08/05/2017
... I MIGRANTI SONO SBARCATI ALLA MARINA...e che si fa?...
compagnuzzi, sui migranti la destra ha ragione, perché noi, sbagliando, le abbiamo creato spazio e opportunità. Ma le sue ragioni non hanno radici, sono infestanti parassiti di condizioni particolari.
Cambiamogliele.
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Dalle reazioni, dai discorsi, dalle iniziative governative sembrano arrivati per mettere alla prova la nostra moralità, la tenuta dell'ordine pubblico, la disponibilità delle risorse. E la capacità d'analisi della sinistra. Per tacere della scontata risposta fascista.
Il dato di fatto, al netto di strumentalizzazioni, sciacallaggio, obiettive difficoltà, rischio di infiltrazioni estremiste, fisiologica presenza di delinquenti, è che le migrazioni sono un evento massivo irreversibile di contaminazione materiale e culturale reciproca. Con cui fare i conti.
Così è: fanno i conti lor signori, considerandole un fatto d'ordine pubblico, un aggravio insostenibile per la nostra economia in crisi di risorse e prospettive, un attentato alla civiltà e alle sue radici cristiane.
Oppure, come specularmente lor compagni, occasione di confronto e miglioramento reciproco, dovere di accoglienza, testimonianza di fraternità cristiana.
Messi così, i migranti sembrano catturati dalla logica tolemaica che vede ogni cosa girare intorno a noi, anzi a ognuno di noi, che rimaniamo la misura di tutte le cose.
Ma sono altro, fattori esterni, differenti.
E, in prospettiva, si evolveranno, e anche l'integrazione è altro da quello che si auspica o si contrasta.
Ora come ora, sono oggetto di interessamento diverso.
Il potere li ha gestiti politicamente in maniera esemplare. Utilizzandoli come mano d'opera a costo irrisorio per arricchire i già ricchi e abbassare il salario ai lavoratori locali. Trasformandoli in un pericolo emergenziale per distrarre i distratti dai propri problemi reali. Strumentalizzandoli da destra e da sinistra per spaccare l'opinione pubblica e dividersi l'elettorato.
La sinistra, disunita e conflittuale, ne ha fatto materia d'analisi sociologica ed etico/ideologica, immiserendo il proprio ruolo nel cosiddetto buonismo. Che non significa nulla, e lascia alla destra l'occasione di parlare
di insostenibilità delle risorse e di necessario intervento eccezionale dello Stato con misure di contenimento poliziesco.
Parlano d'altro, anzi si parlano addosso.
La sinistra sbaglia approccio. Il suo è sociologico, umanitario, paternalistico e pseudoideologico. Non è politico.
Allo stato attuale, non abbiamo sufficienti risorse per noi, figuriamoci se gravati dell'ulteriore peso dei nuovi arrivati. Che gli daremmo? la metà del niente che abbiamo...
In ambito politico, invece, c'è qualcosa di più: la necessità di cogliere l'occasione per una ripresa delle lotte.
La massa di diseredati, in fuga dalla violenza portata nei loro paesi dall'Occidente, ma anche spinti dalla volontà di poter progettare una esistenza diversa... riecheggia gli avvenimenti della massiccia migrazione interna sud-nord, in cerca del lavoro in un primo momento, in lotta per i diritti subito dopo.
Sono i compagni di lotta futuri, sono già da noi, pronti ad agire per una vita migliore, non temono sofferenze né privazioni, apportano sangue nuovo.
Da noi però non c'è chi veda veda tutto ciò. E la sinistra si perde in deliri astratti, o in discussioni marginali.
Aspettando gli intellettuali organici alla classe, capaci di dare la linea politica.
Dell'unità e delle alleanze. Come sempre è stato fatto, dacché s'è capito che la politica si combatte con altra politica.
Perché c'è differenza tra una buona azione e una azione buona.