La rosa di Paestum

26/09/2024

Perche Paestum non è solo storia, la natura é elemento di benessere

Programma il tuo weekend La rosa di Paestum con amici, in un confortevole appartamento di 65mq, due camere, cucina,bagno, biancheria ed asciugamani incluse é sotto casa portrai prenotare primi, secondi contorni di prima qualità!

Salumeria Didà

Per info chiama al 339 335 5262

Al relax non si rinuncia mai😉

In fondo sono dichiarazioni d’amore, quelle che i viaggiatori fanno al Cilento quando lo percorrono a piedi. Affascinante tutto l’anno ma soprattutto tra settembre e ottobre, quando il sole tiepido [...]

26/09/2024

Grazie!

Una vita più semplice vá gustata lentamente

26/09/2024

Ex Tabacchificio in concomitanza delle mongolfiere il 28 settembre ore 18:30 si sotiene un tema sempre più attuale

Sostenibilità e sviluppo della diversità bio-culturale vitivinicola campana

Un luogo da visitare

Sabato 28 settembre alle ore 18,30, presso il NEXT (ex Tabacchificio di Capaccio Paestum), si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del progetto

09/09/2024

29/08/2024

Tutti i giorni

29/08/2024

𝐂'𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭𝐨...
𝐥𝐚 𝐓𝐨́𝐟𝐚!!!
𝑳𝒂 𝒕𝒐́𝒇𝒂 𝒆̀ 𝒖𝒏𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒎𝒖𝒔𝒊𝒄𝒂𝒍𝒆 𝒂 𝒇𝒊𝒂𝒕𝒐, 𝒇𝒂𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒈𝒓𝒖𝒑𝒑𝒐 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒆𝒓𝒐𝒇𝒐𝒏𝒊, 𝒕𝒊𝒑𝒊𝒄𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂 𝒎𝒆𝒓𝒊𝒅𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆.
𝑬̀ 𝒔𝒊𝒎𝒊𝒍𝒆 𝒂 𝒖𝒏 𝒄𝒐𝒓𝒏𝒐, 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒊𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒈𝒓𝒐𝒔𝒔𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒉𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒊 𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒎𝒊𝒕𝒂̀ 𝒆̀ 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒖𝒏 𝒇𝒐𝒓𝒐 𝒅𝒂𝒍 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒂𝒗𝒗𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒍'𝒊𝒎𝒎𝒊𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒊𝒂𝒕𝒐.
𝑳𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒆𝒓𝒂 𝒖𝒕𝒊𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐 𝒏𝒆𝒍𝒍'𝒂𝒎𝒃𝒊𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂̀ 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂𝒅𝒊𝒏𝒆, 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒛𝒊𝒂, 𝒏𝒆𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒍𝒆𝒗𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒃𝒓𝒂𝒅𝒐 𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒔𝒄𝒂: 𝒆𝒓𝒂 𝒖𝒔𝒂𝒕𝒐, 𝒂𝒅 𝒆𝒔𝒆𝒎𝒑𝒊𝒐, 𝒅𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒄𝒂𝒓𝒊 𝒆 𝒃𝒐𝒗𝒂𝒓𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒎𝒂𝒏𝒅𝒓𝒊𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒃𝒆𝒔𝒕𝒊𝒂𝒎𝒆. 𝑨𝒄𝒄𝒐𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒂𝒗𝒂 𝒊𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒏𝒆𝒊 𝒄𝒂𝒎𝒑𝒊 𝒆, 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒐𝒍𝒂𝒓𝒆, 𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒆𝒎𝒎𝒊𝒂.
𝑳𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒖𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒆̀ 𝒍𝒆𝒈𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒂 𝒔𝒐𝒎𝒎𝒐𝒔𝒔𝒆 𝒆 𝒓𝒊𝒃𝒆𝒍𝒍𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒐𝒑𝒐𝒍𝒂𝒓𝒊 𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂𝒅𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝑹𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝑫𝒖𝒆 𝑺𝒊𝒄𝒊𝒍𝒊𝒆, 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒖𝒑𝒐 𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒆𝒕𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒊 𝒔𝒑𝒂𝒓𝒈𝒆𝒗𝒂 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒆 𝒇𝒖𝒏𝒈𝒆𝒗𝒂 𝒅𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒓𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍'𝒂𝒅𝒖𝒏𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒆 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒄𝒊𝒏𝒂𝒓𝒍𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒊𝒗𝒐𝒍𝒕𝒂. 𝑽𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒓𝒖𝒐𝒍𝒐 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒏𝒆𝒊 𝒎𝒐𝒕𝒊 𝒂𝒏𝒕𝒊-𝒃𝒐𝒓𝒃𝒐𝒏𝒊𝒄𝒊 𝒅𝒆𝒍 𝑪𝒊𝒍𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍 1848:
«𝐼 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑒𝑑 𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑝𝑜𝑣𝑒𝑟𝑖 [...] 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑟𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖 𝑡𝑢𝑔𝑢𝑟𝑖 𝑒𝑑 𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖, 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑙𝑣𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 "𝑡𝑜𝑓𝑎", 𝑖𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑛𝑒𝑙 ’48 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑛𝑒 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑢𝑛𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎, 𝑑𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑒𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑖 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑝𝑎𝑐𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑎𝑙𝑙𝑒𝑔𝑟𝑎𝑣𝑎 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖 𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑔𝑛𝑎𝑣𝑎 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑖𝑝𝑢𝑑𝑖𝑎𝑟𝑛𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑒𝑚𝑚𝑖𝑎. 𝐿𝑎 "𝑡𝑜𝑓𝑎" , 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑒𝑙𝑜𝑞𝑢𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑐𝑖𝑛𝑎𝑡𝑟𝑖𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜, 𝑝𝑎𝑟𝑒𝑣𝑎 𝑒𝑣𝑜𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑐𝑢𝑝𝑜 𝑠𝑢𝑜𝑛𝑜, 𝑠𝑝𝑟𝑖𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑛𝑡𝑒𝑠𝑖 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑣𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜𝑟𝑜 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑜𝑛𝑑𝑜, 𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑙𝑎𝑟𝑖 𝑖𝑛𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑒, 𝑖 𝑡𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑒𝑛𝑎𝑟𝑟𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖, 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑠𝑒𝑟𝑖𝑎, 𝑖 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑖 𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒, 𝑒𝑑 𝑎𝑟𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑖 𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑒 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑧𝑜𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑢𝑚𝑎𝑛𝑡𝑖»
(𝐿𝑒𝑜𝑝𝑜𝑙𝑑𝑜 𝐶𝑎𝑠𝑠𝑒𝑠𝑒)
𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒐𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍 2005, 𝒍𝒂 𝑻𝒐́𝒇𝒂 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒕𝒕𝒓𝒐 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑺𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝑴𝒆𝒅𝒊𝒂 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒏𝒊𝒇𝒆𝒔𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒕𝒆𝒂𝒕𝒓𝒂𝒍𝒆 "𝑹𝒂𝒄𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂 𝒊𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒑𝒂𝒆𝒔𝒆" 𝒐𝒓𝒈𝒂𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒍𝒍'𝑨𝒔𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆

29/08/2024

Sabato prossimo alle 11:50 su Rai1 andrà in onda una nuova puntata di Azzurro Storie di Mare, condotta da Beppe Convertini, autore del libro Il Paese Azzurro (edizioni Rai Libri). [...]

25/08/2024

Antichi proverbi che ritraggono storie di vita quotidiana dei tempi

𝐂'𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭𝐨...
𝐯𝐞𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨 𝐏𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐛𝐢𝐨 𝐂𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨...
"𝐓𝐚𝐧𝐭𝐞́ 𝐯𝐚𝐢𝐞́ 𝐚 𝐥'𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐜𝐞𝐭𝐨𝐫𝐚, 𝐜𝐚 𝐬𝐞 𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐫'𝐮 𝐦𝐚𝐧𝐞𝐜𝐡𝐞́" (𝐓𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐯𝐚 𝐥𝐚 𝐛𝐫𝐨𝐜𝐜𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐚, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐭𝐚).
𝐕𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞: 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐨̀ 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞, 𝐞 𝐮𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐧𝐢 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐥'𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚, 𝐜𝐨𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐟𝐥𝐮𝐢𝐫𝐞.
- 𝐍𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 '𝟓𝟎, 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐞 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐞 𝐜𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐞, 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐭𝐚𝐥𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐃𝐢𝐨𝐦𝐞𝐝𝐞 𝐈𝐯𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐌𝐮𝐬𝐜𝐞𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐨 𝐦𝐮𝐬𝐜𝐞𝐭𝐨𝐫𝐚, 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐛𝐫𝐨𝐜𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚𝐜𝐨𝐭𝐭𝐚, 𝐮𝐬𝐚𝐭𝐚, 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐡𝐞, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜'𝐞𝐫𝐚 𝐥'𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐬𝐞.

25/08/2024

Ci sono storie é storie♥️

Gerardo Ferrara era un 31enne di Sapri, che in qualche modo somigliava a Massimo Troisi.
Fu contattato dalla produzione de Il postino, alla
ricerca di qualcuno che sostituisse nelle scene più
pesanti un Massimo sempre più stanco e affaticato.
Appena si incontrarono per entrambi fu come
guardarsi allo specchio. Massimo, resosi conto del
suo imbarazzo, lo abbracció e gli disse: “E tu mo ti fai vedere”.

Per un mese buono fu il suo doppio. Era quello che
pedalava sotto il sole di Procida o di Salina, si fermava ad ammirare il tramonto in cima alla collina,
con quella bici tra le mani.
Durante le riprese sua moglie Elena rimase incinta.
Massimo le si avvicinava e le chiedeva: "Come sta
Pablito? Mi raccomando, lo dobbiamo chiamare
Pablito", che era il nome del figlio del Postino.

L'ultimo ciak fu il 3 giugno. Massimo salutò tutti così: “Vi amo tutti, non dimenticatevi di me".
Il giorno dopo morì.
Oggi Gerardo ha 25 anni in più, una carriera da
insegnante, un bed and breakfast e nessun altro
ricordo dal mondo del cinema. Ha anche un libro che Massimo gli regalò con una dedica: "A Gerardo, per la pazienza e l'abnegazione con le quali ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro".

Suo figlio nacque poco dopo la morte di Troisi.
Non l'ha chiamato Pablito. D'accordo con sua moglie,
decise di chiamarlo Massimo.
(Dal web)

24/08/2024

Centri culturali

24/08/2024

Mamme❤️

24/08/2024

Ospiti in soliti nel mare del Cilento

24/08/2024

Quante meraviglie da vivere

Regione Campania.
La spiaggia di Positano in provincia di Salerno.