29/08/2023
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ll 20 Maggio 2023, a Monza, sul ring saliva il campione d'Europa dei pesi Gallo,Alessio "Mosquito" Lorusso. Era un momento carico di significato, dopo un anno che lo aveva portato alla conquista del titolo dell'Unione Europea e alla difesa vittoriosa contro Perez il 14 Maggio 2023, che aveva scintillato
come un faro luminoso. Ma quella serata, quella notte,
doveva essere un nuovo passo fondamentale nella sua scalata verso la cima, un passo verso la possibilità di un titolo mondiale.
Davanti a lui si ergeva Thomas Essomba, esperto pugile di origini Camerunensi ma ormai cittadino inglese. Nonostante i suoi 35 anni, il suo record rispettabile di 11 vittorie, 8 sconfitte e 1 pareggio non poteva essere ignorato.
La serata era carica di aspettative, ma fin dal primo round qualcosa sembrava fuori posto.
Quella velocità, quella reattività che aveva sempre caratterizzato Alessio sembravano offuscate, come un sole che perde il suo fulgore.
E così, il match si concluse. Il nostro amato Mosquito dovette cedere la corona europea con un verdetto che, purtroppo, era inequivocabile: 116-112; 116-112; 117-111 a favore di Essomba. Ma quella serata, quella storta, doveva essere analizzata a fondo.
Le polemiche si sollevarono come una tempesta, circondando Alessio, avvolgendolo in un polveronedi dubbi e critiche. Si parlava di un presunto infortunio alla mano, di una preparazione ostacolata da quel dolore, di una circostanza che aveva impedito a Alessio di mostrare il suo vero pugilato.
E Alessio Lorusso, il ragazzo che aveva catturato l'attenzione non solo per il suo talento ma anche per la sua personalità unica, si ritrovò al centro di tutto ciò.
Lo chiamavano il "pugile più tatuato", spesso attirava l'attenzione dei media per il suo aspetto, ma lui era molto di più.
Era il ragazzo della porta accanto, colui che trovava conforto nell'amicizia con il campione paraolimpico Simone Dessi. Era un individuo che aveva trovato la sua dimensione nel pugilato, nonostante le sfide dell'infanzia.
Ricordo il dopo match contro Perez, quando condividemmo un intenso scambio di messaggi.
Gli dicevo di raccogliere la forza, di trovare il coraggio e la determinazione di risorgere, di tornare più forte di prima. Gli dicevo di non accettare scuse, di comprendere che salendo
sul ring si accettano tutte le sfide, senza riserve. Ma tra le parole scambiate, una mi colpì profondamente: "Anche se avessi voluto rinunciare, non avrei potuto farlo.
Avevo già speso i soldi dei biglietti, avevo affrontato l'affitto della casa che avevo usato per la preparazione, avevo investito in nutrizionisti, preparatori e integratori.
Non c'era via indietro."In quel momento, ho percepito il guerriero ferito, non solo da quella battaglia sul ring, ma anche nell'anima. Non riusciva ad esprimere appieno il suo spirito combattivo.
Spesso ci chiediamo perché i nostri ragazzi in Italia non riescono a emergere nel mondo del pugilato, perché manchiamo di campioni di livello mondiale. E io rispondo sempre:
"Immaginate un esercito invasore, potente e tecnologicamente avanzato, che invade le nostre terre. Noi cerchiamo di difendere ciò che è nostro con le risorse che abbiamo. Coloro che scelgono di affrontare il nemico, sapendo che la morte è possibile, sono considerati da molti dei folli.Ma per persone come me, sono degli eroi che rimarranno impressi nella memoria collettiva."
Quello che voglio dire a tutti voi che avete sostenuto o contestato Alessio è che, il 16 Settembre 2023, il nostro Mosquito tornerà nell'arena di battaglia.
È il momento di radunare le forze, di sostenere con passione e amore il pugilato italiano.
Forza Alessio, Forza Pugilato Italiano!