Guida Firenze 2.0

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21/01/2025

Dopo cinque anni di chiusura e un complesso restauro, gli Appartamenti Reali tornano visitabili. Un tesoro di 14 sale che racconta tre secoli di storia, dal Gran Principe Ferdinando de’ Medici ai Savoia.

15/12/2024


15 dicembre 1976 - il ritorno del Crocifisso di Cimabue a Santa Croce

A dieci anni dall’alluvione che devastò la città e minacciò il cuore del suo patrimonio artistico, il Crocifisso di Cimabue, uno dei simboli più significativi dell’arte medievale italiana, fece il suo ritorno nella Basilica di Santa Croce. Il rientro dell'opera restaurata fu celebrato come un evento di enorme rilevanza culturale, non solo per Firenze ma per l’intero mondo dell’arte.

Il Crocifisso, realizzato da Cimabue intorno al 1272, è un’opera rivoluzionaria nel panorama artistico del suo tempo. Esso rappresenta il passaggio dall’arte bizantina a una visione più umana e sofferta della figura di Cristo, precorrendo la sensibilità del Rinascimento.
Prima dell’alluvione del 1966, il Crocifisso occupava un posto centrale nella Basilica di Santa Croce, sospeso sopra il coro, dove catturava la devozione e l’ammirazione dei fedeli.

La catastrofe dell’alluvione del 4 novembre 1966 sommerse Firenze sotto metri di acqua e fango. Il Crocifisso di Cimabue fu tra le opere più gravemente danneggiate: l’acqua penetrò nel legno, provocando rigonfiamenti e fessurazioni, mentre gran parte della pittura si dissolse nel fango. Si stima che circa il 60% della superficie pittorica originale andò perduto.

Il restauro del Crocifisso divenne un simbolo della lotta per salvare il patrimonio culturale di Firenze. Il lavoro fu affidato all’Opificio delle Pietre Dure, sotto la guida di esperti di fama internazionale. Si trattava di una sfida senza precedenti: consolidare il supporto ligneo, trattare i danni causati dall’acqua e recuperare le parti pittoriche superstiti.
Gli esperti adottarono un approccio pionieristico, scegliendo di rispettare la condizione frammentaria dell’opera senza ricostruire artificialmente le parti mancanti. Il risultato fu un restauro che combinava innovazione e rispetto per l’autenticità storica.

Il 15 dicembre 1976 fu la data in cui il Crocifisso di Cimabue, restaurato dopo i gravi danni subiti, fu ufficialmente restituito alla città di Firenze e ricollocato nella Basilica di Santa Croce. La cerimonia segnò un momento storico per la comunità fiorentina e per il mondo dell’arte, poiché celebrava non solo il recupero di un capolavoro del XIII secolo, ma anche la rinascita simbolica della città, profondamente segnata dal disastro di dieci anni prima.

Il Crocifisso non fu ricollocato nella sua posizione originaria, sospeso sopra il coro, ma venne posizionato in una ca****la laterale, specificamente attrezzata per garantirne una migliore conservazione e proteggerlo da eventuali futuri danni. Questa nuova sistemazione fu simbolica: il Crocifisso, pur visibilmente segnato dalle ferite del tempo e dell’alluvione, testimoniava la forza della memoria e della resilienza della comunità.

Il ritorno del Crocifisso fu accolto con entusiasmo e commozione. Firenze si riappropriava di un pezzo della sua identità culturale, devastata ma non cancellata dall’alluvione. La giornata divenne un’occasione per riflettere sull’importanza della salvaguardia del patrimonio storico e artistico, ispirando innumerevoli iniziative di conservazione a livello internazionale.

Feel Florence
Firenze Patrimonio Mondiale - Unesco

13/12/2024
Firenze in autunno..! ❤️
13/12/2024

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08/12/2024

Il 𝗖𝗼𝗿𝗿𝗶𝗱𝗼𝗶𝗼 𝗩𝗮𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮𝗻𝗼 come al tempo dei Granduchi: 𝗿𝗶𝗮𝗽𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝟮𝟭 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 dopo 8 anni e per la prima volta al grande pubblico il celeberrimo ‘tunnel aereo’ degli sopra il cuore di
Chiuso nel 2016 per consentire l’adeguamento alle norme di sicurezza, è stato 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘂𝗿𝗮𝘁𝗼 (l’ultimo intervento risale agli anni Novanta) e ora, al primo giorno utile consentito dalla fine dei cantieri, è di nuovo accessibile con un 𝘣𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘢𝘭𝘦: si entra dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, si cammina nelle viscere di e si esce dal
http://met.cittametropolitana.fi.it/news.aspx?n=384819

Ho ricevuto dall’ autore di questo libro una spiegazione molto interessante riguardo il capolavoro di Piero della France...
07/12/2024

Ho ricevuto dall’ autore di questo libro una spiegazione molto interessante riguardo il capolavoro di Piero della Francesca!
Grazie 🤩

Cit Autore Nicola Mordini:
invio di seguito uno studio effettuato sul dittico di Piero della Francesca riguardo al volto di Federico da Montefeltro. Nello studio viene evidenziato come i Nevi del volto corrispondono a località che sono state fondamentali nella vita di Federico da Montefeltro. Urbino (il luogo dove risiede il Duca), San Leo (la sua prima conquista militare), Carpegna (il luogo dove ha avuto inizio la sua famiglia), Pennabilli (la vittoria di Federico su Sigismondo Malatesta). Nell'orecchio è stata poi identificata una piccola goccia che corrisponde a Pesaro ovvero il luogo dove si trovava Federico quando ha saputo della morte del fratellastro ed è poi salito al potere

Grazie Nicola Mordini!

Quali sono i segreti della Medusa?
13/11/2024

Quali sono i segreti della Medusa?

25/10/2024


25 ottobre 250, il martirio di San Miniato

La basilica di San Miniato al Monte è molto conosciuta, forse sono meno note le sue origini.
La storia inizia presumibilmente il 25 ottobre del 250 d.c. con il primo martirio cristiano di Firenze, quello di Miniato. Su questo episodio si narrano varie versioni che differiscono sulle origini del martire ma collimano tutte sulla stessa conclusione.

Le ricostruzioni più accreditate parlano di un soldato romano convertito al cristianesimo o di un principe armeno di passaggio a Firenze durante la persecuzione cristiana dell’imperatore Decio. Si narra che Miniato, rifiutatosi di venerare gli dei pagani, sia stato torturato come esempio per gli altri. Gli agiografi riportano vari aneddoti ‘miracolosi’ che avrebbero vanificato il supplizio ma concordano tutti sulla decollazione del santo.

Dopo la decapitazione, avvenuta secondo alcuni presso l’attuale Porta alla Croce (piazza Beccaria) o secondo altri più vicino al fiume, pare che Miniato abbia raccolto la testa, attraversato l’Arno e sia salito sul colle di fronte.

Nel luogo dove avrebbe poggiato la testa sarebbe stata costruita, diversi secoli dopo, la basilica omonima. Le ossa del Santo riposano a tutt'oggi nella cripta della chiesa, il cui complesso ancestrale dovrebbe risalire alla fine del’VIII secolo.

Un'ultima ipotesi vorrebbe che Miniato fosse una figura nata sulla base di un più antico culto dedicato a San Menna, martire egiziano le cui reliquie erano venerate a San Miniato al Monte già nel 787, così come risulterebbe da un diploma di Carlo Magno che parla della basilica “martiris Christi Miniatis, sita Florentie, ubi eius venerabile corpus requiescit” (del Cristo martire Miniato, situata a Firenze dove riposa il suo venerabile corpo).

L’origine esotica del santo verrebbe avvalorata dall’iconografia che tradizionalmente lo rappresenta con una palma.

Feel Florence Firenze Patrimonio Mondiale - Unesco

25/09/2024

Indirizzo

Piazza Repubblica
Florence
50100

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