I like Florence - Tour guidati a Firenze

I like Florence - Tour guidati a Firenze I like Florence è un gruppo di guide turistiche abilitate per Firenze e provincia. Scegli uno dei n
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In fuga dagli Uffizi con la piccola Meme!!!!
20/08/2024

In fuga dagli Uffizi con la piccola Meme!!!!

Ci sono luoghi decisamente peggiori dove aspettare i clienti!!!
12/06/2024

Ci sono luoghi decisamente peggiori dove aspettare i clienti!!!

21/03/2024

MARTEDÌ 19 MARZO 2024 : , al via orario serale di martedì e biglietto digitale

"Non solo ci sono questi 39 martedì serali che miglioreranno la qualità della visita alleggerendo la pressione giornaliera sulla Galleria degli Uffizi - ha commentato l'amministratore delegato di Opera Laboratori Daniele Petrucci - ma ci sono anche quattro aperture straordinarie, è un risultato importantissimo. Siamo molto contenti di questa operazione che è riuscito a portare a termine il direttore Verde".

Per quanto riguarda il biglietto digitale, è stato spiegato che a partire da maggio chi prenoterà la propria visita alle Gallerie attraverso il call center o il sito del museo riceverà via email un codice da scaricare direttamente sul proprio smartphone che costituirà il titolo d'accesso al museo consentendo di entrare senza dover esibire il biglietto fisico.

La prima volta di Tiziano ed Allegra agli Uffizi! Mai tour mi ha reso più felice!!!
08/03/2024

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Luoghi nascosti di una Firenze meravigliosa scoperti grazie alle nostre guide Agt Firenze !!!!
24/02/2024

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Sopralluogo alla chiesa di Orsanmichele! Tra bronzi, marmi ed un paesaggio da sogno!
22/01/2024

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Stasera food tour con musica dal vivo!!!
05/01/2024

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Oggi sulle orme di Leonardo da Vinci e di Lorenzo dei Medici!!!
02/01/2024

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Mi sa che l'anno lo finirò e lo inizierò più o meno qui!!!!! A ben pensare, non è poi così tanto male!!
28/12/2023

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Buon Natale a tutti da Firenze!
23/12/2023

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In attesa del gruppo per un pomeriggio al Museo dell'Opera del Duomo!
17/12/2023

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Oggi un tour fuori dall'ordinario!!
03/08/2023

Oggi un tour fuori dall'ordinario!!

16/07/2023

I negozi di lusso erano presenti anche nell’antica Roma e animavano i luoghi di convegno e passeggio della gente ricca ed elegante della capitale dell’impero, nella quale le matrone dell’élite erano un elemento centrale.

Ne offrono un esempio questi due splendidi rilievi che ornavano il sepolcro di un ricco proprietario di una bottega di stoffe, a perenne ricordo del successo professionale e personale raggiunto in vita. I commercianti appartenevano per lo più alla classe sociale dei liberti, che tramite il loro lavoro si erano ritagliati una posizione di prestigio.

Le due opere raccontano in modo piuttosto vivido, grazie alla buona qualità dei rilievi, l’attività di una bottega di stoffe e cuscini che animava la capitale dell’impero nel I secolo d.C.

In particolare il rilievo a sinistra rappresenta una scena di vendita in una bottega di manufatti tessili, dove una lunga barra, fissata all’architrave da due ganci, mostra la merce: tre cuscini, un panno e due sottili stole, di cui la raffinatezza del rilievo riesce a suggerire la morbidezza e lo spessore. Due commessi, osservati da un supervisore, estraggono da un contenitore una stoffa pregiata, simile a quella dei cuscini appesi in mostra, per mostrarla ai clienti, una coppia appartenente all’élite, come attestano gli abiti e i due servitori.

Inoltre l’acconciatura della matrona riprende quella dell’imperatrice dell’epoca, Agrippina Minore, moglie di Claudio e madre di Nerone, i cui riccioli, che scendono lungo le spalle, resi con raffinatezza di esecuzione, catturano lo spettatore, focalizzandone l’attenzione.

I rilievi sono esposti alla mostra “Pecunia non olet. I banchieri di Roma antica” in corso agli Uffizi fino al 17 settembre.

Rilievi con scene di vendita di stoffe e cuscini, decenni centrali del I secolo d.C.,
marmo lunense, Gli Uffizi

https://www.uffizi.it/eventi/pecunia-non-olet-finanza-roma-antica

11/07/2023
08/07/2023

Artemisia Gentileschi era nata lo stesso giorno di suo padre Orazio, l’8 luglio. Primogenita di sei figli, dei quali sopravvissero solo in quattro, Artemisia era l’unica figlia femmina, sua madre, Prudenza Montone, morì di parto a soli trent’anni, quando Artemisia ne aveva dodici.

Quando morì sua madre, la famiglia era composta da soli uomini e l’unica compagnia femminile che la giovane aveva era quella della sua vicina di casa, Tuzia.

Il padre Orazio era un affermato pittore e Artemisia, già all’età di tre anni giocava con i colori e posava per lui.

Dopo la morte della madre, la giovane andava tutti i giorni nella bottega di Orazio, imparando le innumerevoli mansioni associate al mestiere di pittore.

Una ragazza apprendista in una bottega tutta maschile all’epoca era una cosa rara, ma Artemisia passava ugualmente lunghe ore nello studio, guardando impastare i colori e preparare le superfici e ben presto assimilò la maestria tecnica e sviluppò una sua indipendenza pittorica.

Orazio, desideroso di perfezionare l’educazione artistica della figlia, chiese all’amico Agostino Tassi di “appraticarla” nella prospettiva, di cui era un virtuoso.

È nota a tutti la drammatica vicenda che sconvolse la vita della giovane Artemisia quando conobbe Agostino Tassi. Fu un’esperienza terribile che la costrinse a lasciare Roma e a sposarsi frettolosamente con un uomo che non amava.

Si allontanò così da un passato tormentato e da un padre che era diventato troppo ingombrante e di cui rinnegò anche il cognome, acquisendo quello dello zio.

Si trasferì così a Firenze e da quel momento si sarebbe firmata “Artimisia Lomi”, il nome che appose anche su questo straordinario dipinto, precisamente lungo la spalliera della sedia, che raffigura Maria Maddalena.

Artemisia Gentileschi, Santa Maria Maddalena, 1620 ca., Palazzo Pitti, Galleria Palatina

Per un approfondimento sull’opera 👉 https://www.uffizi.it/opere/artemisia-santa-maria-maddalena

24/06/2023

Oggi, San Giovanni, Firenze è in festa!!!

24/06/2023

Il dipinto fu probabilmente eseguito per Ercole II d’Este, come fa ipotizzare la scritta “M. HERCULUS D. CA.”, posta sul retro.

23/06/2023
17/06/2023

Visite guidate gratuite per le Giornate Europee dell'Archeologia 2023

04/06/2023

Conoscete il significato del termine “oblativo”?
Questo aggettivo si riferisce all’amore senza condizioni, quello che non ha bisogno di chiedere nulla in cambio.
L’amore materno, per esempio, il sentimento supremo, quello che non conosce il compromesso.

In psicoanalisi oblativo è appunto il livello più alto dello sviluppo psichico e affettivo, contraddistinto dalla possibilità di amare e di offrire liberamente, senza contropartite.

In quest’opera di Raffaello, una Madonna col Bambino e San Giovannino, nota a tutti come “La Madonna della seggiola”, la Vergine è prima di tutto Madre.
Tiene il suo bimbo in grembo con un istinto di protezione quasi animale.
In Raffaello senso del Sacro e forza della Natura si fondono perfettamente.

Etimologicamente la parola oblativo deriva dal latino tardo "oblativus", ovvero "dato, offerto spontaneamente".
È l’amore più nobile a cui tutti dovremmo sempre aspirare!

Raffaello Sanzio, Madonna della seggiola, 1513 ca. - 1514 ca., Galleria Palatina, Palazzo Pitti



Ministero della Cultura
museitaliani

21/05/2023

La matita nera con tocchi di matita rossa. Straordinario nel disegno è Francesco Furini, artista del ‘600 poco noto ai più.

Si tratta dello ⁠studio di una testa per un affresco al piano terra di Palazzo Pitti, presso il Tesoro dei Granduchi, 'Giustizia che si dispera per la morte di Lorenzo il Magnifico'.

I lineamenti quasi animaleschi della giovane donna, il labbro leporino bordato di rosso da cui fuoriescono i piccoli denti, gli occhi grandi e sbarrati, l’espressione caricata di pathos, i capelli mossi e scompigliati danno al disegno una forza incredibile.

La donna è in preda al delirio più violento alla notizia della morte di Lorenzo. Il suo volto esprime disperazione e cieco sgomento.

Francesco Furini rende evidente tutto questo a tratti di matita sapientemente calibrati, variando i cromatismi dal nero profondo al rosso sangue.

Volto di donna di profilo, matita nera e rossa, 1639 ca., Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi

17/05/2023
30/04/2023

Il bel vestito della domenica!

Vi presentiamo oggi i fratelli Banti: Lionetto e Alaide.

Stivaletti stringati tirati a lucido, calze bianche, colletti inamidati, abiti di ottima façon, cappellino in testa, nulla fuori posto.
Sullo sfondo c’è il salotto di casa Banti, una residenza signorile finemente arredata.

Un soffice sofà di velluto, le pareti decorate, le tappezzerie di seta sono la splendida cornice dei due ritratti di famiglia.

I due fratellini, vestiti di tutto punto, sono in posa per il maestro ferrarese Giovanni Boldini.
Si può leggere bene la firma sul margine inferiore dei dipinti con la data “1866”.

Lionetto, ritratto all’età di nove anni, ha appena smesso di giocare con la pallina che si vede a terra.
La sorella maggiore Alaide, la primogenita di casa Banti, sembra un po’ annoiata dai tempi di posa, vista l’espressione non troppo divertita.

Giovanni Boldini, allora poco più che ventenne, avrebbe presto trovato fortuna a Parigi, sperimentando un linguaggio personalissimo e immortalando le splendide donne dell’alta società con magnifici ritratti dalla potente caratterizzazione psicologica.

Giovanni Boldini, Ritratto di Lionetto Banti bambino e Ritratto di Alaide Banti in abito bianco, 1866, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

Il David per i bambini!! Un tour speciale dedicato ai più piccoli!
24/04/2023

Il David per i bambini!! Un tour speciale dedicato ai più piccoli!

23/04/2023

Ci sono storie che hanno tutti gli ingredienti per risultare subito affascinanti: la leggenda di San Giorgio che sconfigge il drago è una di quelle storie che poi sono diventate famose in tutto il mondo. Essa è narrata nella Legenda Aurea, la raccolta di biografie agiografiche composta da Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, in epoca medievale.

Nella città di Salem, in Libia, c’era uno stagno abitato da un enorme drago perennemente affamato. Gli abitanti della regione cercavano di placarlo offrendogli pecore e capre, ma a un certo punto il bestiame non fu più sufficiente e il drago reclamò in offerta esseri umani. La gente del luogo fece così un sorteggio tra i propri figli, scegliendo in questo modo chi dovesse ve**re immolato alla fame insaziabile del drago. Quando anche la principessa Silene, la figlia del re locale, venne sorteggiata, San Giorgio si presentò alle porte della città. Disse che Dio lo aveva mandato per sconfiggere il mostro, a patto che tutti gli abitanti di Salem si convertissero al cristianesimo. Il re e tutti i suoi sudditi accettarono di farsi battezzare, e così San Giorgio affrontò il drago, lo ridusse alla mansuetudine, e lo fece condurre dalla principessa in città, legato con una semplice cintura. Alla vista del miracolo tutti si convertirono e il drago venne ucciso.

Giorgio era una delle guardie del corpo dell’Imperatore Diocleziano, subì vari martirii perché si era rifiutato di abiurare la propria fede e morì per decapitazione il 23 aprile 303.

Questo straordinario disegno di Raffaello rappresenta lo studio preparatorio del dipinto “San Giorgio e il drago” conservato al Musée du Louvre. Il foglio presenta infatti una serie di fori lungo le principali linee di contorno funzionali allo ‘spolvero’, la tecnica che permetteva di trasferire il disegno direttamente sulla tavola o su altro supporto.

L’iconografia di San Giorgio e il drago, tradizionalmente legata alla cultura cavalleresca, è riproposta da Raffaello attraverso un ardito taglio prospettico che enfatizza il vivace naturalismo della scena. Lo stile rivela una prima assimilazione delle novità introdotte a Firenze da Leonardo e da Michelangelo, conosciute di persona da Raffaello durante il soggiorno fiorentino tra il 1504 e il 1508. A Leonardo, in particolare, sono ricollegabili alcune precise scelte formali, come l’aspetto realistico del corpo carnoso del drago, e il suo andamento vorticoso, il cui movimento spiraliforme è riprodotto nella coda del cavallo, nel cimiero di San Giorgio e nella vitalità dinamismo espressi dal cavaliere e dal suo destriero.

Raffaello, San Giorgio e il drago, penna e inchiostro su carta, 1504 ca., Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Gli Uffizi

Indirizzo

Florence
50100

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