18/04/2023
Da dove vengono i misteriosi Tratturi❓
I tratturi sono monumenti all’aperto, beni archeologici teoricamente tutelati, vie erbose dalla larghezza strabiliante che solcavano l’Italia centro-meridionale. Ma qual è la loro origine, a cosa servivano e come si usavano? Facciamo un tuffo nel passato remoto per comprendere il passato recente, quello che fino a metà del secolo scorso ancora caratterizzava terre e popolo del Molise.
Come già accennato, la transumanza è documentata a partire dai popoli italici e successivamente dai romani che già allora ne favorirono la pratica e la regolamentazione. Fino all’alto Medioevo e oltre, per circa 4 secoli, con fasi alterne di prosperità e decadenza a seconda dell’egemonia dominante e delle congetture storiche, la transumanza rimane all’interno del tessuto economico-sociale dei popoli.
Il punto di svolta, il momento cruciale della transumanza come la conosciamo oggi, risale al periodo della dominazione aragonese e, in particolare, sotto Alfonso I d’Aragona, Re di Napoli. Su inspirazione della “Mesta” privata di Castiglia, con la Prammatica di Alfonso I, nel 1447, si diede vita a un istituto amministrativo, economico e giuridico noto come “Dogana della Mena delle Pecore” che per oltre 3 secoli plasmò la vita economica e sociale della popolazione in favore della “ragion pastorale” e gli interessi del fisco del Regno.
A buon diritto, potremmo dire che la Dogana sia stata il primo progetto di pianificazione territoriale della storia europea su vasta scala e, inoltre, sicuramente connotato da un elevato carattere di eco-sostenibilità, per usare un termine strettamente attuale.
Il doganiere, capo della Dogana e carica tra le più importanti del Regno, regolamentò con una serie di azioni successive:
• creò il “Tavoliere” unificando amministrativamente le province di Capitanata, Terra di Bari, Basilicata e parte delle Terre di Otranto, per circa cento miglia quadrate di estensione. Di queste, due terzi furono destinati all’allevamento, mentre la restante parte all’agricoltura;
• mise a disposizione della pastorizia il Regio demanio, pagando preventivamente il passaggio sulle terre private per far transitare uomini e animali senza molestie da parte dei feudatari, delle università, dei luoghi pii e chiunque ne avesse titolo di possesso;
• stipulò due contratti, con gli armentieri (possessori di almeno 20 pecore) e con i locatari delle terre, impegnando i primi a calare ogni anno nei pascoli invernali, i secondi a concedere in enfiteusi perpetua i fondi terrieri sotto corrispettivo di un compenso da parte del fisco;
• creò un tribunale specifico per i fatti relativi alla transumanza - che agiva al di fuori della giurisdizione ordinaria - libero (o un po' più libero) dalle dinamiche di potere che le classi abbienti e gli ordini ecclesiastici potevano eventualmente esercitare sulla giurisdizione normale.
Infine, creato tutto l’apparato giuridico amministrativo, si diede atto alla pianificazione e organizzazione dei territori mediante un’accurata zonizzazione delle terre del Tavoliere fiscale, in modo da ottimizzare i flussi di armenti con le risorse del territorio. A grandi linee, la zonizzazione era cosi articolata:
• locazioni, divise in generali e particolari, erano delle macro unità territoriali;
• poste, ogni locazione era divisa in circa 400 poste, unità autonome di territorio che comprendevano i fabbricati ad uso dei singoli greggi;
• fida, in base alla qualità e al numero di poste aff***ate si pagava un corrispettivo, detto fida, per la permeanza dal 29 settembre al l’8 maggio;
• riposi, generali e laterali, le aree in cui attendono le greggi prima di poter accedere al tavoliere alle rispettive locazioni e poste.
E finalmente - dopo questa lunga ma necessaria digressione per comprendere la portata dell’industria armentizia meridionale – possiamo ora dare spazio ai Regi Tratturi. I Tratturi erano le infrastrutture di collegamento tra le aree di stazionamento estivo (appenniniche) e i pascoli doganali (pugliesi). Sulla base delle vie consuetudinarie dei pastori, si tracciarono e ripulirono ampie fasce di territorio, denominate Regi Tratturi, con il loro insieme di diramazioni e congiungenti, tratturelli e bracci, a formare un reticolo di piste erbose di circa 3000 km di lunghezza, per una larghezza variabile tra gli 11 e i 18 metri.
Possiamo immaginare i Regi Tratturi come gli assi principali, le autostrade, esclusivamente a direzione appenninica e generalmente larghi 111 metri, mentre i tratturelli e i bracci come le statali e provinciali utili al collegamento reciproco tra gli assi principali.
E così questa enorme e f***a rete - che solo in questa parte d’Italia ha trovato una strutturazione e vastità tali rispetto a tutto il bacino mediterraneo – in maestosi tratti è ancora oggi visibile dalle foto satellitari un tempo comprendeva n.14 Tratturi di 1360 km, n.71 tratturelli di 1.500 km, n. 13 bracci di 161 km.
Una vera e propria rete viaria erbosa, enorme e unica.
Ti lasciamo alcuni link Google Maps che ti guideranno direttamente su alcuni luoghi dove il tratturo è ancora ben visibile. Occhio ai confini destro e sinistro!
Per riviverli dal vivo invece, in un’esperienza unica e affasciante, ti diamo appuntamento al nostro Cammino sul Tratturo, dal 22 al 25 Aprile: fb.me/e/2wPiIC9Fw
https://goo.gl/maps/gXFrKyauJpz7QWEE6
https://goo.gl/maps/VeWXZQtydGyVDYsu8
https://goo.gl/maps/Z4qVck1S41PcipzG8
Autore: Francesco Cimino - Attraverso il Molise
Biblio: E. Petrocelli, Itinerari sulle Vie della Transumanza, Touring Club Editore.
Foto: www.labbracciodeltratturo.com