19/10/2024
PEDARA
LA STORIA
Non si possiedono notizie certe sulle sue origini perché le numerose colate laviche ne hanno quasi del tutto cancellato le tracce. Si sa, però, che anticamente l’abitato era situato più a nord dell’attuale e il ritrovamento casuale di alcuni reperti testimonierebbe l’origine greca del luogo. Sotto i Normanni il paese faceva parte delle vigne di Catania e già in quel periodo il primitivo insediamento rurale cominciava a prendere forma di comunità omogenea. Nel 1388, il vescovo della diocesi autorizzò gli abitanti a costruire la prima chiesa parrocchiale, dedicata alla Vergine Maria. L’evento costituì la nascita di una delle prime comunità cristiane del versante meridionale dell’Etna.
Dopo il 1408, però, a seguito della catastrofica eruzione che aveva sommerso i loro campi, i Pedaresi cominciarono a trasferirsi gradualmente più a valle e nell’attuale sito diedero vita alla nuova Pedara.
Nel 1641 il casale, che era amministrato dalla città di Catania, fu acquistato dal messinese Domenico Di Giovanni che ne divenne barone, e per circa 50 anni visse il periodo più florido della propria storia; in breve tempo il feudo si trasformò in un rilevante centro di attività economiche e sociali e, di conseguenza, nel più ricco ed organizzato dell’Etna grazie alle abilità imprenditoriali del mecenate don Diego Pappalardo, sacerdote pedarese e cappellano conventuale dell’Ordine Gerosolimitano di Malta, a cui si deve soprattutto la ricostruzione del paese dopo i danni del catastrofico terremoto dell’11 gennaio 1693.
Carestia e miseria segnarono l’ultima parte del ’700 che vide affermarsi la borghesia terriera. L’abolizione della giurisdizione feudale siciliana del 1812 e la successiva riforma amministrativa borbonica significarono per Pedara l’inizio di una nuova trasformazione. Nel 1817, grazie al decreto emanato a Napoli dal re Ferdinando IV, il paese divenne comune autonomo e la nuova realtà politica ed amministrativa permise alla Comunità di emergere dall’oblio in cui si era trovata a seguito del grande terremoto.
L’Ottocento ed il Novecento furono caratterizzati soprattutto da un notevole sviluppo urbano ed edilizio che, nel tempo, determinò la perdita di ampie aree agricole e boschive con la conseguente creazione di nuove zone abitate.
Pedara oggi esprime una creatività viva e una lunga tradizione di eventi annuali, linfa vitale per l’intero territorio. Numerosi gli spazi dedicati a performance dal vivo e a molteplici tendenze culturali con angoli di attrazione che si schiudono in varie parti, riscoperti e valorizzati da un rinnovato volto del centro urbano.
ECCELLENZE AMBIENTALI
L’ambiente al quale appartiene Pedara, anche se con i suoi rischi geologici (vulcanici e sismici), presenta un paesaggio estremamente vario e mutante. La diversa altitudine del territorio (da 500 a 1400 mt), il variare di venti, precipitazioni e temperature, condizionano biologicamente la flora e la fauna. Il clima è quello tipico dell’alta montagna con temperature medio basse in inverno – durante il quale alcune volte la neve giunge anche in paese – e caldo umide in estate, con notevoli escursioni termiche tra giorno e notte. Per tal motivo le serate estive a Pedara possono essere anche abbastanza fresche.
Per la sua felice posizione, questo straordinario luogo di villeggiatura, oltre che trovarsi a 30 minuti dalle spiagge del litorale jonico, è considerato base ideale per gite ed escursioni che possono comprendere gran parte della zona meridionale del Vulcano con inizio dal centro storico. Da “figlia dell’Etna”, quindi, questa cittadina è adatta anche per percorrere un interessante itinerario culturale e naturalistico.
Pedara è uno dei centri dell’ultima fascia urbana attorno all’Etna, sul versante sud; centri che, rimasti fuori dalla conurbazione metropolitana, sono l’ultimo baluardo verso le ricchezze naturalistiche del Vulcano. Il territorio comunale si caratterizza per il suo volto di pietra dato dal diffuso utilizzo del materiale lavico, per il profumo intenso della ginestra e per quello acre e pungente della fermentazione dei mosti che si diffonde da alcuni palmenti, facendo rivivere le atmosfere raccontate da scrittori quali Giovanni V***a, Vitaliano Brancati ed Ercole Patti. All’interno del paese si ha la percezione di attraversare un centro storico vivo, ben conservato e ricco di tradizione. La creazione del Parco dell’Etna nel marzo del 1987 (primo Parco in Sicilia) ha limitato la speculazione edilizia ed innescato processi virtuosi di valorizzazione e salvaguardia del territorio e della sua identità. Se il grigio della pietra lavica caratterizza il cromatismo del paesaggio, i conetti vulcanici lo rappresentano morfologicamente. Tra essi, il monte Troina, un grande polmone verde attorno al quale si adagia il centro urbano, dove è stata attrezzata un’area per il turismo naturalistico con percorsi pedonali che partono dal centro storico; il monte Difeso, a nord dell’abitato, ricco di vigneti e boschi di castagni e querce; il monte Salto del Cane (a quota 1400 m slm), altro cono avventizio ricco di suggestioni naturalistiche in campo vulcanologico, botanico e faunistico, oggi punto base per l’escursionismo. Oltre la contrada Simita, sempre all’estrema periferia nord, è il borgo rurale di Tarderia immerso tra i rigogliosi boschi di castagni e il profumo dei ciclamini.
Ispirandosi ai principi di sostenibilità economica ed ambientale, a Pedara si vuole creare un luogo da “vivere” nel quale tutti siano veri protagonisti attingendo alle risorse che il territorio offre insieme al suo paesaggio, palcoscenico naturale sul versante jonico-etneo.
Video by brunetto .wski