10/07/2024
È in questi momenti che voglio più bene a Jannik Sinner. Nei momenti in cui, come oggi, non solo perde (meritatamente, contro il miglior Medvdev dell’anno), ma si mostra umano, fragile - complice addirittura un malore a un certo punto - e sportivissimo nella sconfitta, perché quando si vince siamo tutti bravi.
Volevo ricordare ai soliti disfattisti, gufi, hater che in questi minuti hanno già dato il via al processo (“Non è abbastanza cattivo”, “Non vince negli Slam”, “Ma quale fenomeno”, “Pensa troppo alla fidanzata”, sì, ho letto anche questa) che Sinner è e sarà ancora a lungo numero uno al mondo per distacco e ha appena perso la sua quarta partita nell’anno su 46 match (con una percentuale mostruosa del 93,1%), tutte contro avversari che hanno giocato al massimo o contro Alcaraz, che semplicemente È il massimo.
Gente così si meriterebbe di tornare a quando ci si esaltava per un ottavo in uno Slam o per il numero 18 al mondo. Solo che all’epoca nessuno di questi leoncini da tastiera sapeva neanche come fosse fatta una racchetta da tennis.
Oggi, soprattutto, oggi, voglio dire GRAZIE a Jannik Sinner. Per come ha combattuto sul Centrale fino all’ultimo punto del quinto senza più una goccia di energia fisica e mentale. Per quanto di inumano sta facendo quest’anno. Per il campione stratosferico che è in campo. E prima - prima, prima, molto prima - per il ragazzo straordinario che è fuori dal campo.
Aspettando Jasmine e Lorenzo.
Che bella questa Italia!