difesa della porta urbana più fragile: Porta Torrelunga (oggi piazza Arnaldo). In "I Dieci Giorni di Brescia" il milanese Cesare Correnti scrive: “Più volte lo Speri fu costretto ad esortare e comandare che più cautamente procedessero […] Ma […] i soldati della libertà […] cacciandosi avanti all’aperto e talora salendo in sulle barricate tranquillamente […] puntavano e sparavano sui nascosti nemici. E con superba arguzia chiamavano codesto modo di combattere: alla bresciana”
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- Carlo Acerboni, noto in tutta la città col soprannome di Maraffio, giovane macellaio, robusto, audace e carismatico capopopolo che, rifiutando di farsi inquadrare dal Comitato di Difesa Pubblica, formò la propria “anarchica” banda costituita da soli macellai dotati di mannaia per esser libero di andare dove più ce ne fosse stato bisogno.
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- Angela Rogna in Contini, “barricadera” al pari di tante altre donne di cui però poco si sa perché la Storia, finora, è appartenuta al solo universo maschile, si sa. Ecco poche righe tratte da un suo scritto: “Io, donna e bresciana voglio esaltare il valore e l’indomito disperato coraggio delle bresciane che, apprestando le armi, combattendo accanto ai mariti e ai figli, curando i feriti, confortando i moribondi rendevano immagine più che di guerriere di martiri cristiane” ma ecco cosa dice di lei il conte Luigi Lechi: “nella via che da Torrelunga conduce a S. Barnaba (oggi corso Magenta) è fama che da una finestra di quella, una giovinetta di condizione civile, con una carabina, al maneggio della quale erasi all’uopo addestrata, sparando sull’abborrito austriaco, colpisse il colonnello [il generale Nugent] due ufficiali e molti soldati”
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📅 La mattina di Pasquetta fatti una passeggiata con noi prima di pranzo: ti raccontiamo le Dieci Giornate. Esattamente 175 anni fa, il 1° di aprile del 1849 si concludeva in un bagno di sangue l’eroica rivolta di popolo che valse a Brescia l’appellativo con cui ancora è nota: “Leonessa d’Italia”.
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Per mezzo di lapidi, monumenti, toponomastica e sbrecciature provocate dai bombardamenti, la storia delle Dieci Giornate è scritta nella pietra, per le vie, nelle piazze e sugli edifici che furono teatro degli episodi salienti.
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Durante la visita guidata seguiremo quindi questo percorso commemorativo che va da piazza Arnaldo fino al Castello. Lo useremo come occasione per presentare i protagonisti, per esporre le strategie, per sottolineare errori e successi, per raccontare episodi eroici e generosi fino al sacrificio della vita.
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👟 Si consigliano scarpe comode
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🎫 adulti e ragazzi oltre i 16 anni: € 10 a testa / ragazzi dai 12 ai 16 anni: € 7 a testa / bambini al di sotto dei 12 anni: gratuito
PER PRENOTARE
💻 vai sul nostro sito alla pagina https://www.bidibrescia.com/eventi/visita-guidata-la-rivolta-delle-dieci-giornate/
📱telefona al 333 9899560