Qui Maremma Toscana

Qui Maremma Toscana Informazione Turistica nel territorio della Maremma Toscana. Scopriamo una Terra di meraviglie!
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La Maremma, l’area più a sud della Toscana, coincide con la Provincia di Grosseto, ma soprattutto la Maremma identifica uno stile di vita basato sul rispetto per l’ambiente, per la cultura e il mantenimento delle tradizioni. La Maremma è sinonimo di esperienza attiva, un magnifico viaggio tra colori, profumi, storia, mare, montagna, ma soprattutto la Maremma è buon vivere! Un’enorme palestra outdo

or di esperienze per quel visitAttore alla ricerca perduta dell’elisir emozionale di un territorio. La Maremma è il cuore selvaggio di una Toscana di terra e di cielo, grandi spazi e tempi dilatati sono lo scenario ideale per viaggiare all’aperto in armonia con un territorio dove la dimensione del viaggio rispetta i ritmi dell’uomo. Al momento, la Maremma è la zona della Toscana più attenta allo sviluppo sostenibile, le cui priorità sono rappresentate dall’ambiente e dalla natura. Il rispetto e la tutela dell’ambiente sono evidenti anche dalla presenza di numerose aree preservate e riserve naturali. Come il Parco Naturale Regionale della Maremma, una delle prime zone protette d’Italia, particolarmente interessante per gli appassionati del mare il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, che comprende, tra le altre anche le Isole del Giglio e Giannutri, veri e propri tesori del Tirreno. Il visitAttore desidera un’esperienza di viaggio intensa; ad alto grado di coinvolgimento emotivo, polisensoriale e attiva. . Riteniamo che la Maremma sia il palcoscenico naturale per "girare" il film della tua vacanza: un'esperienza ricca di emozioni e sensazioni in un territorio dove tradizione e cultura dell'ospitalità saranno i co-produttori dell tuo set!

La Cattedrale di Grosseto è senza dubbio l'edificio religioso più importante della città: la sua posizione centrale nel ...
24/01/2025

La Cattedrale di Grosseto è senza dubbio l'edificio religioso più importante della città: la sua posizione centrale nel tessuto urbano del centro storico la pone in uno stato di rilevanza rispetto alle altre. Questo effetto era stato voluto e progettato dal Capo Mastro Sozzo Rustichini che, grazie all'altezza della scalinata e alla vicinanza del Palazzo dei Priori, aveva reso il Duomo ancora più imponente alla vista. Secondo la concezione medievale dell'edilizia, le parti più in vista degli edifici erano quelle più decorate e quelle a cui si poneva più attenzione nella realizzazione: ecco che il lato destro della cattedrale è forse il più bello dal punto di vista artistico ed è l'unico che conserva due bifore quattrocentesche abbellite da vetrate policrome.
Queste sono attribuite a benvenuto di Giovanni, artista senese attivo tra la metà del '400 e gli inizi del '500. Ma come venivano realizzate le vetrate?
La realizzazione era piuttosto lunga e complicata e servivano diverse maestranze per portare a termine il lavoro. Infatti Benvenuto di Giovanni è solo l'artista che ha realizzato i bozzetti e i cartoni per la decorazione figurativa delle vetrate, che rappresentano numerosi Santi cari alla tradizione cristiana. Ma oltre a lui hanno partecipato alla realizzazione delle vetrate numerosi artigiani vetrai a noi sconosciuti, che hanno lasciato solo la loro opera compiuta a testimonianza della loro esistenza e della loro capacità tecnica. Le vetrate infatti si creavano facendo un vero e proprio mosaico di tessere di vetro colorato con forme particolari, tenute insieme da un supporo in legno o in metallo che richiedeva a sua volta una preparazione. Quindi, quando guarderete le vetrate del Duomo, provate a imaginare tutte queste persone: fabbri, falegnami, mosaicisti, vetrai e l'artista stesso che collaborano alla loro realizzazione.

L'antico borgo di Cinigiano è impreziosito da una elegante chiesa, le cui origini sono davvero antiche. Si menziona già ...
23/01/2025

L'antico borgo di Cinigiano è impreziosito da una elegante chiesa, le cui origini sono davvero antiche. Si menziona già come pieve nelle decime della Diocesi di Siena già nel 1276.
Altri documenti storici attestano che nel quindicesimo secolo era sede di fonte battesimale
L'aspetto attuale è dovuto alla riedificazione della fine del Cinquecento, in quella occasione fu realizzata la semplice ed elegante facciata in mattoni animata da lesene con un rosone centrale e un coronamento ad archetti.
L'impianto tipologico è a croce latina, la copertura è costituita da capriate nella navata, da volte a botte nei transetti laterali e a vela nel coro.
Nel transetto si trovano due eleganti altari con la Trinità con angeli, provenienti dalla bottega dei Nasini, e la venerata Madonna delle Grazie di Daniele Lonati (1793).
L’opera di maggior rilievo è la Crocifissione e i Santi Francesco, Marco e Sigismondo (1601) di Francesco Vanni. Il dipinto seicentesco con San Giovanni Battista e la Madonna col Bambino che consegna lo scapolare a San Simone Stock è interessante per la veduta di Cinigiano nello sfondo. Da segnalare l’acquasantiera a fusto (1596), e un mobile da sacrestia dell’inizio del Seicento.
La chiesa si trova in alto rispetto al paese ed è ha accanto un piccolo cimitero caratterizzato dalla presenza di lapidi commemorative per i soldati caduti durante il conflitto mondiale, le lapidi sono sovrastate da alberi di quercia secolari.

Il presepe di Murci trionfa!La mostra dei presepi di Scansano 2024 è stata un successo e il nostro paese ha brillato gra...
22/01/2025

Il presepe di Murci trionfa!
La mostra dei presepi di Scansano 2024 è stata un successo e il nostro paese ha brillato grazie alla creatività dei suoi abitanti.
Il presepe di Murci, realizzato con passione dalla Pro Loco, ha conquistato tutti e si è aggiudicato il primo premio!
Nella foto, possiamo ammirare una rappresentazione fedele del nostro borgo, con le sue case colorate, ogni dettaglio è curato con amore, dalle facciate degli edifici ai più piccoli dettagli che solo chi conosce il paese riconoscerà!
Un ringraziamento particolare ad Alessandra Barricelli e Veronica Fabbrini che ci hanno regalato questa bellissima opera, ed ovviamente a tutti quelli che hanno collaborato e grazie alle
organizzatrici dell'evento che anche quest'anno si sono prodigate a gestire questa mostra piccola ma molto impegnativa

20/01/2025
Una leggenda, che da tempo immemore si tramanda nel comune di Civitella Paganico,narra che un gruppo di cacciatori pagan...
20/01/2025

Una leggenda, che da tempo immemore si tramanda nel comune di Civitella Paganico,narra che un gruppo di cacciatori paganichesi durante una battuta di caccia rinvennero, nascosto nella macchia, un Cristo. Anche i civitellini, che cacciavano nella stessa zona, lo trovarono.
Entrambi i gruppi ritenevano di avere il diritto di appropriarsi della sacra immagine. Decisero di affidarsi alla volontà divina. Caricarono l'icona su due giovenche lasciando loro la scelta. C’è chi dice che le vacche si diressero senza indugio verso Paganico e chi invece giurerebbe che presero la direzione di Civitella. Altri affermano che la volontà di Dio si sarebbe espressa per mezzo del suo figliolo. Durante la notte una nevicata aveva coperto le colline.
I civitellini infreddoliti che si recarono in chiesa di buona mattina trovarono vuoto l’altare destinato ad accogliere il Cristo. Si chiesero chi potesse averlo trafugato. Con quella neve bastava seguire le orme impresse nel manto soffice.
Ma si accorsero che un’unica traccia si dirigeva dalla loro chiesa al borgo fortificato di Paganico: quelle di un uomo scalzo che, sceso dalla croce, aveva deciso di recarsi, da solo, alla sua nuova e definitiva dimora. Il borgo che portava anche nel nome le tracce del suo antico paganesimo, aveva bisogno del crocifisso miracoloso, da affiancare a quello del castello che dona al nome del borgo tracce della sua antica civiltà.

Il baccalà alla maremmana è una di quelle ricette che richiedono un po' di tempo e attenzione ma che danno tante soddisf...
19/01/2025

Il baccalà alla maremmana è una di quelle ricette che richiedono un po' di tempo e attenzione ma che danno tante soddisfazioni una volta pronte.
Per la preparazione vi servono: aglio, cipolla, prezzemolo, pomodori pelati, baccalà, olio per friggere, olio extravergine di oliva, farina e sale.
Prima di tutto bisogna reidratare il baccalà che, se è essiccato, va tenuto a bagno per tre giorni cambiando spesso l'acqua. Dopo di che si prepara un trito di aglio, prezzemolo e cipolla e si scalda con olio extravergine. Quando la cipolla è diventata morbida si aggiungono i pelati e si schiacciano per fare una salsa di pomodoro saporita. Nel frattempo scaldate l'olio per friggere, tagliate il baccalà a pezzetti e infarinatelo, dopo di che friggetelo. Fatelo asciugare qualche minuto nella carta assorbente e mettetelo nella padella con il sughetto. Fatelo insaporire per 15/20 minuti e aggiustate di sale se necessario. Servitelo ben caldo.

Buon Appetito!

PS: ringraziamo i nostri attenti lettori per averci segnalato alcune inesattezze nel testo: quindi se prendete lo stoccafisso lo dovete solo reidratare non per tre giorni, il baccalà invece lo dissalate per tre giorni lasciandolo in acqua e cambiando l'acqua spesso.
A noi fa veramente piacere quando c'è interazione nei post e siamo felici che troviate i nostri contenuti interessanti.
Vi chiediamo solo un po' più di gentilezza e di garbo: se ci scrivete che scriviamo cazzate ci offendete; se invece ci fate notare che il testo contiene inesattezze è una forma per dire la stessa cosa senza risultare offensivi. Anche perché scrivendo offese gratuite fate la figura dei cafoni maleducati. Se non vi piacciono i nostri contenuti potete smettere di seguirci, altrimenti siate gentili per favore. Grazie a tutti per la collaborazione e la comprensione.

Idroscalo di Orbetello anni '30.
18/01/2025

Idroscalo di Orbetello anni '30.

Il Convento di San Francesco si trova a Pitigliano in località Poggio Strozzoni. Il convento fu costruito agli inizi del...
17/01/2025

Il Convento di San Francesco si trova a Pitigliano in località Poggio Strozzoni. Il convento fu costruito agli inizi del Cinquecento su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, che proprio negli stessi anni elaborò anche il progetto della chiesa di San Francesco. All'architetto fiorentino fu affidato l'incarico di direttore dei lavori da Ludovico Orsini, che in quegli anni era a capo della Contea di Pitigliano.
La realizzazione di questo nuovo convento fu voluta dal conte per trovare una sistemazione più soddisfacente per i frati francescani, dopo che si erano stanziati presso il più piccolo santuario della Madonna delle Grazie, a seguito del trasferimento dalla loro originaria sede nell'area di palazzo Orsini, che fu lasciata per consentire l'ampliamento e la fortificazione della residenza degli Orsini.
La struttura conventuale, che fu risparmiata dall'incendio che nel 1911 interessò la vicina chiesa, rimase inattiva per un lunghissimo periodo di tempo, venendo in seguito abbandonata e trasformata in un complesso abitativo rurale.

L'antico ed affascinante borgo di Sovana è ricco di edifici antichi e tra tutti quello che desta maggiore interesse per ...
16/01/2025

L'antico ed affascinante borgo di Sovana è ricco di edifici antichi e tra tutti quello che desta maggiore interesse per ciò che conserva è senza dubbio il Museo di San Mamiliano..
Fino a qualche decennio fa di questo edificio, la chiesa dedicata a San Mamiliano, non restavano che poche rovine, tanto che la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle province di Siena e Grosseto intraprese i lavori per il recupero strutturale della chiesa e la trasformazione della stessa in contenitore museale. Nel 2004, durante le operazioni di scavo emerse un interessante impianto termale di epoca romana, e ci fu la scoperta di uno straoridnario tesoretto monetale tardo-antico costituito da 498 monete d'oro inquadrabili nel V sec. d.C. Tutto ciò indusse le Soprintendenze di settore e l'Amministrazione comunale a modificare l'originario progetto espositivo che prevedeva la realizzazione del Museo etrusco. Si decise quindi di musealizzare l'ex chiesa lasciando in vista la parte più significativa dell'impianto termale romano e di dare ampio spazio all'esposizione di reperti archeologici riferibili alla fase romana della città, facendo così conoscere un' importante epoca storica per Sovana, quella romana.

Foto dal web

Le dogane pontificie sono una serie di edifici ubicati alle estremità meridionali del territorio comunale di Capalbio, i...
15/01/2025

Le dogane pontificie sono una serie di edifici ubicati alle estremità meridionali del territorio comunale di Capalbio, in quella che in passato era la zona di confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.
In località Chiarone, lungo la via Aurelia, si trova il Palazzo del Chiarone, imponente edificio preceduto da un porticato che nei secoli passati era una sede doganale per il transito tra i due stati. L'attuale denominazione del complesso, Palazzo Boncompagni, è stata conferita dalla famiglia che vi abitò dopo lo smantellamento delle dogane. L'edificio è suddiviso in quasi cento stanze e tra queste vi erano anche l'appartamento papale, le stalle e una prigione.
Nella campagna presso l'abitato di Pescia Fiorentina, vi era la sede di un'altra dogana che era ospitata nel complesso della Villa del Fontino. Una volta esauritesi le funzioni doganali, la struttura passò alla famiglia Boncompagni, proprietaria anche del palazzo del Chiarone, che agli inizi del Novecento rivendette tutte queste proprietà alla famiglia Magrini. Il fabbricato che ospitò la dogana è stato recentemente restaurato.

L'Amiata e i suoi dintorni sono ricchissimi di storie e leggende di fondazione. Di Semproniano, per esempio, si narra ch...
13/01/2025

L'Amiata e i suoi dintorni sono ricchissimi di storie e leggende di fondazione. Di Semproniano, per esempio, si narra che tanti secoli fa, due lastre di pietra che recavano scolpite le immagini di Tiberio Sempronio e di Cornelia, la matrona romana, madre dei gracchi, fossero portate dai familiari e dai liberti dei Semproni, in fuga da Roma, sulla vetta di quella collina dove sarebbe stato fondato il piccolo villaggio. Il primo nucleo abitato fu chiamato Semproniano, in nome di quel Tiberio Sempronio. Il minuscolo drappello di abitanti trovò la ricchezza per sopravvivere e crebbe fin quando quel luogo non fu più sufficiente a contenere tutta la popolazione. Una parte di quelle persone andarono a fondare un nuovo centro. Il capo della spedizione portò con se la pietra su cui era scolpita l’effigie di Cornelia e lasciò agli amici di Semproniano la pietra raffigurante Sempronio , già allora segno di riconoscimento e simbolo di aggregazione della comunità. I giovani uomini camminarono per ore finchè trovarono un luogo, che poi fu chiamato ‘Rocchetta’ , agli inizi ‘Ripa Cornelia’ in onore della pietra simbolica su cui era scolpita la testa della madre dei Gracchi e che ancora oggi si trova appesa in un vecchio muro dell’antichissimo Spedale di Rocchette di Fazio. Il sasso di Sempronio fece una fine diversa, fu smarrito ed è stato ritrovato poco più di vent’anni fa e si trova dentro il palazzo comunale di Semproniano.

Quella dei fagioli all'uccelletto è una ricetta ampiamente diffusa in tutta la Toscana e ovviamente anche in Maremma e c...
12/01/2025

Quella dei fagioli all'uccelletto è una ricetta ampiamente diffusa in tutta la Toscana e ovviamente anche in Maremma e che in queste giornate scalda il corpo e il gusto.
L'origine del suo nome è un vero mistero: secondo Pellegrino Artusi la definizione "all'uccelletto" è dovuta all'uso di particolari aromi. I fagioli infatti, vengono cotti con aglio e salvia, che tradizionalmente si usano per preparare l'arrosto di uccelletti.
Secondo la tradizione, questo contorno va preparato in una pentola di coccio, utilizzando i fagioli cannellini.

Ingredienti

600 g di cannellini, già cotti
olio extravergine d'oliva
foglie di salvia
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
4 salsicce di maiale fresche
pepe nero
sale

Scaldare qualche cucchiaio di olio d'oliva in un contenitore capiente con due spicchi d'aglio - lasciando la buccia e schiacciandoli con il palmo della mano - e alcune foglie di salvia.

Una volta che l'aglio avrà insaporito l'olio d'oliva e che le foglie di salvia inizieranno a seccarsi, versare i fagioli con qualche mestolo di acqua di cottura, aggiungere il concentrato di pomodoro, mescolare e cuocere a fuoco lento. Condire con sale e pepe.

Lascia cuocere i fagioli a fuoco lento per circa venti minuti; aggiungi le salsicce e lascia cuocere fino a cottura completa.

Servire con del pane.

Manciano è uno dei borghi interessati dalla conquista della potente famiglia degli Aldobrandeschi.A controllare l'abitat...
11/01/2025

Manciano è uno dei borghi interessati dalla conquista della potente famiglia degli Aldobrandeschi.
A controllare l'abitato e la campagna sottostante fu costruita la possente Rocca merlata, di forma e pianta rettangolare simile a le molte altre della zona, con una bella torre quadrata sporgente sul lato sud-ovest. L'edificio principale è il cassero, rivestito in pietra, con basamento a scarpa. Sulle pareti si aprono finestre disposte su tre livellie la parte alta è coronata da una merlatura ripresa anche dalla vicina torre che presenta poche aperture ed un basamanto a scarpa più alto del cassero.
La rocca che possiamo ammirare oggi è il frutto di un restauro della seconda metà del settecento e di un successivo intervento di recupero condotto nell'ottocento.
Oggi l'edificio è sede del Comune cittadino e circondato da case di ben più recente costruzione. Il suo utilizzo ha fatto perdere alla rocca l'aspetto arcigno di una volta, le possenti mura ospitano finestre e un terrazzino, ma l'ha fatta giungere in ottime condizioni fino a noi.

Fonte Castelli Toscani di Ramponi Paolo

I resti dell'Abbazia di San Bruzio (originariamente San Tiburzio) si trovano in aperta campagna a 2 km dal borgo di Magl...
10/01/2025

I resti dell'Abbazia di San Bruzio (originariamente San Tiburzio) si trovano in aperta campagna a 2 km dal borgo di Magliano. Potrete raggiungerla percorrendo la strada che da Magliano conduce a Sant'Andrea, girando a sinistra nel sentiero segnalato e percorrendo non più di duecento metri. La sua costruzione risale all'XI secolo e molte fonti la indicano come opera dei Camaldolesi. In merito a quest'ultima notizia tuttavia ci sono dei forti dubbi, poiché se così fosse, San Bruzio sarebbe più vecchio o quantomeno contemporaneo di Camaldoli. È molto più probabile invece, che quando si parla di San Bruzio Camaldolese, ci si riferisca al fatto che verso la fine del 1700, prima degli espropri napoleonici, San Bruzio ed il suo terreno fosse di proprietà dei Camaldolesi.
Oggi visitando i resti dell'Abbazia si possono ancora ammirare gli eleganti capitelli decorati con numerose sculture di stile Franco Lombardo, molto originali in Maremma. Le rovine di San Bruzio emanano un fascino particolare: sarà la posizione, saranno le sue raffinate sculture, ma è un sito che non dovete assolutamente perdere, rappresenta sicuramente uno dei più belli esempi dello stile architettonico Romanico in Maremma.

C'è un luogo, a Monticello Amiata, dove possiamo calarci nella vita quotidiana di una famiglia di fine ottocento. La Cas...
09/01/2025

C'è un luogo, a Monticello Amiata, dove possiamo calarci nella vita quotidiana di una famiglia di fine ottocento. La Casa Museo, situata nel centro storico del paese, nelle stanze di un antico palazzo, ricrea fedelmente un’abitazione della montagna amiatina del passato. Al piano d’ingresso si trova “il cuore della casa”, costituita dalla cucina e dalla camera allestite con arredi autentici e suppellettili di uso quotidiano. Al piano sottostante sono visitabili la stalla, il magazzino e un vecchio frantoio a trazione animale, in cui sono raccolti ed esposti strumenti di lavoro ed attrezzi agricoli che testimoniano il lavoro nei campi e nei boschi. Adiacente alla Casa Museo si trova il Centro culturale con laboratorio didattico finalizzato ad approfondire temi legati al ciclo della castagna e alla cultura materiale non solo locale. Per arricchire la visita, è possibile percorrere due sentieri naturalistici: la “Via della castagna” e la “Via delle Fonti”.

Indirizzo

Corso Carducci, 5
Grosseto
58100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
Martedì 09:00 - 13:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
Giovedì 09:00 - 13:00
Venerdì 09:00 - 13:00
Sabato 09:00 - 13:00
Domenica 09:00 - 13:00

Telefono

+390564488573

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