25/09/2019
«...Palermo insorse con la rivoluzione detta del " sette e mezzo ", perché durò poco più di una settimana (ed ha dato il titolo ad un romanzo storico di Giuseppe Maggiore); ed in essa confluirono tutti gli elementi tipici del malcontento siciliano, non esclusa qualche tendenza di carattere socialistico e repubblicano.
L'esempio rivoluzionario di Palermo, dove l'anarchia imperversò dal 16 al 22 settembre 1866, fu seguito da Adrano (che allora si chiamava col nome medievale di Adernò, che mantenne fino al 1929) e le " Cinque giornate " adranite durarono dal 28 settembre al 2 ottobre 1866, come sappiamo da una polemica relazione sui fatti, scritta dal barone rivoluzionario e progressista Benedeno Guzzardi Moncada, un patriota che si era distinto durante l'impresa dei Mille e quella di Aspromonte, tanto che Garibaldi l'aveva soprannominato il suo " bell'angelo biondo ", e che dal 1864 fino alla morte, avvenuta a quarantatré anni nel 1884, si dedicò ad organizzare circoli mazziniani nella zona adranita.
Il barone Guzzardi, nel suo opuscolo intitolato appunto Le cinque giornate di Adernò in settembre ed ottobre 1866 (e che fu stampato a Catania nella tipografia di Luciano Rizzo, che era sita " nella Strada Montesano n. 24, vicino il largo dello Spirito Santo ", come avverte il solerte tipografo) afferma di scrivere in difesa della sua Adernò, che non è quella città inculta [incivile] come vuol farsi credere, perché invece è una terra disgraziata ma virtuosa, e che la rivolta non era stata causata da banditi o da delinquenti, perché i così detti briganti erano dei più onesti giovani di questa terra. Ed ecco in breve lo svolgimento dei fatti.
La sommossa si iniziò il 28 settembre 1866, perché la popolazione adranita, atterrita dai primi casi di colera (e non aveva tutti i torti, perché l'epidemia colerica del 1866-67 causò in Sicilia, secondo i calcoli del Maggiore Perni, ben 52.990 morti) e sobillata dai soliti mestatori, che dicevano che il governo italiano spargeva ad arte il colera, per avere maggiori introiti con la pesante tassa di successione, scese nelle strade, aizzata dai giovani renitenti alla leva, e si parlò di saccheggio: onde nella stessa giornata del 28 settembre fu mobilitata la Guardia Nazionale di Adrano, che il giorno dopo venne sostituita da due compagnie del 64° reggimento di fanteria, accorse da Catania al comando del cap. Luigi Gabriele Pessina. Ma la situazione non si calmò, e mentre chi aveva la possibilità di sfollare in campagna lo faceva celermente, sia per evitare i torbidi sia per sfuggire al contagio, l'ordine pubblico era sempre più turbato, malgrado gli sforzi del barone Filadelfo Ciancio, che faceva opera di pacificazione, coadiuvato dalla guardia cittadina organizzata alla meno peggio, tra l'assenteismo delle autorità, da Enrico Ciancio e da Salvatore Picardi.
Mentre i morti cominciavano a spesseggiare, la situazione precipitò. La popolazione, allarmata dalla moria, ma più ancora per misteriosi fuochi d'artificio che improvvisamente si udivano e si vedevano nella notte (ed il Guzzardi accusa implacabilmente " le signore Autorità, che tutte dédite a deturpare questo popolo, non avevano la cura di impedire che bombe e solfarelli ogni notte si vedessero "), si sfrenò ulteriormente, fino a tentare il linciaggio di due presunti untori, che a stento furono salvati da pochi benpensanti, mettendoli in galera. Erano le ore 14 del 2 ottobre 1866: da questo momento finiscono le " Cinque giornate " di Adrano, perché le truppe del Pessina dispersero la folla tumultuante, e ripresero il controllo della situazione.
La reazione fu dura, e come suole accadere spesso pagò chi non c'entrava, e addirittura chi si era adoperato a sedare il moto popolare, come capitò a tre giovani della famiglia Crucillà, uccisi dai soldati e dai carabinieri nella casa di campagna in contrada Camerone il 17 ottobre 1866: e di questi tre giovani uno, Salvatore, era appena quindicenne, e un altro, Nicola, era sottotenente della Guardia Nazionale, e si era addirittura adoperato per sedare il moto popolare nelle giornate del 28 e del 29 settembre...»
dal volume: Santi Correnti, Storia e folklore di Sicilia, Ed. Mursia, Milano 1979, II ediz.
http://www.scos.it/Storia/Storia_5_giornate.htm
Adrano: Storia, monumenti, personaggi,...