17/01/2023
Da ieri ci sentiamo ripetere che “la beneficenza si fa in silenzio”.
Bene.
Ora, tralasciando Chiara Ferragni come persona, su cui ognuno può farsi tranquillamente - e legittimamente - la sua idea.
Il tema, nel caso qualcuno non se ne fosse accorto, non è lei ma quello che il suo gesto ha prodotto e, soprattutto, se ha davvero un impatto sulla vita delle persone e, in particolare, delle donne.
Allora ho fatto la cosa più semplice che si possa fare in questi casi, chiunque può farlo: ho alzato il telefono e ho chiamato direttamente la Rete di donne contro la violenza D.i.Re, l’altra protagonista di questa vicenda, di gran lunga la più importante.
E quello che scopri, parlando con Elisabetta Calmanti e poi con Stefania Rossi, è che, grazie a quel breve annuncio pubblico così insopportabile per qualcuno, nelle ultime 24 ore:
si sono moltiplicate in modo esponenziale le donazioni da ogni parte d’Italia;
sono arrivate centinaia e centinaia di mail da parte di donne che chiedono assistenza o persone che semplicemente volevano sapere come contribuire;
i video dell’associazione di colpo sono diventati virali e la pagina Instagram ha quasi raddoppiato il suo seguito;
il nome e il lavoro di D.i.Re è stato finalmente conosciuto da migliaia di donne, spesso giovanissime, che neanche sapevano che esistessero i centri anti-violenza né sanno dare un nome alla violenza fisica, psicologica o economica che hanno subito.
Questo è quello che è accaduto, mentre mezza Italia si accapigliava sul fatto che sia giusto o meno che Chiara Ferragni dichiari di fare beneficenza.
Dunque, per rispondere alla domanda iniziale: è giusto dirlo? Dipende.
Se sei un personaggio pubblico con 28 milioni di follower, la beneficenza si fa, ma non si dice. Si URLA. Perché altri seguano il tuo esempio. Perché fare del bene diventi contagioso. E perché un tema di importanza capitale come la violenza sulle donne per una volta non vada in prima pagina per l’ennesimo femminicidio o stupro ma per far conoscere chi tutti i giorni, spesso nel silenzio, lavora per le donne e con le donne.
Il resto è inutile, sterile chiacchiericcio.
Lorenzo Tosa