12/03/2017
Superati i travagli socio¬politici degli Anni 90, Algeri da più di tre lustri è ridiventata una città piena di voglia di vivere. Le strade son tornate a riempir¬si di gente. I bar e i ristoranti sono sempre affollati. La vita quotidiana ha ritmi che cambiano improvvisamente, proprio come nella fusion oriental-pop che fa da colon¬na sonora ai negozi. Le mo¬schee accolgono gli stranieri e i restauri stanno rimetten¬do a lustro anche la kasbah, patrimonio UNESCO dal 1992. Ed è da qui che può partire la visita della città. E opportuno andarci con una guida, perché il rischio di perdersi tra i minuscoli e tortuosi vicoli è elevato. I recenti restauri hanno rimes¬so a posto più di un edificio, e la visita garantisce l'im¬mersione in un'autentica medina del Nord Africa. Le moschee di Ketchaoua e di Ali Khodja, i palazzi Dar Aziza e Dar Hassan Pacha, tetti di lamiera e portali di legno intarsiato, le donne in abiti tradizionali, le merci del suk (mercato), i 'bon¬jour' e i 'bienvenue' dei ne¬gozianti... Splendide icone dell'immaginario occiden¬tale di una città araba. Ma Algeri ha molte altre mete da offrire: una passeggiata in città regala storia, arte, parchi e giardini, architet¬ture moresche e liberty, e il frizzante 'disordine' di negozi e mercati. Senza dimenticare la luce vivida e forte che la inonda, regalan¬dole l'appellativo di 'Città bianca'. Si può visitare la moschea di Jamaa-el-Ke¬bir, la più antica della città. Sul pulpito, il minbar, un'i¬scrizione ne attesta la costruzione al 1080. Successi-vamente si può fare un salto alla chiesa del Sacro Cuore, parente prossima della catte-drale cattolica di Liverpool, e alla basilica di Notre Dame d'Afrique, appena restaura-ta. Una visita al Museo del Bardo è consigliata tanto per gli oggetti che sono in mo¬stra (imperdibile la collezio¬ne di gioielli provenienti da tutto il Paese) quanto per la villa ottomana in cui è ospi¬tato. D'obbligo anche una visita alla Grande Poste, un ufficio postale che non ha eguali al mondo, una struttu¬ra monumentale in stile neo-moresco: bella di fuori, me¬ravigliosa dentro. Costruita nel 1913, su progetto degli architetti Voinot e Toudoi¬re, sembra una moschea. Di fronte c'è una serie di gra¬ziosi bar con terrazza - tra i quali il Caffè Atlas con i suoi deliziosi gelati - un'ot¬tima tappa per ristorarsi prima di immergersi in Rue Didouche Mourad, la via dello shopping dove è tassa-tiva una sosta in un negozio di musica: centinaia di titoli, dal repertorio tradizionale a quello del rai di Khaled ed epigoni. Per la cena l'indi-rizzo giusto è la Brasserie des Facultès (Rue Didou-che 1): sita davanti all'uni-versità, dispone di un menu francese e cucina nazionale (nella lista delle bevande anche birra e vino, difficili da trovare altrove). Per dor-mire prenotate una camera all'Hotel El Aurassi (el-aurassi.com), l'unico cinque stelle della città.