16/10/2024
Tanzania
OTTOBRE 2024
Il mio safari continua in un'area incredibilmente affascinante dell'Africa: la Riserva di NGORONGORO.
Lo spettacolo è inimmaginabile: con la jeep percorriamo uno sterrato che segue il profilo del cratere. La terra rossa che si solleva è ovunque, la sento fin nella gola; tutto intorno è una f***a foresta, verdissima e intricata.
Chiudo gli occhi per un istante e cerco di immaginare questo luogo 3 milioni di anni fa, quando qui c'era un'imponente montagna alta quasi quanto il Kilimangiaro, che ho fiancheggiato l'altro ieri.
Immagino il silenzio regnare e il susseguirsi delle giornate nella pace della savana.
Fino al momento di un'eruzione talmente dirompente da portare la sommità di questo gigante a collassare su se stessa e lasciare il posto alla vista che si sta aprendo dinanzi a me.
Stiamo discendendo nella pancia di un antico vulcano: la caldera è un'enorme area di una ventina di km di diametro.
Il tempo ha restituito e amplificato la vita: il verde lussureggiante e gli specchi d'acqua creano un ambiente che associo ad una specie di immensa arca di Noè.
Bufali, elefanti, zebre, gnu, ippopotami, struzzi, fenicotteri e il rarissimo rinoceronte nero, ancora a rischio estinzione.
È qui che assisto al primo attacco di una leonessa nei confronti di una gazzella, che riesce a sfuggirle. Ammetto che mi sento sollevata, ma so che l'ordine delle cose è diverso.
The circle of life.
Uscendo dalla caldera, sulle pendici esterne dello Ngorongoro, incontriamo un villaggio Masai: una popolazione indigena di pastori. Vivono in capanne, in totale assenza di elettricità e acqua corrente. La guida ci dice che tra qualche decennio non ci saranno più. I giovani vanno a studiare in città e una volta scoperti altri stili di vita, non tornano più nei loro villaggi.
ASANTE (grazie)