29/10/2022
Le mura di terra di Costantinopoli sono il più impressionante lascito dell'architettura militare dell'antichità. Le uniche mura a rimanere inviolate per più di mille anni, fino all'invenzione dei cannoni. Volute dal prefetto del Pretorio Antemio (sotto il regno di Teodosio II), ad inizio V secolo, furono la risposta dei Romani all'ascesa del potere degli Unni e al sacco di Roma nel 410, per mano dei Visigoti. Nuova Roma non aveva nessuna intenzione di fare la fine dell'antica Roma.
Le mura erano in realtà un sistema murario composto di più livelli difensivi: innanzitutto un fossato largo 24 metri, poi un muretto da scalare di circa 3 metri per giungere di fronte alla prima "killing zone", il Parateichion: gli assalitori avrebbero dovuto attraversare questo tratto sottoposti agli attacchi dei soldati posti sulle torri e i camminamenti dei muri esterni, alti 9 metri, con regolari torri squadrate alte 12 metri.
In caso un attaccante fosse riuscito ad arrivare in cima alle mura esterne, lo attendeva però una sfida ancora peggiore: le mura interne infatti erano costruite ancora più in alto: alte 12 metri, spesse ben 5 metri, con enormi torri di 18-20 metri di altezza ogni 55 metri e una zona interna (il Peribolos) dove qualunque assalitore sarebbe stato sottoposto ad una micidiale pioggia di frecce da tutte le direzioni. L'intera struttura brulicante di difensori e con un'infinità di macchine da guerra pronte a vomitare sugli assalitori dardi, pietre, proiettili.
Il mondo non vedrà la costruzione di sistemi difensivi così complessi e formidabili per più di mille anni.
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