Florenaissance

Florenaissance Guided Art & History Tours of Florence and its surrounding areas by a native Florentine. Tours available in Italian, Spanish, English & French.

FALERII ANTICA CITTÀ DEL LAZIO E SITO ARCHEOLOGICO ITALIANO Faleri Veteres (anche noto semplicemente come Falerii) era u...
11/06/2025

FALERII ANTICA CITTÀ DEL LAZIO E SITO ARCHEOLOGICO ITALIANO
Faleri Veteres (anche noto semplicemente come Falerii) era una delle città principali del popolo dei Falisci, situata nel Lazio, a nord del Tevere, a circa 50 km da Roma, nei pressi dell'attuale Civita Castellana. Anche se i Falisci non erano etruschi, avevano stretti contatti culturali e commerciali con gli Etruschi, soprattutto con Veio.
Ecco alcuni punti chiave su Faleri Veteres:
Origini: La città risale almeno all'VIII secolo a.C. ed era fortificata naturalmente da burroni.
Cultura falisca: I Falisci parlavano una lingua italica (falisco), affine al latino, ma la loro cultura materiale mostra una forte influenza etrusca.
Scontri con Roma: I Falisci ebbero numerosi conflitti con Roma, culminati nella distruzione di Faleri Veteres nel 241 a.C. da parte dei Romani.
Faleri Novi: Dopo la distruzione, i Romani fondarono Faleri Novi, una città pianificata in posizione più accessibile, oggi visibile come area archeologica.
Oggi a Civita Castellana puoi visitare:
Il Museo Archeologico dell’Agro Falisco, con importanti reperti falischi ed etruschi.
I resti della città antica e dell'acropoli.
Il sito di Faleri Novi, con le sue mura romane ben conservate.

01/06/2025
BUON COMPLEANNO?Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265. Non si conosce però la sua esatta data di nascita. In base ad...
29/05/2025

BUON COMPLEANNO?
Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265. Non si conosce però la sua esatta data di nascita. In base ad alcune deduzioni si pensa che Dante possa esser nato il 29 di Maggio del 1265.
Nell'articolo di cui fornisco qui il link
http://www.anaso.it/2018/05/14/giornata-della-dante/
si cerca di spiegare perché sarebbe nato proprio in quel giorno.
Io mi limito a dedicargli un post in questa pagina in cui si parla di Firenze.
Dante fu il primo a utilizzare il volgare (cioè la lingua parlata dal popolo, dal "vulgus") come lingua per fare letteratura (e ché letteratura), direi che chiunque in Italia o nel resto del mondo utilizzi quella lingua per scrivere un qualcosa... Deve quel qualcosa proprio a questo signore nato a Firenze nel 1265, probabilmente proprio il 29 di maggio.
Nelle immagini vi propongo tre probabili ritratti del poeta.
Il primo si trova nella Ca****la Strozzi in Santa Maria Novella e fu dipinto da Nardo Orcagna attorno al 1350.
Il secondo è invece nella ca****la del Palazzo del Podestà (oggi il Bargello) ed è attribuito a Giotto. Un'attribuzione piuttosto convincente... Gli affreschi sono del 1337
Il terzo è più tardo ed è opera di Filippino Lippi che lo realizzò negli affreschi della Ca****la Brancacci attorno al 1480.
Si tratta dunque di tre ritratti postumi, anche se rispetto agli altri due pittori Giotto ebbe la ventura di conoscere il grande poeta.

Le oreficerie che vi presento oggi si trovano esposte presso il Museo Nazionale di Villa Guinigi, a Lucca.Si tratta di o...
25/05/2025

Le oreficerie che vi presento oggi si trovano esposte presso il Museo Nazionale di Villa Guinigi, a Lucca.
Si tratta di oggetti in oro afferenti alla cosiddetta tomba di Rio Ralletta, scavata nel 1892 nei pressi di Capannori.
La tomba doveva appartenere a un personaggio femminile di alto rango dell'aristocrazia etrusca che dominava nella zona durante il V secolo aC.
Il corredo della tomba includeva un vaso cinerario all'interno del quale, oltre alle ceneri della defunta, furono rinvenuti numerosi oggetti di ornamento personale. Due grani di collana in ambra e un corredo di oreficerie, in lamina d'oro decorata a sbalzo e a stampo: una coppia di orecchini a bauletto; uno spillone con capocchia a forma di melagrana; pendenti di collana decorati con una figura di arpia, ghianda o fior di loto, oltre a undici piccole fibule e sei placchette a forma di anatra che dovevano essere originariamente applicate a dei tessuti che non sono giunti ai nostri giorni.
Pur nella loro frammentarietà, si tratta di oggetti il cui valore van ben al di là dell'oro impiegato: gli etruschi erano autentici maestri nella lavorazione dell'oro, e il fatto che simili oggetti siano stati rinvenuti anche in questo tratto della valle dell'Auser (così si chiamava anticamente il fiume Serchio), prova anche anche nei pressi di Lucca dovesse trovarsi una qualche città etrusca di una certa importanza.
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L'autore della prima foto è l'estensore di questo post. Le atre due foto sono del sito del Museo di Villa Guinigi.

La fibula che vi presento in questo post si trova all'interno della bellissima Pinacoteca Nazionale di Siena.Si tratta d...
21/05/2025

La fibula che vi presento in questo post si trova all'interno della bellissima Pinacoteca Nazionale di Siena.
Si tratta di una fibula del tipo “a umbone”, realizzata in oro, smalti, paste vitree e pietre semipreziose.
Il gioiello è stato rinvenuto in una piccola fossa insieme a ceneri riferibili a un rituale di consacrazione e coperta da una pietra di calcare rosso all'interno di quella particolarissima chiesa che è San Niccolò, poco fuori dall'abitato di Montieri, in Maremma.
La presenza di questo straordinario manufatto quasi al centro della chiesa ha indotto a pensare che potesse trattarsi di un gioiello appartenente a un personaggio importante (nobile oppure ecclesiastico), oppure di un’offerta relativa alla consacrazione della chiesa stessa.
La fibula rotonda, di 22 x 64 mm. sicuramente di alto livello, non ha altri manufatti cui possa essere accostata. Risulta perciò difficile darle una datazione e persino identificarne l'officina presso la quale è stata realizzata. Nonostante alcuni elementi possano parere di matrice islamica o comunque orientale, è probabile che si tratti di una manifattura italiana, forse toscana, sicuramente medievale, anteriore al XII secolo.

CUPOLA DEL DUOMO: LE TRIBUNE MORTE E LA LANTERNAUna delle principali preoccupazioni di Brunelleschi nel costruire la cic...
18/05/2025

CUPOLA DEL DUOMO: LE TRIBUNE MORTE E LA LANTERNA

Una delle principali preoccupazioni di Brunelleschi nel costruire la ciclopica Cupola della Cattedrale, erano le spinte centrifughe e centripete che avrebbero potuto minare la stabilità della sua costruzione.
Brunelleschi risolse brillantemente il problema: ponendo sulla sommità la lanterna, una struttura elegante che, al di là della sua bellezza estetica aveva la funzione di "Tappo" a questo tipo di spinte, mentre che alla base del tamburo, vi aggiunse le Tribune morte, anche realizzate con funzione di contenimento statico, in sostituzione degli archi rampanti e dei contrafforti usati dagli architetti gotici gotici, per puntellare i quattro lati dell’ottagono non rinforzati dalle volte delle tre absidi.
Aperte da grandi nicchie adorne di grosse conchiglie, esse presentano una delle forme più belle concepite dal geniale architetto, forme che, oltre alla loro funzione statica andavano anche a coprire quel "gap", quell'apparente dislivello stilistico tra la sua già proto-rinascimentale struttura e il precedente corpo di fabbrica medievale.
Anche la lanterna è un capolavoro di bellezza ed eleganza, oltre che elemento fondamentale nella struttura. Fu progettata da Brunelleschi stesso che con il proprio modello vinse il concorso. Ma non fece in tempo a realizzarla: la morte lo colse quando aveva appena iniziato. Fu così in gran parte eseguita da Michelozzo che vi apportò alcune variazioni del tutto marginali limitandosi a inserirvi qualche dettaglio decorativo, anche perché è noto che Brunelleschi ometteva tali dettagli in fase progettuale.
Michelozzo fu dunque fedele nell'omaggiare il grande maestro, poiché egli, come scrisse Vasari “dopo il Brunellesco fu tenuto il più ordinato architettore de’ tempi suoi”.

CA****LA DEI PAZZI - SANTA CROCE - FIRENZE Filippo di ser Brunellesco vi lavorò dal 1442 insino ai primi anni '60, reali...
11/05/2025

CA****LA DEI PAZZI - SANTA CROCE - FIRENZE

Filippo di ser Brunellesco vi lavorò dal 1442 insino ai primi anni '60, realizzando uno dei più perfetti esempi di architettura rinascimentale. L'ambiente fu successivamente decorato, fino alla congiura dei Pazzi avvenuta nel 1478.
Tra i decoratori spicca la presenza di Luca Della Robbia, autore delle terrecotte, ma una menzione speciale la merita anche uno scalpellino ancor giovanissimo che eseguì il fregio con i cherubini che decora l'architrave esterna. Si chiamava Desiderio da Settignano...

Foto di Raffaello Bocciolini

Il 23 agosto del 1956 si spegneva a Firenze, nella sua casa di Via del Ghirlandaio, Galileo Chini.Durante la sua lunga v...
03/05/2025

Il 23 agosto del 1956 si spegneva a Firenze, nella sua casa di Via del Ghirlandaio, Galileo Chini.
Durante la sua lunga vita (era nato il 2 dicembre 1873) Chini da prova di grande talento nella pittura, iniziando a mostrare un certo interesse per l'arte impressionista per poi spaziare tra il simbolismo e il divisionismo. Ma Chini fu soprattutto un eccelso decoratore, sempre in cerca di nuove forme di espressione.
L'arte vascolare fu tra i suoi grandi interessi: nel 1896 fondò la manifattura Arte della Ceramica assieme a Vittorio Giunti, Giovanni Vannuzzi e Giovanni Montelatici, a Firenze in via Arnolfo. E fu proprio in questa forma d'arte che iniziò a realizzare i suoi straordinari vasi che divennero ben presto veri e propri manifesti dello stile Liberty.
Quello che vi propongo nella foto fu realizzato intorno al 1904 e costituisce un buon esempio di quell'arte Liberty che in quegli stessi anni stava iniziando a riempire l'Europa di creazioni eleganti e suggestive applicate a semplici oggetti.

Milanese di origine, RUBACONTE DA MANDELLO si trovò a incrociare il suo destino con Firenze. Rubaconte era un consumato ...
28/04/2025

Milanese di origine, RUBACONTE DA MANDELLO si trovò a incrociare il suo destino con Firenze. Rubaconte era un consumato politico, nato presumibilmente negli anni '70 del XII secolo. Numerosi furono gli incarichi politici che si trovò a ricoprire nella sua Milano, ma anche a Bergamo, Arezzo, Verona, Faenza e a Firenze.
Nel 1237 ricoprì la carica di podestà di Firenze per 18 mesi dando comunque prova di grande abilità politica. A Firenze il Podestà, pur coadiuvato da un gran consiglio di "boni homines", aveva grande poteri, essendo al tempo stesso supremo magistrato, capo delle forze armate, e per di più con il potere di stabilire quali fossero le priorità per la città. Già da tempo Firenze aveva stabilito che il podestà dovesse essere non soltanto persona di specchiata onesta e di capacità politiche non comuni, ma doveva essere anche straniero. Quella guerra civile che va sotto il nome di "lotte tra guelfi e ghibellini" era già ufficialmente cominciata e un podestà straniero dava maggiori garanzie di equità in quanto non coinvolto nelle lotte tra fazioni.
Già nel 1237 fu lui a stanziare la somma necessaria per la costruzione di quel ponte che non a caso di chiamò Ponte a Rubaconte, corrispondente a quello che è oggi il Ponte alle Grazie. Si trattava del terzo ponte della città, il ponte che andava a unire il popoloso quartiere di Santa Croce con l'antico Borgo di San Niccolò. Il ponte fu costruito, stando almeno alla non sicurissima testimonianza del Vasari, da un certo Jacopo Tedesco. Si trattava di un ponte a 9 arcate, un ponte di certo robusto visto che fu l'unico a non andare distrutto nella terribile alluvione del 1333. Secondo le cronache fu proprio Rubaconte a posare la prima pietra sigillandola poi con la calcina. Nel Purgatorio Dante Alighieri ci parla di Rubaconte e del ponte da lui fatto costruire:

«Come a man destra per salir al monte / dove siede la chiesa che soggioga / la ben guidata sopra Rubaconte / si rompe del montar l’ardita foga / per le scalee che si fero ad etade / ch’era sicuro e’l quaderno e la doga»
(Dante Alighieri - Purgatorio – canto XII, vv. 100-105)

Durante il governo di Rubaconte da Mandello fu tra l'altro coniata la prima moneta fiorentina in argento. La moneta recava impresso il giglio fiorentino e l'immagine di San Giovanni Battista patrono cittadino.
Da sottolineare anche il fatto che, al contrario di molte altre città, aveva quasi tutte le sue strade pavimentate, e molte di queste furono pavimentate proprio durante il governo di Rubaconte.
Si può quindi tranquillamente affermare che Rubaconte fu un eccellente politico, e questo nonostante la sua fede ghibellina in una città come Firenze, che vide alternarsi il prevalere delle due fazioni, ma con una preponderanza guelfa rispetto.
Onore dunque a questo milanese che resse Firenze, e la resse in maniera efficace, durante un periodo breve ma estremamente importante della città.

Nella foto vediamo il Ponte di Rubaconte prima che fosse distrutto dalle mine tedesche del 1944 per poi essere ricostruito al termine dell'ultimo conflitto mondiale nelle forme attuali del Ponte alle Grazie.

Anche a Siena come in molte altre città, non è difficile imbattersi in un qualche tabernacolo. Se ne trovano parecchi pe...
23/04/2025

Anche a Siena come in molte altre città, non è difficile imbattersi in un qualche tabernacolo. Se ne trovano parecchi per la città: talvolta si tratta di affreschi o rivi in marmo o in stucco realizzati in un arco di tempo che va dal XIII ed il XX secolo da artisti in alcuni casi famosi, ma più spesso sconosciuti, a volte evidenti sulle strade principali ed altre volte defilati, alcuni di questi tabernacoli sono imponenti ed elaborati, altri sono invece piccoli e molto più sobri.
Nel Medioevo le città erano costellate di tabernacoli, chiamati anche Madonnine. E' probable che, oltre a evidenti motivi devozionali, il posizionamento di questi tabernacoli rispondesse soprattutto alla necessità di illuminare gli angoli bui e malsicuri, che magari venivano rispettati più di un semplice lampione proprio perché destinati alla Madonna.
In questo post ve ne propongo tre: uno è quello della contrada dell'Onda. Si tratta di una sacra conversazione con la Madonna e diversi santi. Il tabernacolo non pare essere molto antico, no più di qualche decennio, credo, ma se non fosse per quei colori così sgargianti la composizione parrebbe quasi ghirlandaiesca.
La seconda foto vi presenta invece il Tabernacolo della contrada della Torre, molto più rinascimentale nella sua sobria cornice classicheggiante, parrebbe quasi un lavoro di un artista simile ad Antonio Federighi.
E poi c'è un angolo sul quale sono state posizionate due statuette, anch'esse votive, che vorrebbero rappresentare Sant'Anna e la Madonna.

La Madonna della Misericordia presso l'ospedale del Bigallo risale al 1342 e mostra, oltre alla sacra immagine la più an...
18/04/2025

La Madonna della Misericordia presso l'ospedale del Bigallo risale al 1342 e mostra, oltre alla sacra immagine la più antica veduta di Firenze che si conosca con il già esistente Battistero e con la nuova Cattedrale e il Campanile ancora in costruzione. La precedente cattedrale di Santa Reparata era però ancora in funzione, si notano infatti il tetto a doppio spiovente, i due campanili e le monofore laterali. Sono visibili anche parti del Campanile di Giotto e la facciata di Santa Maria del Fiore, così come erano a quella data, dopo i lavori eseguiti dai primi due capimastri dell'Opera del Duomo: Arnolfo di Cambio e Giotto di Bondone.
La Madonna della Misericordia viene generalmente ascritta a un ignoto maestro giottesco, probabilmente alunno di Bernardo Daddi nel 1342, porta una corona come una regina bizantina: è Lei che protegge la città per mezzo delle opere di misericordia così come Gesù aveva detto.
L'affresco si trova su una parete della Sala dei Capitani.

L'immagine non è di buonissima qualità: si tratta di un dagherrotipo del 1841 nel quale si ha una bella veduta su Firenz...
14/04/2025

L'immagine non è di buonissima qualità: si tratta di un dagherrotipo del 1841 nel quale si ha una bella veduta su Firenze: si riconoscono il Piazzale degli Uffizi, la cupola del Duomo e la Torre di Arnolfo.
Il dagherrotipo ha in sé un grande fascino in quanto trattasi di una rara immagine nella quale la Galleria costruita dal Vasari risulta ancora sprovvista di quella gru che oramai da anni caratterizza lo skyline di quella piazza...
A volte potrebbe quasi ve**re il sospetto che sia stato il Vasari stesso ad aver progettato quella gru, quasi fosse parte integrante della galleria. E invece no: questo dagherrotipo dimostra che ci fu un tempo in cui quella gru non esisteva ancora...

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50121

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L’ARTE INTELLIGENTE A FIRENZE

Una storia, al pari di tante altre città italiane, lunga circa duemila anni. Ma molti di questi duemila anni Firenze li visse ad altissimo livello, li visse da leader assoluta in Italia e in Europa. E anche nei periodi di decadenza (e ce ne furono) seppe sempre mantenere un dignitoso livello di bellezza. Poiché come scrisse padre David Maria Turoldo, quasi ovunque si può trovare arte e quasi ovunque si trova intelligenza. Ma a Firenze c’è sempre l’intelligenza nell’arte. E questo rende Firenze una città unica.