23/04/2023
Ci sono storie che hanno tutti gli ingredienti per risultare subito affascinanti: la leggenda di San Giorgio che sconfigge il drago è una di quelle storie che poi sono diventate famose in tutto il mondo. Essa è narrata nella Legenda Aurea, la raccolta di biografie agiografiche composta da Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, in epoca medievale.
Nella città di Salem, in Libia, c’era uno stagno abitato da un enorme drago perennemente affamato. Gli abitanti della regione cercavano di placarlo offrendogli pecore e capre, ma a un certo punto il bestiame non fu più sufficiente e il drago reclamò in offerta esseri umani. La gente del luogo fece così un sorteggio tra i propri figli, scegliendo in questo modo chi dovesse ve**re immolato alla fame insaziabile del drago. Quando anche la principessa Silene, la figlia del re locale, venne sorteggiata, San Giorgio si presentò alle porte della città. Disse che Dio lo aveva mandato per sconfiggere il mostro, a patto che tutti gli abitanti di Salem si convertissero al cristianesimo. Il re e tutti i suoi sudditi accettarono di farsi battezzare, e così San Giorgio affrontò il drago, lo ridusse alla mansuetudine, e lo fece condurre dalla principessa in città, legato con una semplice cintura. Alla vista del miracolo tutti si convertirono e il drago venne ucciso.
Giorgio era una delle guardie del corpo dell’Imperatore Diocleziano, subì vari martirii perché si era rifiutato di abiurare la propria fede e morì per decapitazione il 23 aprile 303.
Questo straordinario disegno di Raffaello rappresenta lo studio preparatorio del dipinto “San Giorgio e il drago” conservato al Musée du Louvre. Il foglio presenta infatti una serie di fori lungo le principali linee di contorno funzionali allo ‘spolvero’, la tecnica che permetteva di trasferire il disegno direttamente sulla tavola o su altro supporto.
L’iconografia di San Giorgio e il drago, tradizionalmente legata alla cultura cavalleresca, è riproposta da Raffaello attraverso un ardito taglio prospettico che enfatizza il vivace naturalismo della scena. Lo stile rivela una prima assimilazione delle novità introdotte a Firenze da Leonardo e da Michelangelo, conosciute di persona da Raffaello durante il soggiorno fiorentino tra il 1504 e il 1508. A Leonardo, in particolare, sono ricollegabili alcune precise scelte formali, come l’aspetto realistico del corpo carnoso del drago, e il suo andamento vorticoso, il cui movimento spiraliforme è riprodotto nella coda del cavallo, nel cimiero di San Giorgio e nella vitalità dinamismo espressi dal cavaliere e dal suo destriero.
Raffaello, San Giorgio e il drago, penna e inchiostro su carta, 1504 ca., Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Gli Uffizi