10/04/2023
Nel X secolo il re nordico Harald Gormsøn, soprannominato “Bluetooth” forse per via di un dente marcio, ottenne numerose vittorie riuscendo a unificare il frammentario regno di Danimarca. Per celebrare i suoi successi, fece erigere un monumento in pietra, conservato oggi nella cittadina danese di Jelling, che rappresenta una specie di certificato di nascita della Danimarca: «Re Harald ordinò che fosse realizzato questo monumento in onore di Gorm, suo padre, e di Thyra, sua madre; quell’Harald che conquistò l’intera Danimarca e la Norvegia e che convertì i danesi al Cristianesimo».
Circa mille anni dopo, nel 1997, l’ingegnere Jim Kardach venne a sapere dell’esistenza di Harald chiacchierando con un collega in un pub di Toronto. In seguito approfondì la sua storia leggendo un libro sui vichinghi e ne rimase affascinato al punto da dare il suo soprannome a un progetto di trasmissione dati a cui stava lavorando: il Bluetooth. Quando gli chiesero la ragione della sua scelta, spiegò che il nome indicava l’unione dell’industria dei computer con quella delle telecomunicazioni proprio come Harald aveva unito alcuni popoli scandinavi. Persino il logo ufficiale di Bluetooth è un omaggio al re nordico e consiste nell’unione dei caratteri runici ᚼ (Hagall) e ᛒ (Bjarkan), ovvero le iniziali di Harald Bluetooth.