Attico in Sardegna

Attico in Sardegna La Sardegna meravigliosa... Golfo Aranci appare come una lingua di terra in mezzo al mare. La parte più estrema è il promontorio di Capo Figari.

Golfo Aranci (Figari in sardo e gallurese, Fìgari in corso), è un comune italiano di 2.311 abitanti della provincia di Olbia-Tempio in Sardegna, nella regione della Gallura. I primi abitanti dell'odierna Golfo Aranci furono pastori che allargarono i loro pascoli nella lingua di terra golfarancina e arrivarono a Golfo Aranci durante il XIX secolo. Con il passare degli anni il mare di Golfo Aranci,

particolarmente ricco di pesce, fu attrazione per i pescatori di tutto il mar Tirreno arrivando ad una vera e propria colonizzazione da parte dei pescatori dell'isola di Ponza, i puzzulani.

24/08/2024

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23/08/2024

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10/08/2024

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Cala Mariolu
Una perla del golfo di Orosei, nella costa centro-orientale della Sardegna: caletta intima caratterizzata da sassolini bianchi e rosa che ti ripagherà abbondantemente dopo una passeggiata attraverso la natura selvaggia o una gita in barca

07/08/2024

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16/07/2024

Buongiorno 😍

18/06/2024

❤️🦈

Buon weekend 🤗
31/05/2024

Buon weekend 🤗

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25/04/2024

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Buona domenica 😍
01/10/2023

Buona domenica 😍

Buona domenica 🤗
30/07/2023

Buona domenica 🤗

Curiosità… 🌞🤗La Laveria LamarmoraLa laveria è stata edificata nel 1897 a picco sul mare sul costone di Punta Carroccia, ...
23/07/2023

Curiosità… 🌞🤗

La Laveria Lamarmora
La laveria è stata edificata nel 1897 a picco sul mare sul costone di Punta Carroccia, seguendo il progetto dell’ingegnere Giorgio Asproni e fa parte del complesso minerario più importante di Nebida. Il sito si estendeva su 2000 mq e 880 mq vennero utilizzati per lo stoccaggio e il trattamento dei minerali provenienti dai convogli ferroviari partiti dalla Carroccia e dalla galleria Lamarmora. L’edificio è stato costruito su 4 livelli a scendere verso il mare, con mattoni pieni e pietra locale in puro stile neo-medievale, il pavimento era in cotto e le coperture, oggi ormai perdute, in legno. La laveria aveva la funzione di lavorare i materiali come cristalli o aggregati di galena (un semi-conduttore già scoperto nelle miniere limitrofe nel 1614) frantumandoli, ripulendoli dai detriti e classificandoli prima di essere sistemati sulle imbarcazioni che, dal porticciolo d’attracco ubicato nella parte più bassa del sito, partivano verso i porti di Spagna, Francia e della nostra pen*sola. Il funzionamento dell’intero sistema dipendeva da un grande generatore a vapore, sono ancora visibili le sale forni e le due ciminiere. Nel 1930 si ha l’anno del picco massimo a livello lavorativo, che ha spinto il piccolo paese sovrastante di Nebida a doversi ingrandire per ospitare quasi 3000 persone, delle quali più di un terzo impiegate nelle attività estrattive. È così che il paese andò a svilupparsi attorno alla piazza, al circolo dei lavoratori, all’infermeria, agli edifici amministrativi e alla chiesa. L’ammodernamento del sistema idrogravimetrico degli anni 50’ portò però ad una crisi estrattiva del 1980 e ad una conseguente chiusura definitiva del sito a cavallo dell’ultimo secolo. Da ciò ne è derivato lo spopolamento della frazione di Nebida che oggi conta solo un terzo degli abitanti rispetto ai primi anni 30’. Nel 1998 però, la Laveria diviene oggetto di restauro e consolidamento dalla Soprintendenza di Cagliari e Oristano ed entra a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Tutta la località attira turisti in ogni periodo dell’anno, soprattutto per il panorama che regala, affacciandosi sugli isolotti di “S’Agusteri”, “Il Morto” e il più famoso “Pan di Zucchero”. L’ingresso è libero, si parte dalla passeggiata del Belvedere di Nebida per poi lasciare la terrazza e scendere lungo un sentiero sul pendio fino ad arrivare all’inizio della lunga scalinata di oltre 300 gradini che porta sin giù all’edificio. Al tramonto offre uno scenario davvero suggestivo.

Curiosità… 😌
17/07/2023

Curiosità… 😌

Chi era s'accabadora?

Fino a qualche decennio fa in Sardegna si praticava l'eutanasia.
Era compito di ''sa femmina accabadora'' procurare la morte a persone in agonia.

S'accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze. Un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche un atto necessario alla sopravvivenza dei parenti, soprattutto per le classi sociali meno abbienti: nei piccoli paesi lontani da un medico molti giorni di cavallo, serviva ad evitare lunghe e atroci sofferenze al malato.
Sa femmina accabadora arrivava nella casa del moribondo sempre di notte e, dopo aver fatto uscire i familiari che l’avevano chiamata, entrava nella stanza della morte: la porta si apriva e il moribondo, dal suo letto d’agonia, la vedeva entrare vestita di nero, con il viso coperto, e capiva che la sua sofferenza stava per finire.
Il malato veniva soppresso con un cuscino, oppure la donna assestava il colpo di ''su mazzolu'' provocando la morte.

S'accabbadora andava via in punta di piedi, quasi avesse compiuto una missione, ed i familiari del malato le esprimevano profonda gratitudine per il servizio reso al loro congiunto offrendole prodotti della terra.
Quasi sempre il colpo era diretto alla fronte.
Il termine ''accabadora'' viene dallo spagnolo ''acabar'' che significa finire.
''Su mazzolu'' era una sorta di bastone appositamente costruito da ramo di olivastro, lungo 40 centimetri e largo 20, con un ma**co che permette un'impugnatura sicura e precisa.

In Sardegna s'accabbadora ha esercitato fino a pochi decenni fa, soprattutto nella parte centro-settentrionale dell’isola. Gli ultimi episodi noti di ''accabadura'' avvennero a Luras nel 1929 e a Orgosolo nel 1952. Oltre i casi documentati, moltissimi sono quelli affidati alla trasmissione orale e alle memorie di famiglia. Molti ricordano un nonno o bisnonno che comunque ha avuto a che fare con la signora vestita di nero.

La sua esistenza e' sempre stata ritenuta un fatto naturale,come esisteva la levatrice che aiutava a nascere, esisteva s'accabadora che aiutava a morire. Si dice addirittura che spesso era la stessa persona e che il suo compito si distinguesse dal colore dell'abito (nero se portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).
Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico, e' la pratica dell’eutanasia e nei piccoli paesi rurali della Sardegna e' legata al rapporto che i sardi avevano con la morte, considerata come la conclusione del naturale ciclo della vita.

Storia o fantasia?

Da studiare… 😉
15/06/2023

Da studiare… 😉

Mappa delle spiagge della Sardegna.
1849 km di spiagge.

14/02/2023

❤️ Buon San Valentino

Buon weekend 🍂🌼
22/10/2022

Buon weekend 🍂🌼

24/05/2022
Mare d’inverno… 🤗
09/02/2022

Mare d’inverno… 🤗

Buone Feste a tutti! 🎄
25/12/2021

Buone Feste a tutti! 🎄

Fantastica sempre!🤗
06/11/2021

Fantastica sempre!🤗

Spiaggia Rosa in Sardegna spiaggia di Budelli. (Sassari)

Buona domenica! 🤗🌸Cala Luna meravigliosa….
17/10/2021

Buona domenica! 🤗🌸
Cala Luna meravigliosa….

Indirizzo

Golfo Aranci
07020

Telefono

+393356385844

Sito Web

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