06/10/2024
“Christian era del 1969, oggi sarei nonna. Chissà. Venne travolto da un’auto la sera del 19 maggio 1992 mentre rincasava in motorino, sulla Cassia. Aveva 22 anni, io 37. L’ho avuto che ero quindicenne. Eravamo legatissimi, con lui mai un problema. Studiava, voleva diventare un dentista, sarebbe dovuto andare negli Stati Uniti per perfezionarsi. Era un chitarrista, suonava in un complessino che si era esibito anche al PalaEur. Solo dopo la sua morte seppi che componeva canzoni, me lo dissero i ragazzi della sua band.
"Dovevo andare a cena con Ethan Wayne, il figlio di John, e Francesca Dellera. Giravo un film con loro e chiesi a Christian se volesse ve**re con me. Disse di no: “Vado a suonare con i miei amici; è il primo sabato dopo il Car, sto con loro”. Poi, la telefonata alle tre di notte:
Rientrai alle tre, poi sentii il telefono… drin drin e mettevano giù. Non ero preoccupata ma al risveglio al mattino trovai un messaggio in segreteria. Fu terribile. Era dall’ospedale: “Purtroppo c’è qui suo figlio. È nella sala mortuaria, dovrebbe ve**re a prendere le sue cose”. Ma come si fa a lasciare un messaggio così? All’obitorio, prima di accarezzarlo per l’ultima volta mi bendai gli occhi. Volevo ricordamelo, ma da vivo.
Dopo quella tragedia, Papa Wojtyla volle incontrarmi per darmi la comunione. Andai, mi prese la testa, ero in lacrime. Mi chiese se credessi, risposi di sì. Mi fissò con quei suoi occhi azzurri e mi confortò. Non ci sono parole, però sappi che lui sarà sempre con te, ricordatelo”.
Dalila Di Lazzaro