14/08/2017
Fantastic!
Palermo Capitale della Cultura 2018
Ritratto di Mimmo Cuticchio, cantastorie, attore e regista teatrale.
Prima della tv c'era il cuntu. A quelli della mia generazione, nati dopo il boom economico e nutriti a suon di Carosello, hanno raccontato che tanto tempo fa cantastorie e pupari giravano per le piazze polverose dei paesi, narrando di storie fantastiche, di tornei cavallereschi, di Orlando e Re di Francia. Li abbiamo immaginati con i fondali da srotolare, ognuno dei quali illustrava una storia ed aiutava l'immaginazione degli spettatori. I miei genitori invece li avevano visti dal vivo mentre animavano le domeniche assolate dei paesi.
U cuntu vive tutt'ora. Vive grazie alla caparbietà di uomini come Mimmo Cuticchio. Vivono ancora i pupi e i fondali da srotolare. Vivono le storie di Angelica e dei Paladini. Vive tutto come identità culturale.
Mimmo Cuticchio, nel suo teatro in via Bara all'Olivella, racconta di audaci imprese di cavalieri e principi, di amori e lacrime, di eroismo e di viltà.
Il cunto si fa con la spada. Serve fendenti in aria e batte il ritmo. Con questo modo orale di percussione, respiro e mimica del viso, Cuticchio scandisce il racconto in imprevedibili successioni di peripezie.
U cuntu è storia che ci appartiene.
© photo Mario Virga
more on www.palermoculture.net