02/05/2023
ATLAS / Israel Ariño
La serie Atlas rappresenta una sintesi autobiografica, ricca di ossessioni, apparenze e scoperte. Scattare una foto è diventato un atto ponderato, che incorpora l'incrocio di esperienze, tempi e spazi, nonché il desiderio latente di costruire un'immagine del mondo in cui l'autore possa riconoscersi.
Tradurre queste sensazioni si basa sul ricorso alla finzione, alla ricerca dello strano e dell'eccezionale come pretesto simbolico. Atlas è una sfida: rappresentare il viaggio della propria esperienza, attraverso spazi poetici dove accadono cose insolite, dove non si possono pianificare trucchi. Qui, il fotografo cerca meno di catturare che di inventare (dal latino "invenire", scoprire), in altre parole di trovare qualcosa che non sia stato dato immediatamente.
La continuità dei temi legati all'idea del tempo ispira anche il progetto. Lavorando su questo sfondo senza tempo e permanente, la serie raccoglie esperienze che trattano questa sensazione di rivelazione e continuano a interrogare il desiderio di guardare, la sensazione di tornare alle stesse idee, sapendo che anche se sono le stesse, sono sempre diverse. In questo senso, scattare una foto non è altro che esprimersi nel paesaggio, mappando uno spazio immaginario, costruito da un'entità interna, dotata di intenzione, nata dalla necessità di comunicare lasciandosi guidare dall'esperimento e dal contatto con paesaggi, corpi e cose.
Israel Ariño
Nato a Barcellona nel 1974, Israel Ariño ha studiato fotografia presso Estudis Fotogràfics de Catalunya (IEFC) e presso la Facoltà di Belle Arti di Barcellona. È uno di quei fotografi che non si fermano mai alla superficie delle cose e per i quali ogni singola immagine può essere letta come un puzzle.
Sulla stringa tra realtà e finzione, sull'orlo della razionalità, crea immagini che sono porte percettive e soggettive verso altre dimensioni che possono essere sognanti, immaginarie o tristi, bugie o racconti.
Il suo mondo sembra essere ribaltato, al limite di una pendenza o di una instabilità che potrebbe portare all'allucinazione, al sogno, alla follia.
Dal 2001 espone periodicamente il suo lavoro in Spagna e in Francia e pubblica libri d'artista: Chambre avec vue (2006), Otras canciones a Guiomar (2008), Anatomía de una desaparición (2009).
Le sue edizioni gli permettono di esplorare e sviluppare, con la fotografia, i suoi propri dispositivi narrativi e idee. Nel 2012, il suo libro Atlas pubblicato dalle Edizioni Anómalas è stato selezionato per la mostra "Libri che sono foto, foto che sono libri" presso il Museo di Arte Reina Sofía di Madrid che presenta i libri di fotografia più prestigiosi. Nel 2013 è diventato membro della casa editrice Ediciones Anómalas.
Israel Ariño è rappresentato dalla Galerie VU a Parigi.