29/03/2012
Impressioni sparse (in attesa del report serio…)
I VIGNAIOLI DEL TABURNO AL VINITALY : gli chiedi come sta andando questo Vinitaly, alzano le spalle, sorridono, annuiscono, “bene, credo bene…non lo so…ma perché si sa?”
Sono qua, ci sono tutti, ci sono anche loro, ci mettono la faccia, hanno voglia di guardare in faccia vecchi clienti, rappresentanti, distributori, colleghi, autorità.
Sommelier professionisti o dilettanti vestiti di tutto punto, giornalisti, bloggah o semplici appassionati, passano, alzano lo sguardo, leggono il nome della cantina e varcano la soglia immaginaria del tuo stand ed esclamano…”ehi, io questa Falanghina la conosco, questo Aglianico poi lo bevo da tempo e mi piace, perciò sono venuto qua: per conoscerti…!” Bhè lì allora tutta la stanchezza di mille chilometri di viaggio, di carichi, scarichi, alberghi, passa via in un attimo e viene ripagata interamente da quel riconoscimento di te, del tuo lavoro nei campi e in cantina…e allora? E allora il Vinitaly potrebbe anche finire lì.
E sono contenta di non aver dimenticato di salutare Antonino (nome di fantasia) che mollerebbe all’istante il più grande buyer di tutti i tempi per venirti a salutare e chiederti, con un sorriso autentico, dei tuoi bambini.
Già, i bambini, gli adulti di domani. Che berranno? Autoctoni? Rosati? Bollicine? Preserviamo la viticoltura di qualità e diamo loro la possibilità di scegliere, è l’unico pensiero futuribile che mi viene in mente (oltre a quello per me impossibile di conservare in cantina qualche bottiglia da bere con qualche anno i più).
NON STIVARE BOTTIGLIE NELLE CAPPELLIERE, lo riascolto anche in inglese per timore di aver capito male, ma no, ho sentito giusto. E’ l’annuncio dell’equipaggio sui voli da Verona in questi giorni.
Roba da Vinitaly.