05/09/2021
Dopo il forsennato sviluppo urbanistico che ha completamente snaturato il significato centrale e dominante del tempietto di Santa Maria del Tricalle, portandolo ad affossarsi tra edifici moderni costruiti a ridosso, ora si pretende di rintegrarlo per un uso sociale. Purtroppo, allo stesso tempo si eliminano elementi più vicini alla sensibilità popolare come la fontana e il mosaico religioso per sostituirli con elementi di arredo urbano incomprensibili alla popolazione che li paragona a un cimitero di tombe di travertino. A questo proposito, il biancore della scivolosa superficie di questa pietra aliena all'architettura locale, appare qui più come un prepotente segno egoistico simile alla marcatura di un territorio da parte di un intellettuale lontanissimo proprio da quel gusto popolare che sarebbe necessario assecondare affinché la popolazione possa riappropriarsi di un elemento identitario del luogo. Paradossalmente, in una stagione eccezionalmente secca, la grande fontana che funge da rotatoria nello storico trivio, è vuota e la fontanella che serviva a dissetare i passanti è chiusa da due anni. Poco più in là, la fonte storica detta la “fontiuccia” è stata completamente abbandonata. L'acqua della sua sorgente perenne intercettata e ora, una botta di qua una botta di là, la stanno -facendo casca’ -come si dice a Chieti. Vogliamo continuare a distruggere tutto ciò che appartiene al nostro passato ma anche al nostro presente? Questo è quanto si chiedono gli abitanti del Tricalle che hanno firmato una petizione con cui chiedono spiegazioni su quanto è stato operato all'interno del recinto del tempietto. Si firma al bar di fianco alle poste.