01/04/2024
Grazie a una segnalazione di un'amica, mi sono ritrovato a leggere questo meraviglioso "articoletto" apparso su più siti web e riportato anche sui social - FB incluso - dove ha avuto una quantità di like e condivisioni pari ad almeno mille volte quelli che ha un qualsiasi articolo scientifico.
Bella favoletta, nevvero?
A me, personalmente, fa girare le p***e come eliche. Non per il salvataggio delle volpi in questione - ci mancherebbe - ma per il seguito della storia, ammesso che sia vera e non un fake.
Ho/abbiamo già spiegato, io e altri colleghi, tutte le ragioni (e sono tante!) per le quali un selvatico non va assolutamente nutrito e foraggiato dall'uomo. E convincere le persone della assoluta validità di questi concetti è un'impresa ormai disperata: c'è proprio un muro emotivo, c'è chi non sente ragione e prosegue sulla strada del "faccio come mi va" o del "se io dico che è giusto, è giusto", c'è chi si appoggia alle solite frasi fatte/luoghi comuni e c'è chi utilizza gli animali - perché di questo si tratta - come proiezione delle proprie convinzioni, nutrimento per l'ego, appagamento della propria emotività.
In altre parole, chi continua a foraggiare gli animali selvatici nonostante gli esperti esortino a NON FARLO, lo fa non tanto per loro quanto per sé stesso. Magari pensa che gli animali ne abbiano realmente bisogno, magari è in buona fede, ma la realtà è che ad averne più bisogno è chi il cibo lo dà. Il bisogno di sentirsi indispensabili per i selvatici, di ricattarli barattando la loro "sopravvivenza facile" con quella che credono essere riconoscenza.
Lo ripeto per l'ennesima volta: nutrire gli animali selvatici non è amore, ma significa fare il loro male.
Ed è frustrante per chi si impegna nel settore vedere i propri sforzi vanificati, cadere come un castello di carte ogni volta che vengono diffusi in rete questi "articoletti" che raccontano quanto è bello e quanto è meraviglioso fare amicizia con gli animali selvatici. Tutto l'investimento che facciamo crolla da un momento all'altro, perché queste "favolette" piacciono, girano, vengono lette, attenzionate e condivise, molto più dell'articolo scientifico realmente interessante e degno di attenzione. Questo perché scienza e verità, agli occhi di molti "cervelli", sono noiose. Spesso sono cose che non piace leggere e che non corrispondono al comune modo di pensare. Queste fiabette, invece, vanno dritte allo stomachino, rafforzano convinzioni errate, corrispondono al comune status menti che fa tanto Disney. Attecchiscono alla grande.
Ed è molto grave che giornali e siti web - che siano o meno di stampo scientifico - diffondano in rete queste storielle da quattro soldi. Questa roba, al filtro, non deve passare. Perché mai come adesso c'è assoluto bisogno di educazione vera all'approccio col mondo selvatico. Invece gli animali diventano regolarmente oggetto di mercificazione alla ricerca di like e condivisioni, che portano pubblicità e soldi. E sono sempre loro a rimetterci.
Il rischio di emulazione è altissimo, e più ci sgoliamo a dire che un animale selvatico orfano/in difficoltà non può essere detenuto, e che per legge va portato in una struttura idonea e autorizzata (CRAS), più fioccano questi articoli-spazzatura che sono a tutti gli effetti un'incitazione al furto di fauna selvatica. E certuni non aspettano altro che di trovare un pullo o un cucciolo per giocare a fare i "salvatori" salvo poi provocare la morte dell'esemplare, danneggiarlo irrimediabilmente e/o chiamare il CRAS di turno quando è ormai troppo tardi.
Personalmente, a vedere delle volpi tenute al guinzaglio mi si stringe proprio il cuore: è una cosa che trovo aberrante, orrenda, manchevole di rispetto a creature nate libere e che libere devono essere. Sento come un cappio al collo, ma per alcuni sarebbe una cosa bella, carina, assolutamente normale. Il guinzaglio è simbolo della mano dell'uomo che si allunga e possiede un'altra forma di vita, che la sottomette e la fa sua. Va bene per un pet, non per una volpe né per nessun altro selvatico.
Ed è ancor più avvilente leggere i commenti a suddetta favoletta sui vari social. C'è chi posta foto delle "sue" volpi che si presentano in giardino a mangiare tutte le sere, c'è chi racconta di come le ha abituate a ve**re in giardino, chi racconta di come gli riempie la ciotola, di come le ha abituate addirittura a ve**re con un fischio. Marea di commenti inutili, i soliti "quanto è bello, che fortuna, è meraviglioso, le vorrei anch'io, gli animali sono meglio delle persone, le volpi sono più riconoscenti degli umani" degni del QI di un paramecio, c'è addirittura chi afferma con sdegno che in Italia la fauna selvatica deve essere consegnata in un CRAS altrimenti "sei fuorilegge". Come se fosse un'ingiustizia, come a volersi lamentare di qualcosa di sbagliato.
Sì, in Italia detenere fauna selvatica è reato. E PER FORTUNA, aggiungo io. Peccato che c'è chi continua a raccattare bestiole a random, perché è bello sentirsi eroi sulla pelle di una creatura che spesso morirà per inettitudine e inesperienza di chi la "rapisce", ma soprattutto perché in Italia le leggi esistono per gioco.
E ancora peggio, serpeggiano ovunque disinformazione e controinformazione al solo scopo di suscitare like e cuoricini.
Se questo è il substrato su cui lavorare, c'è ancora tantissimo da fare. Noi, a testa alta, si continua. In un paese che all'informazione scientifica antepone le foto del nonnino con le sue volpi al guinzaglio.