07/10/2021
🏡ALLA SCOPERTA DI VERRECCHIE🏡
Verrecchie è una Frazione del Comune di Cappadocia, in provincia de L’Aquila, a circa 980 metri di altitudine, alle falde del Monte Padiglione (m. 1627), sul versante meridionale dei Monti Simbruini, che segnano il confine tra il Lazio e l’Abruzzo.
(...)
Il santo patrono è Sant’Egidio (di cui si hanno poche notizie, ma che era nato ad Atene e poi era diventato Vescovo di Arles, in Provenza), al quale è dedicata sia la Chiesa Vecchia, probabilmente benedettina e costruita nel X al di sopra del paese, che quella Nuova, inaugurata nel 1956 nella parte basse dell’abitato.
(...)
Probabilmente Verrecchie è sorta lungo una strada che partendo dalla Via Tiburtina, dopo il valico di Monte Bove, a Roccacerro (m. 1.200 circa), collegava l’Alta Valle dell’Imele con la Valle del Liri e la Valle Roveto e quindi con la regione napoletana.
Certamente la strada passava sul Ponte Romano (o forse medioevale) che si trova a valle dell’abitato. A controllo della strada c’era una torre (o una piccola rocca) medioevale, i cui resti sono ancora visibili sullo sperone roccioso denominato Monte a corte, ubicato sopra l’abitato, a circa 1.100 metri di altezza. La suddetta torre (o rocca) secondo la tradizione è stata fatta costruire (forse nel 1239) dal Re svevo Federico II (1194-1250), per controllare i confini del suo Regno di Sicilia (che comprendeva non solo l’isola, ma tutto il Meridione). Infatti Verrecchie era vicina al confine con lo Stato della Chiesa.
I pochi documenti pervenutici non consentono di accertare con precisione il periodo della fondazione del paese. In particolare non si sa se l’abitato è stato realizzato prima o dopo la costruzione della Chiesa Vecchia dedicata a Sant’Egidio.
In merito alla fondazione ci sono alcune ipotesi. La prima è che Verrecchie (allora chiamata Vericulae) sia stata fondata alla fine del IX secolo dai superstiti di alcuni borghi distrutti dai Saraceni durante le incursioni degli anni 880 e 881, i quali hanno pensato di essere al sicuro in questo posto ubicato molto in alto, e quindi facilmente difendibile, ed inoltre vicino alla sorgente dell’Imele.
Un’altra ipotesi, molto suggestiva, che sa di “leggenda”, è quella avanzata dal canonico e teologo della Cattedrale di Pescina, Andrea di Pietro (in un suo libro pubblicato nel 1869), riprendendo l’ipotesi del sacerdote di Pescina Don Marino Tomasetti, secondo la quale Verrecchie sarebbe stata fondata dalla fusione di due villaggi, Varrumpano o Verumpano (meglio noto come Morbano, i cui resti sono ancora visibili) e Cocume o Cacumen, che in lotta continua tra di loro, si distrussero reciprocamente. A sostegno di questa ipotesi c’è la tradizione verrecchiana secondo la quale la campana più grande (tra le quattro) della Chiesa Vecchia di Sant’Egidio, viene da Morbano,
Riguardo al nome Verrecchie, ci sono alcune ipotesi. Secondo la prima, il nome deriverebbe dalla parola latina verre, che significa maiale. Probabilmente quindi gli abitanti erano allevatori di suini, che vivevano nel periodo estivo allo stato brado. Secondo un’altra ipotesi, un po’ leggendaria, il nome deriverebbe dal nome del Pretore romano Gaio Licinio Verre (115 a. C.- 43 d. C.), che avrebbe trovato rifugio nella zona isolata di Verrecchie prima dello svolgimento del processo (in cui era accusato di corruzione per le attività illecite compiute quando era propretore in Sicilia), celebrato contro di lui nel 70 a. C. e nel quale Cicerone pronunciò le celebri orazioni In Verrem (Contro Verre).
Secondo una terza ipotesi, che a noi sembra la più probabile, il nome deriverebbe dalla parola latina verrucola, che significa altura o piega del terreno, dato che l’abitato sorge alle pendici del Monte Padiglione. In seguito la parola ha subito varie trasformazioni (verricola, verriculae … ) fino al nome attuale.
Secondo un’altra ipotesi, molto suggestiva, ma certamente fantasiosa, il nome deriverebbe dalla parola olandese ”verrek ja” (equivalente della parola greca “eureka”), che significa “ho trovato”, alludendo al fatto che alcuni Crociati del Nord Europa, di ritorno dalla Terra Santa e di passaggio a Verrecchie vi si sarebbero fermati perché era un posto tranquillo e soprattutto ricco di acqua, per la presenza della sorgente dell’Imele.
📖TESTI di Giorgio Giannini