I Viaggi Itineranti di Giacomo Bontempi

I Viaggi Itineranti di Giacomo Bontempi Rassegna turistica domenicale e festiva, volta alla scoperta del patrimonio artistico e degli eventi culturali e locali della Regione Marche (e non solo...)
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La seconda chiesa ⛪ più grande della Città Di Fermo dopo il Duomo, e altresì ricca di storia e arte; oltre ad essere uno...
01/09/2024

La seconda chiesa ⛪ più grande della Città Di Fermo dopo il Duomo, e altresì ricca di storia e arte; oltre ad essere uno dei principali monumenti gotici della Regione.

Venne fatta costruire dai Frati minori adiacente al convento, tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento con interno a sala, diviso in tre navate da robusti pilastri rotondi. Particolarmente suggestivo l'abside, diviso in tre cappelle semicircolari; le due laterali, affiancate a quella dell'altare maggiore, sono dedicate al culto di Sant'Antonio di Padova (a sinistra) e Santa Rita da Cascia (a destra) e decorate da numerosi affreschi.
Intorno al 1425 risale l'erezione dell'imponente campanile 🔔.
Nel 1527 venne aggiunta sulla navata destra la ca****la del Santíssimo Sacramento. A causa del grande Terremoto dell'Aquila del 1703, subì interventi di manutenzione al tetto e venne ricostruita la facciata in stile barocco; mantenendo il portale già realizzato nel 1604.
Nel Novecento vennero inoltre rimosse alcune aggiunte architettoniche e decorative realizzate nel corso dei secoli, in conflitto con il Goticismo dell'edificio.

Il più prestigioso monumento della chiesa è ospitato nella ca****la del SS. Sacramento: si tratta del solenne monumento funebre di Ludovico Euffreducci (1497-1520). Signore di Fermo e condottiero di ventura, figlio del nobile Oliverotto da Fermo. L'opera venne realizzata da Andrea Sansovino nel 1527 e si compone di un sarcofago⚰️, su cui giace la scultura del defunto vegliata dalla Madonna con bambino.
La ca****la era già allora di proprietà dell'antica famiglia nobiliare degli Euffreducci, d'origine marchigiana ed oggi estinta.

Di particolare rilievo è la statua in legno della Vergine Immacolata, realizzata nel 1943 dallo scultore fermano Gino Del Zozzo (1909-1989).
Nel 1945 fu oggetto di acquisto dalle truppe polacche di stanza a Fermo, con l'intento di portarla in Polonia 🇵🇱 nella chiesa gotica di Nostra Signora di Cracovia. Proposta che non allettò l'autore il quale, dopo alcuni interventi, destinò l'opera alla chiesa di San Francesco.

Oltre che nelle due cappelle absidali, sono visibili interessanti affreschi 🎨 anche nelle pareti delle navate; attribuibili a Giuliano da Rimini (XIV secolo).

"E TUTTAVIA è ALATA 🪽🪽".Largo spazio alla prima esposizione personale di Luana Trapè presso il museo archeologico di Fer...
01/09/2024

"E TUTTAVIA è ALATA 🪽🪽".

Largo spazio alla prima esposizione personale di Luana Trapè presso il museo archeologico di Fermo; città dove risiede e in cui nascono le sue origini. Protagonista di numerose mostre in prestigiosi luoghi della cultura in Italia e anche all'estero, l'iniziativa rappresenta un'opportunità per scoprire il lavoro di un’artista che fonde il passato con il presente attraverso le sue sculture🗿.
Opere che rimandano alla passione di Luana Trapè per l'arte del passato mediante temi mitologici, preistorici, classici e medievali, fondendo la lontananza del contesto in vicinanza.
Le sculture emergono difatti come delle riapparizioni in seguito a un lungo viaggio nell'oltretomba, visibili reinventandole e ricostruendole con la mente 🧠 e con le mani 👐; dando così vita all'immaginazione... 💭

Secondo la curatrice Elisabetta Longari, docente dell'Accademia di Brera Milano, "è una discesa, oltre che nel tempo, nel processo di evoluzione dell’umano, e nella psicologia dell’uomo moderno".
La sede stessa si adegua assai al contesto delle opere esposte: le sculture sembrano affiorare a noi - proprio come gli scavi archeologici⛏️ - da un abisso temporale, dopo secoli di storia.
Riscoprire le tappe della creazione, mostrando come nel corso del tempo variamente nei manufatti si compongono le materie, l’argilla e la cera.

La capacità di un'artista di dialogare con la storia e riscoprire le nostre radici attraverso lo sguardo contemporaneo 👀.
A questo proposito ne è una significativa testimonianza la prima formella in risalto intitolata “Nascita della mia città”: illustra la leggenda della fondazione della Città Di Fermo, mediante l’immagine di una cicogna che si protende verso una chiesa ⛪ in un paesaggio marchigiano.
Un mondo di ibridi e paesaggi metamorfici, evocano le Marche incantate e i protagonisti di alcune note leggende dei Monti Sibillini ⛰️.

Il percorso si divide in due gruppi, tra cui un progetto snodato a terra: realizzato appositamente per il museo archeologico di Fermo, con l’allestimento di Giovanni Ercoli.

SALE DEI LEGNI DIPINTI 🎨.Cogliamo l'occasione per presentare, sempre al Palazzo dei Priori, questo recente allestimento ...
01/09/2024

SALE DEI LEGNI DIPINTI 🎨.

Cogliamo l'occasione per presentare, sempre al Palazzo dei Priori, questo recente allestimento datato 2023. Composto da una serie di opere su tavola della collezione civica.
Alcune di queste sono di "importazione", realizzate cioè da artisti 👨‍🎨 provenienti da fuori regione, forse perché considerati più innovativi ed illustri dalla committenza locale, mentre altre sono di artisti nati e formatisi nel territorio fermano.

Il percorso espositivo si articola in due sale tematiche. Degno di particolare nota è il rapporto che nel secolo XIV unì Fermo a Venezia e alla costa dalmata, sia dal punto di vista economico sia artistico.
Molti fra gli artisti operanti a Fermo provenivano, infatti, da Venezia e dalla sponda opposta dell'Adriatico; oltre che da Roma e Bologna.
Sono i veneti Jacobello del Fiore e il Maestro di Sant'Elsino, Andrea da Bologna ed alcuni esponenti della bottega di Antoniazzo Romano, esposti oggi accanto ai loro colleghi marchigiani come il fabrianese Francescuccio Ghissi di Cecco e Vincenzo Pagani da Monterubbiano.

Dai fondi dorati splendidamente lavorati con molteplicità di tecniche, come la granitura e la punzonatura che permettevano di ottenere la massima luminosità della superficie, in queste due sale il visitatore percorre un viaggio tra i dettagli di un'epoca che ci viene restituita con grande profusione di colori e narrazioni.
L'allestimento del grande polittico di Jacobello del Fiore della seconda sala ci permette oggi un'ulteriore lettura, scoprendo il retro dipinto dell'opera stessa con le due immagini di Santa Lucia e di Sant'Antonio Abate; questi due dipinti, difatti, erano in origine solo visibili quando la tavola veniva chiusa per mostrare, forse, una reliquia oggi perduta...

La seconda mostra da visitare è una gran varietà di Musica da guardare. Copertine d'autore e vinili dal 1940 a oggi. 💿🎶U...
01/09/2024

La seconda mostra da visitare è una gran varietà di Musica da guardare. Copertine d'autore e vinili dal 1940 a oggi. 💿🎶

Una straordinaria collezione di vinili, una selezione di oltre 230 copertine d’autore dal 1940 a oggi, raccolte per passione da Alessandro Biocca in ben 35 anni. Un’immersione nella musica🎵e nell’arte moderna e contemporanea.
Tra gli artisti e autori delle oltre 230 copertine di vinili che sono esposte a Palazzo dei Priori di Fermo si annoverano nomi di spicco italiani 🇮🇹 e stranieri, in particolare inglesi 🇬🇧 e americani 🇺🇸.
Tocca più generi musicali, regalando una panoramica sulla storia della musica e non solo; con più categorie artistiche esposte, dalla grafica 📈 al fumetto 💬.
L'iniziativa nasce da una meticolosa selezione della vasta collezione privata di Alessandro Biocca, composta da oltre 8.500 vinili; frutto di un'accurata ricerca, raccolta e catalogazione.
Lasciando la parola al curatore e collezionista: «La vera mancanza, che nessun dispositivo digitale potrà mai colmare, è quella che viene data dall'esperienza visiva 👀. Quella regalata dalla copertina di un disco e che ha avuto il suo massimo picco nel periodo che va dal 1948 al 1982, ovvero nella parabola che inizia quando l'LP è stato inventato e termina quando è stato presentato il primo Compact Disc».

La mostra è promossa dal Comune di Fermo, organizzata da Maggioli Cultura e Turismo e si aggiunge alla ricca offerta culturale del circuito Fermo Musei.

Continua il tempo delle mostre a Fermo, con la stagione espositiva al Palazzo dei Priori. Dopo le opere di Antonio Ligab...
01/09/2024

Continua il tempo delle mostre a Fermo, con la stagione espositiva al Palazzo dei Priori. Dopo le opere di Antonio Ligabue e Giuseppe Pende, siamo in GITA A FERMO - VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA SU ADOLFO DE CAROLIS (1874-1928). Altro grande artista 👨‍🎨 dell'Ottocento-Novecento dall'eclettica e poliedrica personalità.
La mostra presenta circa una sessantina di opere di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, raccolte in cinque sezioni tematiche tra dipinti 🎨, disegni 🖼️, taccuini📓e xilografie; alcune di esse vengono esposte per la prima volta al pubblico.

Secondo lo storico dell'arte Stefano Papetti: "la mostra consente di comprendere il ruolo dell'artista marchigiano nel valorizzare l'artigianato artistico in sintonia con gli ideali del movimento inglese Arts and crafts 🇬🇧, il suo legame con i maggiori intellettuali del tempo (come D'Annunzio) ed il suo ruolo di grande ideatore di complessi apparati decorativi".

Mettiamo in risalto le opere - a nostro parere - più accattivanti... 👀

Parrocchia San Michele Arcangelo-Monte Urano ⛪.L'imponente edificio religioso fa da sfondo alla centrale piazza della Li...
25/08/2024

Parrocchia San Michele Arcangelo-Monte Urano ⛪.

L'imponente edificio religioso fa da sfondo alla centrale piazza della Libertà e sorge di fianco al Comune. E' stata eretta tra il 1872 e il 1879 su progetto dell'architetto fermano Giovanni Battista Carducci; modificato e portato a termine, in seguito alla sua morte, da Giuseppe Sacconi: originario di Montalto Delle Marche e noto per essere stato il progettista dell'Altare della patria in Roma.

La nuova chiesa parrocchiale, intitolata al santo patrono di Monte Urano San Michele Arcangelo, nasce in sostituzione dell'antica divenuta insufficiente come capienza, pur non essendo nemmeno essa particolarmente grande. Sono evidenti le caratteristiche monumentali ed ornate dell’architettura di fine Ottocento.
Particolarmente solenne è la facciata, di imitazione rinascimentale, con un piano intermedio sopra il portico a tre varchi frontali voluto dal Sacconi. Si compone di una finestra circolare che rappresenta il nome di Maria, con un bell’intreccio a foglia ad opera di Filippo Federici. Ai lati si trovano due nicchie prive di statue.
La struttura si conclude con un timpano triangolare, che ospita al centro una nicchia circolare con la scultura della Madonna con bambino.

L'interno si compone di un'elegante pianta a croce latina composta da un presbiterio, un abside poligonale e tre navate; divise da colonne con archi a tutto sesto e capitelli.
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto è impostata, su un tamburo ottagonale, la cupola.
Nelle navate laterali si ammirano gli altari dell'Addolorata (a sinistra) e di San Giuseppe (a destra).
Alla sinistra dell'abside troviamo una tela della Madonna del Rosario, dipinta da Luigi Fontana (1827-1908). A fianco è posto uno sfarzoso trono ligneo dorato, su cui siedono la Madonna e Gesù Bambino.
L'altare maggiore si compone di tre nicchie semicircolari retrostanti, sulle quali due distinte statue del titolare San Michele Arcangelo si affiancano ad un Crocifisso ligneo del XVIII secolo ✞.
Alcuni calici, ostensori e arredi d'arte sacra, tra cui una croce astile sbalzata in argento del '500 ♰, sono custoditi nella ca****la a destra dell'altare maggiore; in una teca a forma esagonale ⬡.

Nel distretto calzaturiero 👟👠👢👞 tra il maceratese e il fermano sorge Monte Urano. Fino alla fine dell'Ottocento una comu...
25/08/2024

Nel distretto calzaturiero 👟👠👢👞 tra il maceratese e il fermano sorge Monte Urano. Fino alla fine dell'Ottocento una comunità dedita quasi esclusivamente all'agricoltura 👨‍🌾, per poi conoscere una progressiva specializzazione nel settore delle calzature tanto da diventarne uno dei centri più attivi ed importanti e rinomato in tutto il mondo 🌐; specie nella produzione di scarpe per bambini e ragazzi.
Nei primi anni del 2000 si annoveravano nel suo territorio circa 400 aziende impiegate in tale ambito, per una produzione complessiva di 150.000 paia di calzature al giorno. Tuttora oggi in attività, seppur con le crisi economiche attraversate nel corso del tempo...
Una tradizione di origine artigianale, in crescita con l'avvento delle più avanzate tecnologie ed unita ad un notevole sforzo imprenditoriale; nonché alle naturali doti italiane di buon gusto e creatività.

Ma non è tutto qui. Monte Urano, pur ostentando un centro storico d'impianto architettonico assai moderno, conserva ancora le testimonianze del suo passato come l'ottocentesca fontana pubblica ⛲e i resti del castello medievale (XII-XIII secolo); con le mura, la torre civica e l'antica porta d'accesso a strette vie e tre piccole piazze (Leopardi, Cortile, Marconi).
Nel cuore del paese troviamo la suggestiva Piazza della Libertà, progettata da GB Carducci. La sua quotidianità è scandita dai regolari rintocchi 🔔 della Torre dell'Orologio⌚, progettato nel XVIII secolo dallo scultore romano Virginio Bracci (1738-1815).
La Torre rappresenta l'attuale accesso alla parte antica del castello, in sostituzione della trecentesca struttura originale.
Sempre in piazza della Libertà si trovano il Palazzo Comunale 🏢, con la facciata caratterizzata da una piccola terrazza e da tre archi a tutto sesto, e l'adiacente Parrocchia San Michele Arcangelo-Monte Urano ⛪.
Di fronte, svetta in posizione panoramica il Monumento ai Caduti a forma di obelisco🗼 con un'aquila 🦅 sulla cima; sul retro si trovano i sottostanti giardini pubblici 🌳🌳.

Qui si parla della vera e propria perla artistica e religiosa di Mombaroccio: il Santuario Beato Sante. Situato a 2 km d...
16/08/2024

Qui si parla della vera e propria perla artistica e religiosa di Mombaroccio: il Santuario Beato Sante. Situato a 2 km dal centro storico, immerso su un'altura nell'incontaminata natura composta da lecci, roverelle e vetusti secolari🌲🌳🌱; che compongono un ambiente eremita perfettamente invitante alla spiritualità e alla preghiera... 🙏🙏

Il Convento del Beato Sante è un antichissimo santuario francescano, fondato per ordine di SAN FRANCESCO D'ASSISI nel 1223. Non ci sono tuttavia documenti storici che attestano la presunta presenza del patrono d'Italia nei dintorni del paese, ma di certo la posizione del complesso religioso era geograficamente importante in quanto le vicine città di Pesaro e Fano se ne contendevano il possesso.
Infatti furono proprio i vescovi dei due importanti centri della provincia a consacrare la chiesa ⛪ in data 21 agosto 1351, con l'originale intitolazione di "Santa Maria di Scotaneto".

Nel 1368 si insediò in questo santuario Giansante Brancorsini, noto come il Beato Sante da Urbino (1343-1394).
Originario di Montefabbri, era un giovane di nobile famiglia.
La sua agiata vita di studente presso l'Università di Urbino si interruppe all'età di circa 20 anni quando una sera, per far da paciere in una lite fra due amici, richiamò il suo migliore amico. Questi però interpretò la sua presa di posizione come un complotto e si adirò con lui. Lo inseguì verso casa con la spada🗡️ nell'intento di affrontarlo; durante il combattimento difensivo che ne seguì, Giansante colpì alla coscia sinistra l'amico tanto amato ferendolo mortalmente.
Il tragico evento lo spinse ad espiare la sua colpa ritirandosi in questo convento come frate converso. Volle soltanto convertirsi e vestire l'abito francescano, ma rifiutò di ricevere gli ordini sacri che lo abilitassero a diacono o sacerdote. Non si sentiva difatti degno di salire sull'altare e celebrare l'Eucaristia, a causa del fatto di sangue che macchiò in maniera indelebile la sua breve vita: si racconta pregasse affinché potesse soffrire i dolori che aveva provocato al suo amico.
Gli comparve (dunque) una ferita ulcerosa permanente🩸alla gamba destra 🦵, che sosteneva avesse richiesto lui stesso al Signore.
La sua vita di umiltà e penitenza durò intensamente per 23 anni, avendo come modello Cristo Crocifisso ♰; del quale contemplava commosso ed estatico i dolori della passione e morte.
Quando riceveva l'Eucaristia, compariva una luce intensa... ☀️
Visitava i malati e li assisteva nelle loro infermità, prediligendo i più deboli, i più fragili e i bambini; compì anche dei miracoli di guarigione di diversi infermi.
Si narra che gli obbedissero anche le piante 🌿 e gli animali 🐵.
Un mattino il futuro Beato trovò l’asinello 🫏 che usava per trasportare le sacche o la legna, ucciso da un lupo 🐺. Quest'ultimo era ancora nei paraggi e gironzolava nella selva, così Giansante ordinò al lupo di svolgere il lavoro che prima svolgeva l’asino; la bestia divenne suo compagno che aderiva a tale compito.
La sua salute era a sua volta cagionevole, oltre al dolore per la ferita alla gamba soffriva di calcolosi e inappetenza ma non manifestava mai il suo dolore.
Durante la sua ultima sofferta notte, i fratelli che lo curavano gli chiesero che cosa desiderasse mangiare: lui chiese delle ciliegie 🍒. Trenta ossi di ciliegia sono stati messi nella sua tomba 🪦, insieme a degli unguenti che usava per curarsi le piaghe ed altri oggetti.

Venne da principio tumulato in una fossa comune dei religiosi, oggi ubicata all'interno del Santuario. Lo stesso dove riposano le sue spoglie, custodite nella teca sottostante all'altare dell'artistica ca****la a lui intitolata. Dopo quasi trent'anni dal suo trapasso, nel 1423 il Convento venne intitolato a suo nome.
Nel Settecento l'edificio religioso subì un'intera modifica strutturale, che lo portarono alle forme attuali. L'imponente campanile fu progettato dal mombaroccese Giovanni Del Monte e terminato il 14 settembre 1770.
La facciata della chiesa è rimasta in parte nascosta dal porticato sottostante. L'interno è un bellissimo scrigno d'arte, a due spaziose navate e sei altari laterali barocchi.
Da menzionare il gigantesco crocifisso ✟ di straordinaria importanza artistica sull'altare maggiore; è attribuito a Ferrer Bassa (1285-1348), artista spagnolo 🇪🇸 di scuola senese.

Presso il Convento del Beato Sante visse inoltre l'ultimo periodo della sua vita il compositore roveretano Riccardo Zandonai (1883-1944), sfollato dalla sua abitazione dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli è stata dedicata una lapide prossima all'ingresso alla chiesa.

Parrocchia SS. Vito e Modesto - Mombaroccio ⛪.Il primo percorso della fede🙏 parte dalla visita alla chiesa parrocchiale;...
16/08/2024

Parrocchia SS. Vito e Modesto - Mombaroccio ⛪.

Il primo percorso della fede🙏 parte dalla visita alla chiesa parrocchiale; intitolata ai santi Vito e Modesto.
Si trova in prossimità di piazza Barocci e si staglia simbolicamente in altezza sulla veduta del centro storico. La facciata esterna è tuttavia coperta in gran parte dalle abitazioni frontali.

Il culto verso San Vito Martire esisteva già nel XI secolo, quando nei pressi di Mombaroccio sorgeva una pieve a lui intitolata.
Nel Duecento venne costruita in centro una chiesa dedicata a San Marco, che assunse le funzioni di parrocchia nel 1390.
L'erezione dell'attuale edifico religioso avvenne in seguito all'irreparabile danneggiamento dell'antica chiesa provocato dal crollo del campanile, avvenuto senza vittime, nella notte del 30 dicembre 1801. Fu dunque ricostruita integralmente negli anni 1804-1807 e venne inaugurata con apposita celebrazione il il 1° maggio 1807. Oltre che a San Vito, si aggiunse anche l'intitolazione al martire paleocristiano San Modesto, commemorati entrambi nella stessa data: il 15 giugno.
L'architettura esterna ed interna sono in perfetta conservazione grazie ad un intervento di restauro avvenuto nel 2008.

Una breve scalinata🪜ci conduce al portale d'ingresso, sopra al quale si trova una lunetta con la scultura della Madonna con bambino, sormontata da due angioletti 👼👼 che sostengono la Santissima Trinità.
L'interno è ad un'unica navata, con quattro cappelle laterali e pareti scandite da semicolonne con capitello. La volta absidale termina con volta a botte semicircolare ed accoglie il presbiterio; composto dall'altare maggiore, rialzato di qualche gradino, ed il coro ligneo.
Sulla cantoria alloggia un possente organo settecentesco.
Le opere artistiche da menzionare sono la pala d'altare raffigurante "Cristo in gloria tra santi e cherubini" e le due a decoro delle prime cappelle laterali:
- "Gesù Cristo crocefisso tra quattro Santi", di scuola baroccesca (sec. XVII), a sinistra ✞;
- "Madonna con Bambino tra i due Santi", d'ambito emiliano (sec. XVI), a destra.

Spostandoci dagli interni della chiesa di San Marco ed addentrandoci nell'attiguo chiostro dell'ex convento dei Frati Gi...
16/08/2024

Spostandoci dagli interni della chiesa di San Marco ed addentrandoci nell'attiguo chiostro dell'ex convento dei Frati Girolomini, nelle grotte sotterranee è allestito - potremo dire in perfetto contesto - il MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA 🧑‍🌾.

Nato negli anni Ottanta, anch'esso grazie al grandissimo lavoro della Pro Loco e di alcuni volontari che si sono impegnati nella raccolta costante degli attrezzi unici donati dalla comunità.
Una nota di ringraziamento deve essere indirizzata anche alla fiducia del Comune di Mombaroccio, nella concessione dei sotterranei dell'ex convento che di certo si concedono visibilmente al settore e all'epoca di questa raccolta.
La collezione valorizza la storica vita agricola del paese, esponendo strumenti rari per il lavoro e la vita nelle campagne; in particolare attrezzi agricoli, artigianali e casalinghi.
Spiccano tra questi il classico biroccio marchigiano trainato dai buoi 🐂🐂, la cucina tipica di un casolare campagnolo ♨️, gli strumenti per i ricami e la tessitura come il famoso telaio 🪡 e la mietitrice per la trebbiatura 🌾.
Vengono presentati gli utensili dei mestieri artigianali classici del tempo quali il calzolaio👢, il fabbro🔨 e il falegname 🪚, nonché la cantina 🍷e il frantoio 🫒. Ci si immerge in un passato nemmeno così lontano per i visitatori più senili con un'esposizione dei mezzi di allora per l'illuminazione💡e il riscaldamento🌡️; si ricordi in quest'ultimo tema il classico scaldaletto detto "prete".

Al termine ci si può addentrare brevemente nei cunicoli delle grotte settecentesche scavate nel tufo, usati da prassi per la conservazione del vino.
Se vorrete, anche nel cosiddetto "nomignolo segreto"... 🤫
Qualche pezzo è esposto pure nel chiostro, circondato dalla mostra fotografica 📷 sulla popolazione di Mombaroccio dai primi del Novecento alla Seconda Guerra Mondiale.

Ferragosto nei borghi medievali, immancabilmente a tema museale... 🏛️Mombaroccio, piccolo comune del pesarese dell'Union...
16/08/2024

Ferragosto nei borghi medievali, immancabilmente a tema museale... 🏛️
Mombaroccio, piccolo comune del pesarese dell'Unione Pian del Bruscolo, risalente al XII secolo è uno dei castelli con mura e porte medievali pressoché intatte. La sua storia si lega soprattutto al periodo del Rinascimento, quando fu un modello di società avanzata specialmente nel periodo dei Marchesi del Monte. Esponente di spicco fu Guidobaldo Del Monte (1545-1607), illustre matematico, fisico e astronomo, nonché collaboratore di Galileo Galilei e compagno di studio del poeta e scrittore Torquato Tasso (1545-1595).
L'ingresso al centro storico è una testimonianza delle sue origini medievali grazie alla possente Porta Maggiore, affiancata da poderosi torrioni cilindrici, di derivazione sforzesca, divenuti emblema del castello di Mombaroccio. Sotto di essa si trova la sede della Pro Loco, che ha tenuto aperto durante l'intera giornata dell'Assunzione di Maria il polo museale del paese.

Gran parte si trova ospitato nella centrale Piazza Barocci e accessibile dall'ingresso nella chiesa di San Marco, affiancata al Palazzo Comunale.
In questo post presentiamo le seguenti sezioni:
- la CHIESA DI SAN MARCO⛪, come dicevamo, l'ingresso al polo museale, è un piccolo edificio religioso che sorge quasi adiacente alla parrocchiale. E' prevalentemente usata come sede di mostre, ma ancora consacrata alle funzioni religiose.
Fu fatta costruire dal mombaroccese Francesco Rattoli con i proventi di mercante a Venezia. Una volta concluse le fondamenta, venne intitolata a San Marco Evangelista il 31 agosto 1424 e ne è un'attestazione il timpano del portale in pietra d'Istria con il Leone di San Marco.
Sotto l'altare maggiore si conserva un'urna con i resti dello scheletro di un martire risalente al II secolo d.C.💀, proveniente dalle Catacombe di Priscilla romane. Gli è stato attribuito il nome proprio di San Clemente.
- la MOSTRA SUL PITTORE CIRO PAVISA (1890-1972) 👨‍🎨. Allestita all'interno della chiesa, è dedicata a uno degli artisti d'Arte Sacra tra i più attivi nelle Marche nel XIX secolo; nato a Mombaroccio, nelle vicinanze del Santuario Beato Sante.
- il MUSEO D'ARTE SACRA 🎨; allestita nei locali della sagrestia, espone quadri, pale, incisioni, paramenti sacri, mobilia e oggetti appartenuti alla chiesa di San Marco (XVI e XIX sec.).
- il MUSEO DEL RICAMO 🪡. Ospitato nella "Galleria della Torre Civica del Palazzo Comunale", colleziona preziosi ricami: segno dell'antica tradizione popolare tuttora in attività. I primi riferimenti risalgono al Quattrocento, quando si usava la tecnica del legaccio.

Parrocchia S. Nicolo' da Bari - Poggio San Marcello AN ⛪.Dopo la visita al piccolo e raccolto Santuario della Madonna de...
11/08/2024

Parrocchia S. Nicolo' da Bari - Poggio San Marcello AN ⛪.

Dopo la visita al piccolo e raccolto Santuario della Madonna del Soccorso, si giunge al termine della via principale del centro storico presso la parrocchiale di Poggio San Marcello.
Chiesa ad unica navata, ma di notevoli dimensioni; con un imponente impatto scenico in sopraelevazione sul piccolo borgo.

Situata di fronte al Palazzo Comunale, è un interessante gioiello d'Arte Barocca con una facciata tipicamente classica; progettata su disegno degli ingegneri Mattia Capponi e Nicola Maiolatesi nel XVIII secolo.
Già verso la fine del Duecento il borgo di Poggio San Marcello venerava come santo patrono San Nicola di Bari, al quale aveva dedicato dapprima un oratorio presso l’allora unica porta d’ingresso al borgo e successivamente la chiesa parrocchiale. Quest'ultima sorse all'interno del Castello di Poggio verso la seconda metà del Trecento come Confraternita di S. Nicolò, mentre dalla metà del secolo successivo si hanno notizie documentate della Ca****la di San Nicolò.
Al Cinquecento la Ca****la intitolata al santo patrono viene attestata come parrocchia del paese.
L'edifico attuale è del 1763, anche se il processo decorativo si protrasse per oltre un decennio. Riporta tuttavia alcuni elementi tipici del secolo precedente come la pala dell’altare maggiore: prima opera conosciuta di Antonino Sarti, che la firma nel 1603 intitolandola "Madonna con Bambino e Santi".
In tempi recenti la chiesa è stata ristrutturata e riportata ai riflessi originari.

L'interno presenta quattro altari laterali, dedicati rispettivamente al Crocifisso ✞, al Sacro Cuore Di Gesù, all'Immacolata Concezione e a San Giuseppe. A sinistra dell'altare maggiore si può osservare un affresco dei secoli XIV-XV raffigurante la Crocifissione, staccato dall'antica chiesa di San Marcello ed ivi conservato.
Evidenti processi di restauro si notano nella cantoria, con balconata decorata da motivi floreali ed allegorici.
Il battistero è opera dello scultore romano Angelo Melaranci. Sulla vasca vi è dipinta la Croce con gemme e corona regale: esprime la fede in Cristo morto e risorto vittorioso, nel quale ognuno viene immerso 👶💧.

Nell'ambito della rassegna Poggio Cultura, esponiamo gli sfarzosi interni della chiesa giubilare della Madonna del Socco...
11/08/2024

Nell'ambito della rassegna Poggio Cultura, esponiamo gli sfarzosi interni della chiesa giubilare della Madonna del Soccorso⛪: sede della mostra fotografica dedicata a padre Nazzareno Bramati (1924-2012), in occasione del centesimo anniversario della sua nascita. Illustre cittadino che ha dedicato cinquant'anni della sua vita ad attività missionarie.

Nato a Poggio San Marcello, entrò in giovane età presso l'Istituto religioso comunale. A causa dei suoi problemi fisici e scolastici, venne inizialmente rimandato a casa. Riuscì a rientrarvi solo grazie al rigido sostegno di sua madre.
Nel 1942 fu ammesso al noviziato e l'anno dopo fece la Prima Professione.
Durante gli studi superiori, mostrò una predilezione per le materie scientifiche, le quali lo condussero verso gli studi teologici.
Fu ordinato presbitero a Piacenza il 20 marzo 1950. Dopo l'ordinazione fu inviato in Gran Bretagna 🇬🇧 per perfezionare lo studio della lingua inglese e il conseguimento del Teacher's Certificate, che gli consentì di lavorare nelle scuole delle Colonie inglesi.
Nel 1955 raggiunse la Sierra Leone 🇸🇱, la missione a cui appartenne per cinquant'anni fino al 2005 con diversi compiti.
In mezzo a tale contesto si inserisce una breve parentesi scozzese 🏴󠁧󠁢󠁳󠁣󠁴󠁿, nei primi anni sessanta in qualità di vicedirettore a Coatbridge.
Rientrato in Italia una prima volta nel 1993 per problemi di salute, nel 2005 vi dovette far definito ritorno con profondo rammarico, anche a causa della guerra civile.
La sua ultima missione lo vide incaricato a Parma, presso il Santuario di San Guido Maria Conforti.
Della sua vita ricordò in particolare il giorno in cui fece ritorno all'Istituto comunale, sostenendo di "aver ripreso il cammino senza più voltarsi indietro ed aver fatto della sua vita la realizzazione della Santa vocazione regalatagli da Dio"... 😇

Grande impegno nell'attivazione di questa mostra si deve al contributo dell'artista veneta Marina Tonon: pittrice ed insegnante di educazione artistica 🎨, che ha dedicato un anno del suo tempo libero per ricostruire con scritti e foto la storia di fede di padre Nazzareno Bramati.
Ci accompagna lei nel percorso della mostra, affiancando alcune sue opere dettate dall'iconografia sacra🙏e dall'affetto per Poggio San Marcello; dettato anche dai vincoli di parentela con la famiglia del sacerdote missionario.

Siamo in visita alle ultime mostre della rassegna Poggio Cultura, nella cornice del delizioso borgo artistico di Poggio ...
11/08/2024

Siamo in visita alle ultime mostre della rassegna Poggio Cultura, nella cornice del delizioso borgo artistico di Poggio San Marcello.
Il più piccolo comune della Provincia Di Ancona, che ha fatto da contenitore ad appuntamenti culturali, musicali e ricreativi nella settimana appena trascorsa; dove il rapporto e la passione per l'arte fungono da padroni.
Un'idea nata da una famiglia di origine tedesca 🇩🇪 che da tempo trascorrono le vacanze estive in paese, la quale ha voluto condividere la bellezza del luogo e l'atmosfera quieta e fautrice che vi si respira con artisti e amanti del settore, e con le poco più delle 650 anime ivi residenti.
L'indiscussa collaborazione dell'amministrazione comunale, della ProLoco e della Parrocchia ha reso possibile l'attuazione del progetto che prevede Poggio San Marcello teatro di "sette giorni d'arte insieme 🎨"; tanto che l'anno seguente alla prima edizione è nata un'associazione senza scopo di lucro, dove nuovi soci e collaboratori sono sempre i benvenuti... 👋

Nel pomeriggio dell'ultima giornata, seguita alla conferenza finale mattutina con i saluti degli artisti da parte degli organizzatori e dai rappresentanti del Comune, esibiamo la Mostra di Modellismo Artigianale. Opera - si direbbe autobiografica - di un ex camionista in pensione, che ci espone alcuni modellini di autocarri 🚚🚚; tra cui due riproduzioni di veicoli pesanti da lui utilizzati in attività lavorativa. Si osservi una fedele riproduzione della chiesa parrocchiale ⛪ e una tipica rappresentazione della trebbiatura 🚜, con una riproduzione della casa rurale di proprietà dei parenti dell'autore.

Indirizzo

Via Raffaello Sanzio, 51
Castelfidardo
60022

Orario di apertura

14:30 - 19:45

Sito Web

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