04/04/2017
Post lungo, noioso e strappalacrime: hai di meglio da fare, non leggerlo.
Lo scorso weekend ho provato a fare un po' di miracoli con , per rilanciare il turismo dopo il terremoto, perché per quante piaghe io possa mandare la peggiore è sempre l'homo sapiens, in particolare quello italiano.
Il terremoto non ucciderebbe nessuno, se si costruisse bene. Per "bene" non intendo bene come i giapponesi o i californiani, che convivono con i magnitudo 7 e 8: per non far crollare le case basta il minimo indispensabile dell'edilizia, tipo mettere nei muri il cemento che ci deve andare e fare tetti leggeri.
Il terremoto non affosserebbe il turismo di una regione che campa di turismo, se l'informazione non fosse fatta con i piedi. Ad ogni terremoto che passava, il bollettino diceva sempre "epicentro Perugia", dando l'impressione che perfino Perugia, che dista 100km dall'epicentro, fosse terremotata, e scacciando di fatto i turisti da tutta la regione, anche dove non aveva senso preoccuparsi.
Commettere l'errore una volta ci può stare: commetterlo ad agosto, a settembre, a ottobre, anche no. Il terremoto si impegna, ce la mette tutta, ma la vera calamità, ripeto, è l'homo sapiens.
Se qualcuno fosse stato un po' più preciso nel comunicare l'epicentro, e se l'informazione non avesse puntato sul sensazionalismo, la gente avrebbe saputo la verità, la semplice, grigia, noiosa verità: in Umbria la zona terremotata è piccola, contenuta. Il resto della regione - escluso il turismo che è azzerato - sta benone.
I danni del terremoto sono nel sud-est dell'Umbria, in Valnerina, zona Norcia, Cascia, Preci, Sellano, al confine con Lazio e Marche. Lì c'è bisogno di aiuto e tanti soldi, e non parlo di donazioni dirette, quelle arrivano sempre tardi, sappiamo com'è la burocrazia: ora bisogna comprare i prodotti locali, far ripartire l'economia, aiutare i residenti a mandare avanti la baracca, riprendere un mutuo, ricostruire le attività.
Da quelle parti si campa di tartufo, di salumi e insaccati, di formaggi, di allevamenti, di vino, di olio, e soprattutto di turismo.
A giugno c'è la fioritura a Castelluccio di Norcia: il paese ora non c'è più, e magari un giorno lo rimettiamo al suo posto, è difficile perfino riaprire la strada, però la semina è stata fatta, e i campi di legumi con quei colori che scansati non li può abbattere nessuno.
"Umbrorum gens antiquissima Italiae existimatur", scriveva Plinio il Vecchio. Siamo quelli più antichi, abbiamo visto di tutto: quando voi ancora scheggiavate la selce, noi sapevamo già fare la porchetta arrosto. Forse siamo un po' sempliciotti, mangiamo il pane senza sale, ma non abbiamo paura di niente. Anzi, gniente.
Non ci serve la ca**tà, serve rimettere in moto le cose, serve un aiuto intelligente e nemmeno troppo impegnativo.
Passate a trovarci, tutto qua.
PS: Visto che l'hai letto il post, anche se era lungo? La psicologia inversa funziona sempre, con chi credi di avere a che fare? Noi siamo quelli antichi, oh, le sappiamo tutte. Ma come fai a non volerci bene? Vieni in Umbria, e fai girare.